Io prendevo il volo e Gesù seguiva col suo sguardo il mio volo; ma chi può dire ciò che facevo? Nel suo Volere trovavo tutto l'amore che la sua Volontà doveva dare alle creature e, non prendendolo esse, stava sospeso aspettando che fosse preso; ed io lo facevo mio e, investendo tutte le intelligenze create, formavo per ciascun pensiero un atto d'amore, di adorazione e di tutto ciò che ogni intelligenza doveva dare a Dio; e abbracciando tutto in me, come se mettessi tutti nel mio grembo, prendevo la volta del Cielo per portarli in grembo del Celeste Padre e Gli dicevo: “Padre Santo, vengo al tuo trono per portarti nel mio grembo tutti i tuoi figli, le tue care immagini da Te create, per rimetterli nel tuo Grembo divino, affinché quella Volontà da essi spezzata tra Te e loro, Tu la vincoli e la rannodi di nuovo. È la piccola Figlia del tuo Volere che ciò ti chiede; sono piccola, è vero, ma prendo l’impegno di soddisfarti per tutti. Non mi partirò dal tuo trono se non mi vincoli la volontà umana con la Divina e, portandola in terra, venga il Regno del tuo Volere sulla terra. Ai piccoli nulla si nega, perché ciò che chiedono non è altro che l’eco del tuo stesso Volere e di ciò che vuoi Tu”.
Onde dopo mi portavo da Gesù, che mi aspettava nella mia stanzetta, e Lui mi riceveva nelle sue braccia, mi colmava di baci e di carezze e mi diceva: “Piccola mia, per fare che il Volere del Cielo scenda sulla terra, è necessario che tutti gli atti umani siano suggellati e smaltati di Volontà Divina, affinché il Supremo Volere, vedendo che tutti gli atti di Volontà delle creature sono cosparsi della Sua, attirato dalla calamità potente del suo stesso Volere, scenda in terra e vi regni. A te dunque è stato dato questo compito, come Figlia Primogenita del nostro Volere...”
(Vol. 16°, 06.12.1923).
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