MALEDETTO COMUNISMO!
Inizio questo mio scritto contro il comunismo con parole di Papa Pio XI nella sua enciclica “Divini Redemptoris”:
«Dall’epoca in cui gruppi intellettuali pretesero liberare la civiltà umana dai vincoli della morale e della religione, i Nostri Predecessori richiamarono l’attenzione del mondo, in modo chiaro ed esplicito, nelle conseguenze della scristianizzazione della società umana. In quanto al comunismo, già nel 1846, il Nostro venerato Predecessore Pio IX, di santa memoria, lanciava una condanna solenne, confermata più tardi, nel “Syllabus”, contro “questa dottrina nefasta che si chiama ‘comunismo’, radicalmente contraria al diritto naturale stesso”; simile dottrina, una volta ammessa, sarebbe la rovina completa di tutti i diritti, di tutte le istituzioni, delle proprietà e della stessa società umana».
Pio XI, poi, ricordava la lettera “Quod apostolici muneris” del suo predecessore Leone XIII, il quale definiva il comunismo «una peste mortale che si attacca al midollo della società umana e che l’annienterebbe», e citava anche i suoi Atti di protesta contro i comunisti, denunciando in loro «i nemici più accaniti della Chiesa, che dirigono da Mosca questa lotta contro la civiltà cristiana». «Quindi, è nostro dovere, crediamo, di alzare di nuovo la voce in un documento più solenne, secondo l’uso della Sede Apostolica, maestra di verità». Pio XI, poi, faceva l’analisi della dottrina e della realtà comuniste:
«La dottrina che il comunismo nasconde sotto apparenze talvolta sedicenti, ha, oggi, per fondamento i principi del materialismo dialettico e storico già predicati da Marx; i teorici del bolscevismo pretendono detenerne l’unica autentica interpretazione. Questa dottrina insegna che esiste una sola realtà, la materia con le sue forze cieche: la pianta, l’animale, l’uomo, sono i risultati della sua evoluzione. Egualmente, la società umana non è altra cosa che un’apparenza a una forma della materia che evolve seguendo le sue leggi, spinta da una necessità ineluttabile, tende, attraverso un perpetuo conflitto di forze, verso una sintesi finale: una società senza classi. In una tale dottrina, è evidente, non v’è sopravvivenza dell’anima dopo la morte, per conseguenza nessuna speranza in un’altra vita. Insistendo nell’aspetto dialettico del loro materialismo, i comunisti pretendono che il conflitto, il quale porta il mondo verso la sintesi finale, può essere sollecitato grazie agli sforzi umani. Per tale ragione, si sforzano di acutizzare gli antagonismi che sorgono tra le diverse classi della società: la lotta di classe, coi suoi odi e le sue distruzioni, prende l’andamento di una crociata per il progresso della società. Al contrario, tutte le forze che si oppongono a queste sistematiche violenze, quale sia la natura, devono essere annientate come nemiche del genere umano».
NON È TUTTO. Ricordiamo gli orrori coi quali, ovunque, il comunismo ha potuto “affermarsi e dominare”. Pio XII definiva le loro atrocità «i frutti naturali di un sistema sprovvisto di ogni freno anteriore…». Affermiamo: «Assistiamo a una lotta freddamente voluta e sapientemente preparata dall’uomo contro tutto ciò che è divino, essendo il comunismo “per sua natura anti-religioso». Purtroppo, sappiamo che anche i preti d’oggi ignorano tutto o quasi della enciclica “Divini Redemptoris”, per cui essi non sanno delle astuzie del comunismo. Scrive, anche qui, Pio IX:
«Nel vedere il comune desiderio di pace, i capi del comunismo fingono di essere i più zelanti fautori e propagatori del movimento per la pace mondiale, ma nel medesimo tempo, eccitano a una lotta di classe che fa scorrere fiumi di sangue, e sentendo la mancanza di una garanzia interiore di pace, ricorrono ad armamenti illimitati».
E poi ancora:
«Così, senza nulla abbandonare nei loro principii perversi, invitano i cattolici a collaborare con loro sul terreno umanitario e caritatevole, come dicono, e proponendo talvolta come interamente conformi allo spirito cristiano e alla dottrina della Chiesa. D’altronde, spingono l’ipocrisia sino a far credere che il comunismo, nei paesi di più grande fede e di civiltà più avanzata, prenderà un aspetto più blando…».
Di qui, quella affermazione perentoria:
«il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere su nessun terreno la collaborazione con lui da parte di chiunque voglia salvare la civiltà cristiana».
Pio XII, perciò, ha rinnovato l’anatema contro il comunismo e nella “Humani generis” condanna la “ipotesi monista e panteista di un universo sottomesso a una perpetua evoluzione”. Ma allora, che fare del “dialogo”? Risponde, anche qui, Pio XI:
«Senza nulla abbandonare dei loro principii perversi, i comunisti invitano i cattolici a collaborare con loro».
Anche Pio XII, in un messaggio natalizio, disse:
«È con profondo dolore che dobbiamo deplorare l’appoggio prestato da alcuni cattolici, ecclesiastici e laici, a quella tattica di oscuramento volta a un effetto che loro stessi non vogliono. Come si può ancora non vedere qual è lo scopo della ingannevole agitazione che si nasconde sotto il nome di “colloquio” e di “incontro”? A quale dire, del resto, ragionare quando non si ha un linguaggio comune?.. È una contraddizione volersi sedere alla tavola di Dio e a quella dei suoi nemici».
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sac. dott. Luigi Villa
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