martedì 13 aprile 2021

MISTICA CITTA’ DI DIO



INTRODUZIONE ALLA VITA DELLA REGINA DEL CIELO

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13. Confidando dunque in questa grande virtù dell'obbedienza, mi decisi in nome dell'Altissimo e della Regina mia signora a non resistere più oltre. Chiamo grande questa virtù, non solo perché essa offre in olocausto e sacrificio a Dio la parte più nobile della creatura - intelletto, ragione e volontà - ma anche perché nessun'altra virtù assicura il buon successo quanto l'obbedienza, poiché la creatura non opera di sua iniziativa, ma come strumento di chi la governa e comanda. Essa diede ad Abramo la forza di superare la violenza dell'amore e la legge naturale nei confronti di Isacco. Se essa fu potente per questo e perché il sole e i cieli trattenessero il loro velocissimo corso, ben può esserlo perché si muova la terra. Infatti se Uzzà si fosse lasciato guidare dall'obbedienza, forse nel toccare l'arca non sarebbe stato castigato come audace e temerario. Vedo bene che io, assai più indegna, stendo la mano per toccare non l'arca morta, figura dell'antica legge, ma l'Arca viva del Nuovo Testamento, in cui fu racchiusa la manna della Divinità e la sorgente della grazia e della sua santa legge. Ma se io taccio, ormai temo, e con ragione, di disobbedire a tanti precetti, e potrò dire con Isaia: Ohimé! Io sono perduto perché tacqui! Per questo, mia Regina e signora, sarà meglio che nella mia viltà risplenda la vostra benignissima pietà e misericordia e il favore della vostra mano liberale; sarà meglio che voi me ne facciate dono per obbedire ai vostri comandi piuttosto che suscitare la vostra indignazione. Per tutto ciò, o Madre purissima, sarà opera degna della vostra clemenza sollevare me misera da terra e servirvi di un soggetto debole e inadeguato come strumento per opere così difficili. Con ciò magnificherete la vostra grazia nonché i favori che il vostro Figlio santissimo comunicò. Non lascerete spazio alla fallace presunzione per supporre che quest'Opera sia fatta con perizia umana o prudenza terrena, o forza ed autorità di disputa, ma che piuttosto voi risvegliate di nuovo i cuori dei fedeli e li attiriate a voi, fonte di pietà e di misericordia, con la virtù della divina grazia. Parlate, dunque, o signora, la vostra serva ascolta, e con l'ardente volontà di obbedirvi, come devo. Ma i miei desideri come potranno mai raggiungere e pareggiare il mio debito? Già mi sarà impossibile una degna retribuzione, ma se fosse possibile, oh quanto la bramerei! Suvvia parlate, o Regina potente e grande, adempite le vostre promesse e parole, manifestandomi le grazie e le prerogative vostre, affinché la vostra grandezza sia ancor più conosciuta ed esaltata da tutte le nazioni e le generazioni. Parlate, o Signora, la vostra serva ascolta; parlate e glorificate l'Altissimo per le opere potenti e meravigliose che la sua destra ha operato nella vostra profondissima umiltà. Scorrano dalle sue mani, che sono anelli d'oro, piene di giacinti, nelle vostre, e da queste ai vostri devoti e ai vostri servi, affinché gli angeli lo benedicano, i giusti lo magnifichino, i peccatori lo cerchino e tutti abbiano un esempio di somma santità e purezza. Ma soprattutto affinché con la grazia del vostro santissimo Figlio, io stessa abbia questo specchio e questa regola efficace a cui possa conformare la mia vita, poiché questo deve essere il primo scopo della mia sollecitudine nello scrivere la vostra. Quante volte me l'ha detto l'Altezza vostra, compiacendosi così di offrirmi un esempio e uno specchio vivente e senza macchia, in cui io, specchiandomi, possa adornare la mia anima in modo da essere vera figlia vostra e sposa del vostro santissimo Figlio!

14. Questa è tutta la mia pretesa e volontà. Perciò io scriverò non già come maestra ma come discepola, non per insegnare ma per apprendere, poiché so bene, come prescritto, che le donne nella Chiesa devono tacere e ascoltare i maestri. Tuttavia, come strumento della Regina del cielo, manifesterò ciò che sua Maestà si compiacerà d'insegnarmi e di comandarmi, perché tutte le anime sono capaci di ricevere lo Spirito che il suo santissimo Figlio ha promesso d'inviare su ogni genere di persone senza eccezione; e altresì tutti sono capaci di manifestarlo nel modo conveniente a seconda di come lo ricevono, quando la potestà superiore lo ordina con cristiana provvidenza, come giudico che abbiano fatto i miei superiori. L'errore in me è possibile, in quanto donna ignorante, ma non nell'obbedire, né sarà volontario; così mi rimetto e mi assoggetto a chi mi guida e alla correzione della santa Chiesa cattolica, ai cui ministri ricorrerò sempre in qualunque difficoltà. Intendo che il mio superiore, maestro e confessore sia testimone e censore di questi insegnamenti che pur ricevo e che sia altresì giudice vigilante e severo di come li metto in pratica, o se vengo meno all'adempimento di essi e degli altri miei obblighi, misurati in ragione di questo beneficio.

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Suor Maria di Gesù

Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione


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