DIO, IL PADRE DEI POVERI E DEI SOFFERENTI
O Padre, che scegli i piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno, aiutaci a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché si sciolgano le loro lingue, e tanta umanità malata, incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie.
COME CONCILIARE LA PROVVIDENZA DEL PADRE CON LA SOFFERENZA DELL'UOMO?
Domanda: se Dio è onnisciente e onnipotente, come conciliare la sua Paternità, con la triste realtà della sofferenza, soprattutto quella nei piccoli e negli innocenti?
Come conciliare la Provvidenza con la sofferenza?
Cosa pensare di un Padre che si definisce onnipresente e provvidente e che sembra
- tanto lontano,
- tanto assente,
- tanto indifferente,
- tanto muto,
- tanto distaccato dalla realtà di un mondo nel quale sembrano trionfare solo il male, il peccato, l'ingiustizia, l'arroganza, la morte?
Il problema angoscia tutti, e proprio perché «il mondo è radicato nella sofferenza», urge dare una risposta, «se non si vuole che la fede si tramuti in una droga consolatoria o in una superstizione paurosa e infantile».
QUANTI MALI!
È difficile compilare un elenco dei molti mali che, da sempre, affliggono gli uomini, anche perché le sofferenze, specie quelle morali, acquistano diverse forme a seconda del carattere e della sensibilità di ciascuno.
S. Agostino afferma che, nell'antichità, i termini usati per indicare la felicità erano 288; ma quelli usati per indicare le varie forme di sofferenza erano oltre 400!
E commenta: «la vita presente è un pellegrinaggio faticoso, di incerta durata, pieno di miserie e intessuto di errori. Tutti i mali vi si danno convegno fino alla morte, e se la felicità vi appare, è solo per far sentire la sua assenza».
E stando così le cose, è davvero fallimentare la condizione dell'uomo, perché:
- è creato per la vita e sa che deve morire,
- è alla ricerca della gioia e non trova che sofferenza,
- cerca l'amore e deve vivere in un mondo di odi e di divisioni,
- aspira alla giustizia ed è circondato da tante ingiustizie,
- vuole la pace ed è oppresso dalla guerra.
Come dunque conciliare questi opposti? Come ammirare la sapiente Provvidenza del Padre? Come continuare a dare credibilità a un Dio che sentiamo tanto lontano dai nostri problemi?
ALCUNI TENTATIVI DI SOLUZIONE
Lungo il corso della storia sono state tentate tante risposte e tante soluzioni ma esse sono risultate tutte parziali, provvisorie, inutili, e incapaci di dare senso e scopo al dramma della vita.
Nonostante le mille interpretazioni filosofiche e le mille scoperte mediche e scientifiche, il dolore resta il compagno fedele e il denominatore comune di ogni esistenza umana.
Il problema non ha che due alternative:
- o ammettere che tutto è assurdo;
- o accettare la presenza del mistero.
Alcuni affermano: il dolore è un assurdo, è cioè una realtà inspiegabile, che non ha alcun fondamento razionale. E inammissibile l'esistenza di un Dio creatore e provvidente, perché se esistesse, avrebbe già eliminato tutto ciò che si oppone alla sua bontà.
L'uomo non ha che una strada: soggiacere a un destino crudele e trascinare, con sofferta rassegnazione, un'esistenza che non ha senso e scopo.
Altri dicono: il dolore non è un assurdo, ma semplicemente un mistero.
L'assurdo è una contraddizione in termini (come ad es. un cerchio quadrato).
Il mistero è una verità del tutto superiore, ma non contraria alla nostra mente, e che noi accettiamo non per l'evidenza della cosa rivelata, ma per l'autorità infallibile di colui che ce la rivela.
Il dolore, dicono, non è un assurdo, ma un mistero. Non esclude Dio, ma lo interpella perché dia una risposta accettabile all'uomo che, da solo, non sa rendersi conto della presenza del male e del dolore.
L'UNICA SOLUZIONE RAGIONEVOLE VIENE DALLA FEDE
Noi ci accostiamo al mistero della sofferenza attraverso la via della Fede, perché essa è la sola che può garantirci l'assoluta verità di ciò che propone.
È troppo arduo il problema per accontentarci di opinioni umane sempre parziali e contraddittorie!
Abbiamo bisogno di sapere con certezza assoluta che cosa si nasconde dietro il buio dell'immenso dolore dell'umanità. Abbiamo bisogno di sapere chi è l'invisibile Regista che guida, dietro la scena, il susseguirsi delle vicende umane.
Abbiamo bisogno di sapere i criteri che ispirano i suoi interventi spesso per noi tanto strani e incomprensibili.
Ci accostiamo così all'unica fonte del nostro sapere.
Ovviamente, con l'umiltà dovuta e con quel senso dei nostri limiti che allontana ogni atteggiamento di meschina arroganza.
Affidiamo alla divina Rivelazione la soluzione del mistero.
DON NOVELLO PEDERZINI
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