giovedì 20 maggio 2021

 


GESÙ  BAMBINO  NEGLI  SCRITTI  DI  LUISA PICCARRETA

- «Stavo meditando il mistero dell’infanzia e dicevo tra me: “Bambino mio, a quante pene volesti assoggettarti! Non ti bastava il venire [da] grande, hai voluto venire [da] bambino, soffrire le fasce, il silenzio, l’immobilità della tua piccola Umanità, dei piedi, delle mani. A che pro tutto questo?” Mentre ciò dicevo, si è mosso nel mio interno e mi ha detto: “Figlia mia, le mie opere sono perfette. Volli venire piccolo infante per divinizzare tutti i sacrifici e tutte le piccole azioni che nell’infanzia ci sono; sicché, finché i bambini non giungono a commettere peccati, tutto resta assorbito nella mia infanzia e divinizzato da Me. Quando poi incomincia il peccato, allora incomincia la separazione tra Me e la creatura, separazione per Me dolorosa e per loro luttuosa”. Ed io: “Come può essere ciò, se i bambini non hanno ragione e non sono capaci di meritare?” E Lui: “Questo lo do prima per grazia mia, il merito; secondo, perché non è di loro volontà che non vogliono meritare e perché così porta lo stato d’infanzia da Me disposto. E poi, non resta onorato e anche coglie il frutto un giardiniere che ha piantato una pianta, ad onta che la pianta non ha ragione? L’artefice che fa la sua statua, e tante altre cose? Solo il peccato è quello che distrugge tutto e separa la creatura da Me, che poi tutto il resto parte da Me alle creature e a Me ritorna, anche le azioni più triviali, con l’impronta dell’onore della mia Creazione”. (Vol. 8°, 30.12.1908)

Pablo Martín Sanguiao 

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