lunedì 17 maggio 2021

«NON TI PROMETTO DI FARTI FELICE IN QUESTO MONDO»

 


BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES

Con alterne vicende riguardo alla salute, Bernadette potè compiere il suo noviziato ed il 30 ottobre 1867 rinnovò la professione religiosa temporanea. Quella fatta in punto di morte infatti, avendo ricuperata la salute, non aveva più che un valore simbolico. Per dieci anni Suor Maria Bernarda, come si chiama adesso, rinnoverà la professione annuale, come è usanza tra le Suore della Carità di Nevers.

Essa non sarà mai una suora di grande vita attiva, non saprà e non potrà fare gran cosa, ma non le mancherà mai la buona volontà di rendersi utile in qualche modo. Le affidano infatti l'infermeria, come aiuto infermiera, per cinque o sei anni, e tutte le ammalate scoprono in lei una delicatezza di tratto ed umiltà di servizio che la rende ammirevole. Così Bernadette viene a trovarsi continuamente nel regno della sofferenza come infermiera e spesso come inferma, e può aiutare, più coll'esempio che con la parola, le sue consorelle a soffrire generosamente. La salita verso il suo Calvario è lenta, ma continua e perversante. Da lei il Signore richiede solo sofferenza meritoria per la conversione dei peccatori, sofferenza fisica e sofferenza nascosta del cuore. Come per Santa Teresa del Bambino Gesù infatti, anche per Bernadette vi sarà una maestra, Suor Maria Teresa Vauzou, la quale, con le migliori intenzioni, si incaricherà a dovere di tenerla umile, mettendo talvolta a ben dura prova la sua virtù. È in questo martirio quotidiano e nascosto che Bernadette Soubirous raggiunge il culmine della santità ed un giorno sarà innalzata alla gloria dei santi non per aver veduto la Madonna, ma per aver praticato eroicamente la virtù.

Le tappe di un lungo martirio. - Nel mese di marzo del 1871, una serie di lutti colpisce i familiari di Bernadette, tra cui il babbo a 64 anni di età e la zia Lucia a 32 anni soltanto. La Francia attraversa un periodo cruciale, dopo la sconfitta di Napoleone III da parte della Prussia. L'ateismo rinvigorisce e prende di mira anche le asserite apparizioni di Lourdes. Bernadette soffre di tutto questo, ma il suo fardello si aggrava ancora. La sua salute è di nuovo precaria. Il 3 giugno 1873, riceve per la terza volta gli ultimi sacramenti e tutti attendono la sua fine. Si riprende ancora, ma il suo martirio si fa sempre più duro. Un grosso tumore, con ascesso e carie ossea, l'ha colpita al ginocchio destro, causandole dolori acutissimi. Ha. frequenti crisi di asma, emottisi, stenta a camminare, ma il suo volto è sereno.

- Ora la mia passione durerà fino alla fine! dice con accento profetico.

Durante la notte non un moto di impazienza, ma solo un gemito, mentre le lacrime le rigano il viso. Al mattino una sola è la sua preoccupazione, quella di non aver permesso alla Suora infermiera di dormire.

- Non avete dormito? chiede umiliata, come se chiedesse scusa per una mancanza.

Eppure quando le dicono: - Andiamo a pregare perché Dio vi allevii il dolore.! - Bernadette supplica: -No, non sollievo, ma forza e pazienza!

Rinuncia anche alla speranza di un pellegrinaggio a Lourdes dicendo:

- Lourdes non è per me. Vedrò la Madonna in cielo; sarà più bello!

Tramonto sereno. - Così giunge sino alla primavera del 1879. Pochi mesi prima, il 22 settembre 1878, Suor Maria Bernarda ha potuto finalmente consacrarsi a Dio con i Voti perpetui.

Il male ha invaso tutto l'organismo. Non si può più nutrire e perciò appare smagrita e debole. Il 19 marzo riceve un'ultima volta il S. Viatico e l'Estrema Unzione. La sua raccomandazione preferita è che si preghi per lei dopo morta: - Si dirà: «Quella Suor Maria Bernarda era una santona», e mi lasceranno ad arrostire in Purgatorio!».

Il mercoledì di Pasqua, 16 aprile 1879, seduta su di una poltrona perché si sente mancare il respiro, Bernadette aspetta la morte, aspetta la Bella Signora che venga a prenderla:

- L'ho vista -, mormora guardando la statua della SS. Vergine - l'ho vista! Oh, com'era bella e come ho fretta di andare a rivederla!

Poi scandisce lentamente: - Mio Dio, ti amo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le mie forze...

Le sue ultime parole sono queste:

- Santa Maria, Madre di Dio, pregate per me, povera peccatrice... povera peccatrice!

Con questo atto di umiltà l'innocente Bernadette Soubirous reclina il capo e spira. Sono le 15,15 del 16 aprile 1879. Ha 35 anni e tre mesi.

La storia meravigliosa di Lourdes è chiusa? No, non è chiusa. La vallata del Gave diverrà sempre più terra dei miracoli, il regno dell'Immacolata, a cui accorreranno i suoi figli da tutto il mondo.

La glorificazione. - La salma di Bernadette, esposta per tre giorni alla venerazione della folla che non si sazia di visitarla, viene seppellita il 19 aprile, nella cappella di S. Giuseppe, alla Casa Madre delle Suore di Nevers.

Quando, nel 1909, trent'anni dopo, si procede alla sua ricognizione, il corpo appare intatto, appena rinsecchito. Il viso e le mani sono bianche.

Dopo il processo informativo, viene introdotta la causa di beatificazione nel 1913. Il 14 giugno 1925 la malatina di via Piccoli Fossati è proclamata Beata ed il giorno 8 dicembre del 1933, è coronata dell'aureola dei Santi, nella basilica di S. Pietro, da Papa Pio XI.

Il suo corpo, rivestito di cera, riposa in un reliquiario, nella cappella della Casa Madre delle Suore di Nevers.

 

Riflessioni: La morte dei Santi

Tutti temono la morte, anche i santi a volte. Essa non cesserà mai di essere il castigo più evidente del peccato di origine. La stessa paura che ci incute, dice chiaramente che non eravamo fatti per morire e tutto il nostro essere resta proteso verso la vita, come l'ago della bussola verso il Nord magnetico.

Ma quanto è diversa la morte dei santi e dei buoni cristiani, che considerano la morte come l'inizio della vera vita in seno a Dio, dalla morte piena di timore per ciò che sarà dopo la tomba per gli empi!

La certezza della morte, che nessuno può lasciare illuso, neppure i buoni, è compensata per questi dalla certezza della beatitudine senza fine, quale può fornire solo una coscienza limpida e pura.

Si muore una volta sola. - Se fosse possibile morire due o più volte, la morte perderebbe subito il suo volto terribile; poiché, se una esistenza fosse stata sciupata una prima volta, si potrebbe almeno rimediarvi una seconda, od una terza volta. Si muore invece una volta sola e l'anima resta stabilita in eterno nello stato di amicizia con Dio o meno, secondo che è stata trovata in Grazia o no, all'istante in cui è spirato il periodo di prova, che è la vita.

Medita spesso sulla morte e sulle sue circostanze, che il Signore ci tiene nascoste, invitandoci a vegliare sempre». Dove, come, quando morrai?

Da quel punto estremo devi abituarti a considerare ed a vedere le cose di quaggiù e le vicende della tua vita!

«Prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte!». - Quale consolazione tuttavia deve essere per un'anima, sentire accanto a sé in quell'estremo momento, una mamma, un'avvocata come Maria! stringere tra le proprie mani la sua corona e presentarsi con essa al tribunale di Dio!

Se in vita l'abbiamo invocata spesso e di cuore con le parole dell'Ave Maria, Essa non mancherà di esserci vicina, di difenderci e di introdurci con Lei in cielo.

Nell'ora della mia morte, O MARIA, che già tante volte invocai, accorri presso il mio letto, come farebbe mia madre, se fosse ancora viva. Forse la mia lingua paralizzata non potrà più invocare il Tuo Nome, ma il mio cuore continuerà a ripeterlo. Ora ti invoco per quel momento decisivo. Spirerò solo, senza umana assistenza?... Io morrò sorridente, perché ci sarai Tu! Lo spero, lo credo, ne sono certo!

Mons. Millot Vicario Generale di Versailles

Fioretto: Chiuderò le mie giornate con un bell'atto di pentimento, rivolgendomi la domanda: Che sarebbe di me, se dovessi morire questa notte?

Giaculatoria: Nostra Signora di Lourdes, prega per noi!

 

IL ROSARIO DEL SOLDATO MORENTE

Siamo nella guerra del 1914. Sulla frontiera franco germanica un soldato francese viene ferito gravemente da una fucilata nemica. Due compagni accorrono e lo mettono su di una barella.

- No - dice il ferito, - lasciatemi morire qui. Sto troppo male. - È ordine dell'ufficiate!

- Allora ubbidite.

I due si mettono in marcia verso il posto di medicazione più vicino. Dietro a loro arriva di corsa anche l'ufficiale; vuol bene al suo “ragazzo vadano”, il migliore della compagnia, e vuol rendersi conto personalmente del suo stato di salute.

Camminarono in silenzio per un buon tratto. Le prime luci dell'alba incorniciavano i monti lontani. Ad un certo punto, il ferito fece un segno e chiamò l'ufficiale.

- Vuol bere?

- Per favore, mi dia il S. Rosario, che sta nella mia tasca destra. L'ufficiale l'accontentò subito. La mano che si tese a prendere la corona era bianchissima; anche il viso era bianco e gli occhi socchiusi. L'ufficiale guardava quella mano penzoloni che sgranava il Rosario sempre più lentamente. Terminata la prima decade di Ave, l'ufficiale diede l'alt. I due soldati si fermarono e deposero la barella. Soltanto allora s'accorsero che la corona era caduta ed il loro compagno era spirato! (Da: «Madre e Regina,)

p. Luigi Chierotti C.M.


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