GENERALE FEDERCO BELLOTTI (... + 1924)
Prima di morire dispose nel testamento: «Desidero che il mio corpo discenda nella terra e che sulla tomba siano scritte queste sole parole:
QUI GIACE UN GALANTUOMO CREDENTE CONVINTO ED OSSERVANTE.
Nelle «Memorie» lasciate ai congiunti vi é questa fervida testimonianza resa al Crocifisso e alla piccola e graziosa immagine di Lui: «Questo Crocifisso mi ha seguito per 40 anni, di giorno stretto al petto nella tasca interna della giubba, di notte sotto il guanciale: dinanzi a Lui ho pregato e pianto: l'ho baciato sempre mattina e sera. Mi ha protetto in gioventù, mi ha salvato nei pericoli, e in questi ultimi tempi mi ha dato forza, coraggio e rassegnazione». (L'Ordine della Domenica - Como, 1924).
Per tutti gli uomini, abbiano essi le intenzioni più rette, la vita è un intreccio continuo di lotte intellettuali, fisiche e morali, che sospingono lo spirito ora a destra e ora a sinistra, ora in alto e ora in basso. Si riesce ad essere galantuomini di vero nome e si acquista il forte carattere di credenti convinti e praticanti, se, con benintesa devozione, si attinge di continuo alle acque vigorose che sgorgano dalla Croce.
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