lunedì 17 maggio 2021

AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA

 


Autenticità del Concilio di Cirta. 

18. Era ancora giorno, quando essi tentarono di dimostrare  l'inautenticità del concilio di Cirta 57, seppur si possa chiamare  concilio una riunione di appena undici o dodici vescovi, da cui  abbiamo citato alcuni testi, in base ai quali risulta che certuni, che  si erano pronunciati con Secondo di Tigisi per condannare Ceciliano,  erano traditori. Costoro, volendo dimostrare il falso, dichiararono  che durante la persecuzione era assolutamente impossibile per  quegli undici o dodici vescovi tenere una riunione in qualche casa. E  per provare che era tempo di persecuzione, presentarono gli atti dei  martiri, affinché, compulsando le date e i nomi dei consoli, si  potesse determinare con certezza di quale epoca si trattasse. In  effetti, questi atti dei martiri li produssero contro se stessi, a loro  confusione, poiché sono proprio quegli atti che rivelano  chiaramente come le comunità cristiane usassero riunirsi in quel  periodo di persecuzione. Da ciò risultò con certezza che non era  inverosimile sentir leggere che anche quei vescovi si fossero riuniti  in una abitazione privata, per ordinare clandestinamente un  vescovo per quei fedeli che, potendolo fare, si riunivano anche  durante la persecuzione, come appunto raccontano gli atti dei  martiri. A sua volta, questo vescovo avrebbe potuto ordinare  clandestinamente altri chierici, che lo coadiuvassero in una  emergenza così grave, per il fatto che il vescovo suo predecessore  con il proprio clero aveva defezionato, come risulta dalla stessa  lettera di Secondo, che essi avevano allegato. Gli atti dei martiri  che costoro esibivano, ci suggerirono l'idea di consultarne altri, e così vi scoprimmo, facendolo notare opportunamente, che in piena  persecuzione era stata messa a disposizione una casa privata per le  riunioni dei cristiani, cosa che essi avevano dichiarato impossibile, e  persino in carcere erano stati battezzati alcuni confessori della fede  in Cristo. Da questi elementi, essi poterono rendersi conto che non  era poi così incredibile il fatto che un gruppetto di vescovi si  riunisse in una casa privata durante la persecuzione, quando  addirittura in un carcere si celebravano i sacramenti di Cristo, nel  quale erano detenuti i confessori della fede in Cristo. Quale enorme  aiuto, dunque, ci sia venuto dagli atti dei martiri, chiunque lo può  constatare, a meno che non abbia nel suo cuore la stessa notte,  che avevano questi ciechi! 

Sant'Agostino

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