QUADRO TEOLOGICO --- AGGIORNAMENTO --- APPLICAZIONE
Così come ci siamo sforzati di esaminare nel corso della nostra storia, come carisma nella Chiesa, quale fosse la cristologia di fondo nella visione di Concepción Cabrera de Armida, che nel corso del tempo ci è stata rivelata nella linea sacerdotale, ossia la sequela di "GESÙ PRETE E VITTIMA", nelle riflessioni che ora presentiamo dobbiamo contemplare nell'amore speciale di Gesù per i sacerdoti, il suo amore per la Chiesa. Non è un amore che si deposita solo in una "persona singola", ma, per così dire, in una "personalità corporativa"; così inteso, questo amore di predilezione per i sacerdoti è amore per tutto il suo "Corpo" che vuole beneficare, come ci ricorda San Paolo: ogni carisma è per il bene comune, cioè il bene di tutti, il bene del Corpo (1 Cor 12), e qui troviamo che il dono dell'"imposizione delle mani" per fare di un cristiano un sacerdote, è per il bene della Chiesa; perché è un sacramento che ci configura a Cristo, Pastore e Capo, Servo e Sposo (PDV).
È chiaro che il linguaggio di Concepción Cabrera de Armida, per ragioni di tempo, in certe espressioni che usiamo, presenta il sacerdote come un "supercristiano", e questo può creare un certo rifiuto per noi, dalla nostra attuale visione della Chiesa; Per questo motivo ci soffermeremo a dare un quadro di riferimento teologico più attuale, quello di un'ecclesiologia di comunione, e da questa prospettiva spiegheremo il rapporto tra sacerdozio comune e ministeriale, tracciandone le conseguenze ecclesiali, per collocarci nell'orizzonte di una concezione della Chiesa quale ci è stata presentata dal Concilio Vaticano II.
I. LA CHIESA, MISTERO DI COMUNIONE
L'ultimo Concilio ha recuperato lo spessore trinitario della Chiesa, affermando che essa proviene dalla Santa Trinità e consiste nel disegno salvifico universale del Padre (LG,2), nella missione del Figlio (LG,3) e nell'opera santificatrice dello Spirito (LG,4).
È la "comunione" ecclesiale che è immagine o icona della Trinità e che si manifesta nella diversità dei "carismi e ministeri" che costruiscono il "Corpo di Cristo", favorendo la comunione.
La concezione piramidale della Chiesa di tipo bellarminiano, in cui l'accento era posto sulla visibilità, sull'autorità e sulla società perfetta, lascia il posto - grazie all'azione liberatrice dello Spirito nell'ultimo Concilio - a una Chiesa più conforme a quella che ci viene presentata dalla comunità primitiva, una Chiesa "comunionale" (senza uscire dalla gerarchia), una Chiesa --- una comunità di credenti --- che è "mistero" e che nasce "dall'alto", cioè da Dio come espressione della sua bontà e, quindi, posta sul piano del soprannaturale e che può essere colta solo con gli occhi della fede.
Questa Chiesa sta affrontando grandi sfide come Popolo di Dio (sacramento della salvezza) e desidera portare la buona notizia del Regno al mondo per riorientarlo al cuore della Trinità, da cui tutto procede e a cui tutto tende.
Anche la profondità trinitaria è stata recuperata senza perdere di vista la corporeità storica della Chiesa. Viene "dall'alto", ma in un pellegrinaggio attraverso la storia senza ridursi alle sue coordinate.
In un'ecclesiologia di comunione, "l'unità precede la distinzione", cioè il "popolo di Dio" (ecclesiologia totale) viene prima e dopo le distinzioni di "ministeri e carismi", senza sminuire il "ministero ordinato", ma anzi collocandolo all'interno del tutto.
L'unità precede la distinzione e la varietà ministeriale si fonda e si nutre della ricchezza della presenza dello Spirito Santo e del mistero ecclesiale, concepito come "segno e strumento del Signore" per il bene salvifico del mondo.
In questo modo, il sacerdozio universale (comune) e la dimensione carismatica dell'intero popolo di Dio assumono un nuovo rilievo (LG,4 e 7).
E le varie forme ministeriali - compresa quella specificamente gerarchica (in cui sono variamente rappresentati l'unico pastore, il sacerdote e il profeta) - trovano un ordine, e quindi il ruolo dei ministri sacri è di discernimento e di unità, cioè è un "ministero di sintesi non una sintesi di ministeri", non il factotum o l'unico protagonista, senza colui che armonizza i vari strumenti che sono orchestrati in una grande sinfonia:
Tutta la Chiesa è permanentemente risvegliata, energizzata e rinnovata nella fedeltà allo Spirito (LG, 8).
La Chiesa comunione non si difende dal mondo e vive ripiegata su se stessa (ecclesiocentrismo), ma è lievito nelle masse e "riconosce il mondo come luogo del Vangelo" e si apre ad esso, decentrandosi per la salvezza dei fratelli.
Attraverso la realtà "mistica" della Chiesa come comunità (carismi e ministeri), si ristabilisce il primato della dignità comune dei battezzati, si ripristina la corresponsabilità di tutti i cristiani nella loro missione verso il mondo, animando il "secolare". È l'intera comunità che vuole trasformare il mondo sulla base della sua identità originaria, che è trinitaria, cioè comunionale. Ed è in questa prospettiva che comprendiamo la "comunione missionaria", che gli ultimi documenti della Chiesa ci hanno consegnato (CH.L., RM., PDV).
Manuel Rubín de Celis, M.Sp.S
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