LEBBROSI MONDATI
563 146. A San Severino, nella Marca d'Ancona, abitava un giovane di nome Atto. Era talmente coperto da ulcere che, per giudizio dei medici era ritenuto da tutti un vero lebbroso. Le membra erano tutte tumefatte e ingrossate, e a causa della dilatazione e del rigonfiamento delle vene, tutto gli appariva deformato. Camminare gli era impossibile, e doveva starsene sempre inchiodato nel giaciglio del suo dolore, con disperata afflizione dei genitori. Specialmente il padre suo, straziato da quel diuturno eccessivo dolore, non sapeva più che cosa fare. Ma finalmente gli venne in mente di raccomandarlo e votarlo al beato Francesco, e gli fece questa proposta: "Figlio mio, vuoi fare un voto al glorioso Francesco, che rifulge per molti miracoli, perché voglia liberarti dal tuo male?". Rispose: "Sì, babbo!". Il padre si fece subito portare un foglio di papiro, prese le misure dell'altezza e grossezza del figlio, e poi gli disse: "Alzati, fai voto al beato Francesco che, se guarirai, ogni anno e per tutta la tua vita, andrai pellegrino alla sua tomba, recandogli un cero alto come te". Il giovane obbedì alla richiesta paterna, si alzò come poté e a mani giunte incominciò a invocare la misericordia dei beato Francesco. Presa la misura del papiro, si alzò appena finita la preghiera, ed era completamente guarito dalla lebbra. Cominciò a camminare, dando lode a Dio e al beato Francesco.
Nella città di Fano, un giovane di nome Bonomo, ritenuto da tutti i medici lebbroso e paralitico, appena viene offerto molto devotamente dai genitori al beato Francesco è liberato dalla lebbra e dalla paralisi e riacquista piena salute .
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