Una ispirazione a tempo seguita.
Baldassare Guinigi, giovane nobilissimo di Lucca, era dedito perdutamente al gioco, che di molti mali gli era funesta cagione. Avviandosi un dì alla casa dov'era solito trattenersi lunghe ore coi compagni a giocare, nel passar che fece davanti alla chiesa di San Michele, sente al cuore questa voce del Signore: Entra in chiesa, e con una confessione ben fatta mettiti nella mia grazia. Egli, dopo avere seco lottato, per sua ventura cede a quella ispirazione, e fa al Venerabile Padre Cesare Franciotti, che ivi era, una generale accusa delle sue colpe. Appena uscito di chiesa col cuor contrito, s'incontra in alcuni suoi amici, i quali al vederlo inarcano per grande stupore le ciglia, come vedessero un morto risuscitato: e dopo averlo ben bene squadrato, esclamarono tutti ad una voce: Tu qui? ma non sei Baldassarre Guinigi? E se lo sei, come ancor vivi? Noi ti abbiamo già pianto morto. Egli che nulla sapeva della disgrazia toccata ai suoi compagni di gioco, se ne stava muto, non sapendo che dire. Ma lo stupore gli si cambiò in orrore, che lo fece gelare, quando da essi intese, che mentre egli stava in chiesa, era improvvisamente caduta la casa, nella quale erano i suoi compagni, seppellendoli tutti sotto le sue rovine: e questi suoi amici lo credevano anch'esso, secondo l'usato, in quella casa e quindi malamente perito. Guinigi riconoscendo dall'ispirazione del Signore la grazia di non aver fatto la misera fine dei suoi compagni, tutto a lui si consacrò nell'Ordine religioso della Madre di Dio, dove perseverò in buona e santa vita fino alla morte.
La morte infelice dei compagni di Baldassare Guinigi ci ispiri orrore verso il vizio del gioco, che tante anime allontana dalla virtù e conduce all'inferno; e la miracolosa liberazione di lui da tale castigo ci induca e seguire con animo pronto le sante ispirazioni di Dio.
DON ANTONIO ZACCARIA
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