1. Alle lodi di Elisabetta Maria risponde attribuendo ogni merito a Dio: essa riconosce che il Signore ha fatto in lei grandi cose, ma proclama che ciò è avvenuto perché Dio ha rivolto lo sguardo sull'umiltà della sua ancella, attuando per mezzo di lei un disegno di bontà che si estende a tutto Israele e a tutto il mondo.
Maria è uno specchio della gloria di Dio: quanto riceve, tanto irradia, tenendo per sé soltanto la gioia: «Il mio spirito esulta di gioia in Dio mio salvatore!».
2. Consacrarsi a Maria significa entrare nella sua lode e votarsi alla gioia. Il risveglio di molti uomini è triste, appesantito dalla esperienza del peccato. Maria porta i suoi prediletti, a lei consacrati, alla purezza del cuore e a vedere Dio presente nella vita come «Luce intellettual piena d'amore» (Dante).
La gioia è il frutto di un'armonia. Essa può sgorgare dai sensi: gioia sana di un buon pranzo, di una bella musica, di una passeggiata al sole. Più a fondo può sgorgare dallo spirito: gioia di un incontro con il fidanzato, gioia della maternità. La gioia superiore viene dalla vita di grazia, dalla santità del cuore, dall'unione con Gesù Eucaristia, con Dio presente in noi.
3. Prima fonte di gioia è la natura. «È perché non sanno che c'è della felicità in ogni filo d'erba, che gli uomini non riescono a stare in pace» (H. Troyat). Saper gustare le cose, anche le più umili, cogliere la gioia che scorre nel ruscello montano o che scintilla tra le corolle di un fiore, è una prima saggezza. La gioia non viene dalle cose possedute, ma è un atteggiamento del cuore. Non le cose vanno aumentate, ma la nostra attitudine contemplativa.
Una gioia superiore viene dalla contemplazione del piano salvifico di Dio: il suo intervento nella storia per ricuperare l'uomo perduto, la sua presenza eucaristica, la speranza di una vita eterna sono motivi di gioia evangelica.
Ma Gesù ci insegna l'arte di far scaturire la gioia anche dalla zona oscura del dolore, del male: è il senso delle beatitudini evangeliche: «Beati i poveri nello spirito... Beati voi quando vi oltraggeranno e perseguiteranno, e mentendo diranno di voi ogni male per causa mia. Gioite ed esultate, perché grande sarà la vostra ricompensa nei cieli... » (Mt 5, 1 s).
4. Nessuna situazione umana può toglierci la gioia, se viviamo il Vangelo. Nella stessa agonia dell'orto, la vetta dell'anima di Cristo splendeva al sole dell'amore; San Paolo esclamava: «Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione» (2 Cor 7, 4); gli Apostoli uscirono dal sinedrio «lieti di essere stati fatti degni di patire oltraggi per il nome di Gesù».
I grandi mistici, infine, che hanno sofferto nelle proprie carni e nel proprio spirito la crocifissione con Gesù, al culmine delle loro sofferenze danno testimonianza di una gioia che l'uomo normale non ha.
O Maria, dammi un cuore felice, che irradi la gioia!
«Noi tutti faremmo molto di più per Iddio se ci sforzassimo di portare più gioia nella nostra vita e in quella degli altri» (D. Considine).
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