venerdì 13 settembre 2024

Il Purgatorio e il Paradiso

 


CHI MORRA’ VEDRA’…


La purificazione è un bisogno dell'anima

  Non è un atto di severità da parte di Dio, è assurdo il pensarlo, perché Dio è amore, e per lo stato di grazia dell'anima, Dio l'ama di smisurato amore, ma è un bisogno dell'anima medesima. L'adorante apprezzamento che ha di Dio, le fa considerare la sua infinita santità, e non vuole raggiungerlo per goderlo, senza essere tutta Purificata.

  Sarebbe del resto per lei un tormento e non una gioia l'andare in Paradiso, come è tormento per un occhio infermo la luce e la visione di un panorama, o per uno stomaco malato la sazietà del cibo saporoso, o per una persona rivestita di abiti laceri e macchiati, l'ingresso in una festa regale.

  Per l'amore infinito che attira l'anima, e per il desiderio della purificazione che essa ha, si capisce bene perché Dio vuole che l'anima sia soccorsa dal suffragio che l'aiuta a purificarsi, e perché l'anima si rivolge alla Chiesa militante, che è ricca dei tesori della misericordia di Dio, dei meriti di Gesù, di Maria SS.ma e dei Santi. E’ logico, perché l'anima finché non giunge a Dio, è ancora viatrice, benché fuori della vita terrena, e per purificarsi deve attingere alle fonti della Chiesa pellegrina.

  Dio non vuole purificare l'anima con un atto di misericordia, per signorilità squisita direi quasi, perché chi paga della propria moneta o della moneta di chi gli è associato nella vita, è più soddisfatto e gode di più di chi non paga ma riceve come elemosina il saldo del debito. Dio sembra severo quando dice che occorre pagare sino all'ultimo quadrante, ma in realtà Dio è buono, perché non vuole che l'anima entri nel Cielo come debitrice, sia pure di uno spicciolo, ma vi entri come regina, con un diritto di giustizia.

  Abituati come siamo alla superficialità dei nostri apprezzamenti sulla bontà di Dio, e completamente ignari delle armonie mirabili del suo amore, stentiamo a capire la bontà divina nella sua giustizia amorosissima, quando permette che gemiamo e soffriamo sia nella vita presente che in quella di oltretomba.

Sac. Dolindo Ruotolo


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