venerdì 12 marzo 2021

Di Cristo o del mondo

 


Mediocrità mondana e idealismo evangelico

La mediocrità, che è congenita all'uomo carnale, lo colpisce profondamente nei suoi modi di vivere e di agire, ma ancora di più e più ancora nei suoi modi di pensare.

Così, concretamente, l'uomo carnale - e il cristiano pelagico è un uomo che non è così cattivo, l'uomo non è così male, l'uomo eminentemente carnale-considera, da un lato, che  (ha un buon background), e d'altra parte, crede di non essere chiamato ad un'alta perfezione (è sufficiente che sia decente, che non faccia danni fisici o economici agli altri). E per quanto riguarda il mondo, pensa anche che il mondo non è così male (c'è molto di buono in esso), e che pretendere che sia perfetto è una chimera (basta che non ci sia la guerra e che sia possibile vivere). 

Il cristianesimo, invece, vive una speranza molto alta, basata in tutta certezza sulla misericordia onnipotente del Salvatore. È convinto che sia l'uomo che il mondo attuale sono in una situazione semplicemente terribile; ma spera, con la più ferma speranza, che attraverso la grazia di Cristo possano arrivare ad una meravigliosa perfezione, qualunque sia la loro situazione qualunque sia il loro presente attuale. L'uomo può - deve - arrivare alla santità. Il mondo può e deve diventare il Regno di Dio. Inoltre, il credente che l'idealismo evangelico di Cristo sarà finalmente realizzato senza fallire, e che un giorno, con tutti i nemici - anche la morte - sottomessi, "Dio sarà tutto in tutte le cose" (1 Cor 15,28).


Pessimismo e ottimismo 

Prima ci riferivamo all'ingenuo pelagiano. Ma la verità è che ottimista pessimista le qualificazioni o sono così ambigue che, nella maggior parte dei casi, non significano quasi nulla. Converrà dunque che li lasciamo discretamente da parte. Ottimismo e pessimismo, troppo spesso, sono giochi di parole. Ma con le parole non conviene giocare. In ogni caso, e senza che lo sentiamo come un precedente, si potrebbe dire qui che molto pessimista il cristianesimo riguarda l'uomo e il mondo abbandonati alle proprie luci e forze, ed estremamente ottimista quanto alle reali possibilità che l'uomo e il mondo hanno di raggiungere la perfezione con la grazia di Cristo. Da questo atteggiamento viene lo slancio apostolico verso la conversione dell'umanità, e il lavoro speranzoso per la trasformazione evangelica del mondo.


L'uomo e il mondo sono totalmente malvagi?  

Sia il male dell'uomo adamitico che il male del mondo secolare non lo è, nonostante l'evidente inclinazione dell'uomo al male, naturalmente, totale, e del mondo, persiste anche in loro un'indubbia capacità di bene.  Ricordiamo a questo proposito alcune formulazioni classiche dei trattati sulla grazia, che riassumono la fede della Chiesa. Sono affermazioni che vengono fatte di solito sull'individuo, ma sono perfettamente applicabili all'umanità nel suo insieme, cioè a al mondo.


  Pelagianesimo e consigli evangelici 

"Se volete essere perfetti, andate, vendete i vostri beni e dateli ai poveri, e avrete un tesoro in cielo". Vieni e seguimi.

Queste parole di Gesù hanno sempre governato nella Chiesa ogni ricerca sui mezzi di perfezione cristiana. Anche nel nostro studio, manterranno sempre il loro indiscusso primato. 

Ora, senza l'umile consapevolezza della grande fragilità del mondo, non si comprende l'opportunità di rinunciare al mondo, e sia i laici che i religiosi producono forme contraffatte di spiritualità cristiana, deboli e sterile. Allo stesso modo, una visione pelagiana del mondo ci impedisce di vivere la rinuncia  ad esso - spirituale in tutto, materiale anche nel religioso. 

I cristiani, allora, diventano sempre più mondani nella mentalità e nei costumi, perdono la pratica della vita cristiana, e infine perdono anche la loro fede. 

INFORMAZIONI SPIRITUALI IMPORTANTI È NECESSARIO SAPERE PER ESSERE SALVATI

 


"5. L'impurità, dice Sant'Agostino, è un vizio che fa guerra a tutti e che pochi vincono. "La lotta è comune, ma la vittoria rara". Quante anime miserabili sono entrate in gara con questo vizio, e sono state sconfitte! Ma per indurvi ad esporvi alle occasioni di questo peccato, il diavolo vi dirà di non aver paura di essere vinti dalla tentazione. "Non voglio", dice San Girolamo, "combattere con la speranza della vittoria, per non perdere talvolta la vittoria". Non voglio espormi al combattimento con la speranza di vincere; perché, impegnandomi volontariamente nella lotta, perderò la mia anima e il mio Dio. Per evitare la sconfitta in questa lotta, è necessaria una grande grazia di Dio; e per renderci degni di questa grazia, dobbiamo, da parte nostra, evitare le occasioni di peccato. Per praticare la virtù della castità, è necessario raccomandarsi continuamente a Dio: non abbiamo la forza di conservarla; quella forza deve essere il dono di Dio. "E siccome sapevo", dice il Saggio, "che non avrei potuto essere continente se Dio non me lo avesse dato, ... andai dal Signore e lo supplicai." (Sap. 8.21) Ma se ci esponiamo alle occasioni di peccato, noi stessi forniremo alla nostra carne ribelle le armi per fare guerra all'anima. "Né", dice l'Apostolo, "cedete le vostre membra come strumenti di peccato per l'iniquità". (Rom. 6.13) Spiegando questo passaggio, San Cirillo di Alessandria dice: "Tu stimoli la carne; la armi e la rendi potente contro lo spirito". San Filippo Neri era solito dire che nella guerra contro il vizio dell'impurità, la vittoria è ottenuta dai codardi - cioè da coloro che fuggono dalle occasioni di questo peccato. Ma l'uomo che si espone ad esso, arma la sua carne, e la rende così potente, che gli sarà moralmente impossibile resistere ai suoi attacchi.


"6. "Grida", dice il Signore a Isaia, "tutta la carne è erba". (Isa. 40.6) Ora, dice San Giovanni Crisostomo, se tutta la carne è erba, è tanto sciocco per un uomo che si espone all'occasione del peccato sperare di conservare la virtù della purezza, quanto aspettarsi che il fieno, in cui è stata gettata una torcia, non prenda fuoco. 

"Metti una torcia nel fieno, e poi osa negare che il fieno bruci". No, dice San Cipriano; è impossibile stare in mezzo alle fiamme e non bruciare. "Impossibile est flammis circumdari et non ardere". (De Sing. Cler.) "Può un uomo", dice lo Spirito Santo, "nascondere il fuoco nel suo petto, e le sue vesti non bruciare? o può camminare sui carboni ardenti, e i suoi piedi non essere bruciati?" (Prov. 6.27, 28) Non essere bruciati in tali circostanze sarebbe un miracolo. San Bernardo insegna che conservare la castità e, allo stesso tempo, esporsi all'occasione prossima del peccato, "è un miracolo più grande che resuscitare un morto".

Il primo sigillo è l‟apostasia.

 


APOCALISSE 

Mia amata figlia prediletta, dii ai Miei figli che nessun uomo ha la conoscenza o l‟autorità per rivelare la verità contenuta nel Libro della Rivelazione. 

Non importa quanto esperti si possano considerare di essere, sono solo Io, Gesù Cristo, Salvatore e Redentore del genere umano che ha l‟autorità per rivelare, al mondo, ciò che è contenuto nel Libro della Verità. 

Solo io, l‟Agnello di Dio ho il diritto di consegnare la verità, data al Mio discepolo Giovanni Evangelista, lo strumento della verità, al mondo di oggi. 

Il primo sigillo è l‟apostasia osservata non solo tra i non credenti, ma tra coloro che professano di conoscere Me e tra coloro che pubblicamente proclamano il loro amore per Me. 

Questo è il momento in cui la vera fede sarà distorta, quando a voi, figli Miei, é mostrata una dottrina annacquata, che è un insulto ai Miei insegnamenti 

Bambini vi dico che quando vedete presentarsi nuove false fedi e dottrine religiose, saprete che questo è il momento in cui il primo sigillo sta per essere rivelato. 

Guardatevi intorno e cosa vedete? Religioni che rendono omaggio a nuovi dei di cui non avete mai sentito parlare. Religioni basate sulla fantascienza, pari a una sciocchezza e che sono vuote di sostanza. Entità spirituali che non sono di questo mondo, ma molti credono che rappresentano il regno del Padre Mio Celeste. 

Prestate attenzione ora poiché vivete nella immaginazione. 

Nessuna di queste credenze metafisiche rappresentano la verità. 

Ogni dottrina che insegna l‟importanza di mettere se stessi prima di tutto il resto è una dottrina che nasce da satana. 

Non ascoltate. Voltate le spalle a questo inganno crudele. 

Coloro che cercano falsi dèi e dedicano la loro vita a idolatrare falsi dei sono persi per Me. 

Non posso salvarvi, a meno che non vi fermate e Mi pregate per avere consiglio. 

Voi e tutti coloro che consapevolmente si allontanano adesso dal re delle tenebre sarà dato il dono del discernimento, se Mi pregate in questa Crociata di  preghiera (36) Aiutami a onorare il vero Dio 

Gesù aiutami perché sono smarrito e confuso 

Non conosco la verità della vita dopo la morte 

Perdonami se Ti offendo onorando falsi dei che non sono il vero Dio 

Salvami e aiutami a vedere la verità con chiarezza e salvami dalle tenebre della mia anima 

Aiutami a venire alla luce della Tua Misericordia. 

Amen. 

C‟è un solo Dio, i l Padre, il Figlio e lo Spirito Santo in una Santissima Trinità. 

Qualsiasi altro dio viene da Satana, non importa quanto attraente sia l‟apparenza. 

Vi prego di non sprecare la vostra vita eterna impegnando la vostra fedeltà a quelle fedi che onorano pratiche new age, compresi Reiki, Yoga, meditazione New Age, tarocchi, chiaroveggenza, letture psichiche e il culto dell‟angelo connesso con maestri ascesi. 

Lentamente ma sicuramente queste pratiche dell‟occulto vengono accettate non solo dalla vostra società, ma dalle Chiese Cattolica e Cristiana. 

Queste false dottrine religiose si stanno diffondendo così velocemente che hanno distrutto miliardi di figli di Dio che ormai hanno trovato cosi tanto falso conforto dentro di loro che non riconoscono l‟esistenza del Dio unico e vero. 

Il tuo Gesù. 

7 Marzo 2012

La battaglia continua 3

 


IL MODERNISMO

Il Santo Pio X definì il “Modernismo”: la “sintesi di tutte le eresie”, ossia il “compendio di tutti gli errori”.

Certo, i buoni fedeli non sanno nulla e quindi non possono capire dov’è il sottile veleno delle sue teorie, che possiamo dire l’agnosticismo, il panteismo, il luteranesimo, il razionalismo, per finire nel naturalismo e nell’ateismo.

Siamo, ormai, allo scoperto delle “due città” di S. Agostino, ossia alla città di Dio e a quella di Satana, due campi nitidamente separati.

L’enciclica di S. Pio X, la “Pascendi Dominici Gregis” (1907) è un documento che c’insegna a combattere questo nefando Movimento. Anche il Concilio Vaticano I prevenne con ammaestramenti e definizioni, colpì a morte le teorie moderniste, che vorrebbero spiegare l’introduzione della religione cristiana nel mondo con teorie soggettivistiche d’immanenza e di monismo evolutivo. 

Così, nella teoria modernista non è Dio che crea l’uomo, ma è l’uomo che crea un Dio adatto alla sua coscienza, per cui deve avere quel culto che più garba al suo modo di vedere e di vivere, ossia: un Dio selvaggio per i selvaggi, un Dio bello ed esteta in Grecia, giuridico marziale per Roma, feticcio nelle Indie, un Dio, perciò, falso ed eretico. 

Mentre i pagani avevano idoli di pietra, di piante, d’animali, i moderni pagani hanno degli idoli fantastici, sentimentali, “idola mentis”, come direbbe S. Agostino.

Ora, i modernisti, razionalisti come Loisy, Harnac, Labanca, Renan e altri simili, si vogliono foggiare con la religione e con la fede e la morale, ma con un proprio modo di vedere. E quindi riducono la fede a un sentimentalismo, ad un’emozione, cioè, che resta dentro i confini del sentimento, da cui segue che ogni religione è vera, sia che i sentimenti si rivolgano a Gesù Cristo, a Maometto, al dio Jeova oppure al dio Budda, cancellando, quindi, San Paolo che afferma:

«uno è il Signore, una la Fede, uno il Battesimo, uno Iddio, il quale è padre di tutti gli uomini e domina tutte le cose».

Quindi, Gesù fondò la sua Chiesa ed Egli ne è la pietra angolare ed ivi si insegna una sola dottrina, immutabile ed eterna, la sola Verità.

Certo, gli Apostoli previdero che, in ogni tempo, ci sarebbero stati ogni sorta di modernisti e di novatori. San Giuda Taddeo ammoniva i fedeli di guardarsi da loro, per non essere trascinati nell’empietà: «In novissimo tempore venient illusores secundum desideria sua fabulantes in impietatibus; hi sunt qui segregant semetipsos, animales, spiritum non habentes».

Anche l’apostolo San Paolo raccomanda a Timoteo di vigilare, perché verrà un tempo in cui molti non vedranno più la sana dottrina, ma, pei propri gusti, cercheranno maestri che racconteranno favole su teorie inventate, false e fallaci. Per questo, Gesù ci diede un criterio di verità per conoscere l’albero buono e quello cattivo: “ex fructibus eorum cognoscetis eos”. Noi cristiani non scopriamo la verità, ma col lume della ragione e della Fede scopriamo le verità soprannaturali: il mistero della Trinità, dell’Incarnazione, dell’Eucarestia, della Risurrezione dei morti; sono verità di divine rivelazioni, non di umane invenzioni.

Il “Modernismo”, invece, (che non è nuovo, ma vecchio fin dai tempi di Adamo!) è la peste della società, perché vi si ragiona sui trampoli, scambiando le cause, confondendo la logica, per cui esso è una vera malattia, un nome nuovo dello scetticismo, del naturalismo, del razionalismo. Il Modernismo, quindi, è solo un ennesimo tralcio infecondo, staccato dalla vite vera, il Cristo, per cui verrà, poi, gettato ad ardere nelle fiamme infernali.

È bene ricordare che la Chiesa guarda sempre impavida in faccia a tutte le tempeste. È da venti secoli che la Chiesa non fugge. Le tempeste passeranno e la Chiesa drizza la prora verso nuove conquiste, non per raccogliere tesori del mondo, ma per pescare e salvare le anime, in virtù del nome di Gesù, fuori del quale non c’è salute.

***

sac. Luigi Villa

PIANIFICAZIONE FAMILIARE NATURALE, L'ATTO SESSUALE CONIUGALE E LA PROCREAZIONE

 


LA PROCREAZIONE È LO SCOPO PRINCIPALE DEL MATRIMONIO


È una legge divina, un dogma della fede (de fide), che il fine primario del matrimonio è la procreazione (generare figli) e l'educazione dei figli. Papa Pio XI decreta che "è al di là del potere di qualsiasi legge umana" insegnare altrimenti.

Papa Pio XI, Casti Connubii (# 8), 31 dicembre 1930: "Togliere all'uomo il diritto naturale e primordiale del matrimonio, circoscrivere in qualsiasi modo i fini principali del matrimonio stabiliti all'inizio da Dio stesso nelle parole "Crescete e moltiplicatevi", è al di là del potere di qualsiasi legge umana. ... Questo è anche espresso succintamente nel Codice di Diritto Canonico [1917] [Canone 1013]: 'Il fine principale [o scopo] del matrimonio è la procreazione e l'educazione dei figli'".

Un commento pratico al canone 1013 spiega che: "non ci può essere alcuna controversia sull'oggetto primario del matrimonio. La perpetuazione del genere umano è voluta dal Creatore, che fin dalla creazione del genere umano ha designato i mezzi per questo scopo... Il Santo Ufficio condanna l'opinione difesa da alcuni autori recenti che negano che la procreazione dei figli sia il fine primario del matrimonio, e considerano i suoi fini secondari non subordinati al suo fine primario ma indipendenti da esso." (1 aprile 1944; Acta Ap. Sedis, XXXVI, 103.) 

Non potrebbe essere più chiaro sia dalla Legge Naturale che dagli insegnamenti della Chiesa che "Il fine primario del matrimonio è la procreazione e l'educazione dei figli". (Codice di diritto canonico del 1917, canone 1013) Pertanto, è un'eresia insegnare che la procreazione e l'educazione dei figli non è l'unico fine primario del matrimonio. Qualsiasi piano deliberato dall'uomo per frustrare l'atto coniugale tentando di rendere impossibile il concepimento è un peccato grave contro questo scopo primario del matrimonio.

Il Codice di diritto canonico del 1917, canone 1081: "Il consenso matrimoniale è un atto di volontà con il quale ciascuna parte dà e accetta il diritto perpetuo ed esclusivo sul corpo per il compimento di azioni che per loro natura riguardano la procreazione dei figli." Un commento pratico al Canone 1081 spiega che: "Il Canone, nello specificare lo scopo per cui il diritto sul corpo scambiato, indica anche ciò che è lecito e ciò che è illecito in questa materia per le persone sposate. Tutto ciò che contribuisce alla procreazione dei figli è lecito, mentre qualsiasi uso del corpo dell'altro impedisce la procreazione è illecito". Qualsiasi piano dei coniugi per impedire il concepimento quando si impegnano nell'atto coniugale è illecito. Poiché impedisce la procreazione, non contribuisce alla procreazione dei figli, ma lavora contro di essa.


Non siate disobbedienti, figli miei, non siate sordi alla voce di Dio.

 


Messaggi della Regina del Rosario e della Pace di Itapiranga


Manaus (AM), Giovedì 11 Marzo 2020

Pace al tuo cuore!

Figlio mio, Io vengo dal cielo perché vi amo immensamente. Dio mi manda ad aiutarvi, ma molti non vogliono rispondere ai messaggi che il Divino Amore vi rivela attraverso di Me. Dio vi parla, ma voi non lo volete ascoltare. Vi chiama a Se, ma non viene ascoltato, perché molti dei suoi figli peccano e sono ribelli, con il cuore duro come la pietra e accecato da Satana.

Io chiamo l’umanità a Dio, ma essa non sente la Mia voce che vuole portarvi la vera pace, ma al contrario gli uomini sentono le voci e le menzogne del mondo che li affligge, li fa disperare e li massacra. 

Non siate disobbedienti, figli miei, non siate sordi alla voce di Dio. 

Tornate (a Lui ndr) il prima possibile, perché Egli desidera il vostro bene e la vostra salvezza eterna, prima che i grandi eventi dolorosi inesorabilmente avvengano in tutto il mondo

Pregate, pregate, pregate molto e avrete discernimento, luce e forza per superare ogni male. 

Vi benedico tutti: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!



Manaus (AM), Sabato 6 Marzo 2021

Pace al tuo cuore!

Figli miei, Io vostra Madre, la Regina del Rosario e della Pace, vi invito alla conversione sincera e alla preghiera. Tornate a Dio, tornate a Dio, tornate a Dio. Pentitevi dei vostri peccati e cambiate vita. Grandi calamità devasteranno sempre più il mondo se voi non ascolterete i miei appelli e non assumerete un serio atteggiamento di conversione nella vostra vita.

Non giocate con la vostra salvezza; essa è preziosa e importante per Dio e per me. Io vi amo e desidero la vostra conversione sincera, perché da essa verrà la vostra salvezza. Pregate il Rosario, per imparare a fare ogni giorno la volontà di Dio, avendo la forza di dire no al demonio e sì a Dio ed al suo Regno d’amore. Benedico tutti: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO

 


La preghiera e la Messa nella vita del cristiano


La preghiera più grande: la Santa Messa

 E veniamo al momento più intenso e culminante della nostra preghiera: la santa Messa.  Vi ho già ricordato che l’Eucarestia è la più alta e sublime preghiera che mai sia stata fatta sulla terra, perché è lo stesso sacrificio compiuto da Gesù sulla croce.  La Chiesa è scaturita ed è cresciuta sempre intorno all’Eucaristia e lo stesso avviene per la vita spirituale di ogni cristiano.  Perciò la Santa Messa è chiamata dal Concilio Vaticano II: “Fonte e apice di tutta la vita cristiana”.   Vorrei che questa espressione fosse anche per voi non solo un richiamo a tutta la meravigliosa dottrina teologica intorno alla Santa Eucaristia e alla Santa Messa, ma vorrei che fosse anche un’esperienza gustosamente vissuta nella vostra vita di discepoli del Signore.

 Fare della Santa Messa il centro della vita spirituale vuol dire portare a Dio, attraverso il sacrificio del suo figlio Gesù, consegnandola nelle sue mani trafitte, tutta la vostra giornata: il lavoro, la fatica, le gioie, gli affetti, le preoccupazioni e anche le vostre debolezze e, insieme, nutrendovi del Corpo dolcissimo di Cristo che diventa cibo e viatico per il vostro cammino, identificarvi con lui facendovi testimoni del suo amore nel mondo, e significa anche prendere la croce del Signore e piantarla in mezzo a tutte le attività umane.   Perciò, quando qualcuno mi dice che ha la fede, che crede con tutta convinzione nel Signore ma non frequenta o frequenta solo raramente la Santa Messa, devo rispondergli che la sua fede è ben poca cosa, che è ben lontana da quella fede che trova nell’Eucaristia non solo il suo mistero più alto - misterium fidei - ma anche la sua consumata perfezione nell’amore: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv. 6,56).

 Fratelli miei, desiderate la Messa, amate la Messa, vivete la Messa.  Esiste un comandamento del Signore che ci ordina di santificare il suo giorno ed esiste un precetto grave della Chiesa che indica nell’incontro di ciascuno e di tutti con l’Eucaristia il modo insostituibile di santificare la domenica e le altre feste indicate dalla Chiesa.  Ebbene, invitandovi caldamente a compiere con sincerità e umiltà questo atto di obbedienza a Dio e alla Chiesa, vi esorto anche: ”Non fate le cose soltanto quando vi sono comandate, non limitatevi strettamente al precetto, liberate l’amore dentro il vostro cuore, lasciate agire la fede viva e forte che accende il desiderio della santità e di una vita generosamente cristiana;  il Signore viene verso di voi con l’abbondanza del suo amore e dei suoi doni, non rispondete come gli invitati della parabola lasciando cadere l’invito, non chiudetevi dentro l’indifferenza o l’insensibilità che trovano facili scuse per sottrarsi all’amore.  Se voi conoscete solo la misura indicata dall’obbligo, come potete capire il Signore che conosce la misura dell’amore?

 Nelle nostre chiese vi vengono offerte tutti giorni sante messe nelle ore più comode e più accessibili: al mattino per le persone che possono disporre del mattino, come le madri di famiglia, gli anziani...; al pomeriggio per le persone che possono disporre del pomeriggio;  alla sera per coloro che, terminato il lavoro, sulla strada di casa possono godere di questo incontro con il Signore e portare a lui le fatiche della loro giornata.   Fratelli miei, un giorno il Signore ci chiederà conto di tante possibilità che egli vi ha offerto e di cui, forse, abbiamo profittato così poco.

 Cercate infine di partecipare alla Santa Messa con le migliori disposizioni interiori: raccoglimento, l’umiltà, la contrizione;  combattete la fretta fermandovi per qualche minuto di ringraziamento e lottate contro le distrazioni penetrando con la fede il rito che seguite con i sensi.  Pensate alla fortuna enorme che abbiamo - è un dono stupendo della sua misericordia - di poter raggiungere, oggi, il Signore Gesù nel mistero pasquale della sua passione, morte e risurrezione, e vedere così compiersi in noi la sua salvezza.  L’Eucaristia, annullando tanti secoli e tanta distanza, ci rende il Signore così vicino da poterlo toccare e mangiare, da potergli dire le cose più intime come se sentissimo il battito del suo cuore divino.

 Che il Signore vi aiuti a capire tutto questo; vi dia purezza di fede e generosità di amore, perché non avvenga che Egli debba aspettare inutilmente sul suo altare i vostri appuntamenti mancati.

Ferdinando  Rancan

Le grandezze di Gesù

 


a) Il Verbo divino è proprietario della natura assunta

Colui che con tre dita sostiene tutto il mondo è Colui pure che sostiene la Umanità in Gesù, ma in un modo più potente e più singolare; Egli la fa sua; la santifica e la deifica nella sua persona. Donde segue che la vita e le azioni di quella natura umana non le appartengono più; benché da essa procedano sempre come dal loro principio, non sono più di sua proprietà né in termini di logica, né in termini di diritto e di morale.

Mi rincresce dovermi trattenere in questo soggetto e usare espressioni che si addicono alla scuola ed alle tesi scolastiche meglio che al pulpito e a istruzioni sulla fede. Ma il lettore vorrà perdonarmi, perché vi sono obbligato dalla necessità di ovviare per modo di precauzione, alle difficoltà che ci muovono alcuni. E a questi vorrei fare una preghiera, ed è che o per modestia osservino il silenzio, o almeno si compiacciano di considerare attentamente e di approfondire le verità che la fede ci insegna, affinché si riconosca che abbiamo tutti uno stesso sentimento accompagnato dalla carità, come ci comanda 1’Apostolo (Rm 12, 16; Fil 2, 2).

Non si accorgono che, contestando le verità qui esposte, sconvolgono il fondo del cristianesimo, il quale ha per suo tesoro e per sua sostanza le azioni e le sofferenze della Umanità di Gesù, non già semplicemente in quanto umanità, ma in quanto umanità del Verbo: umanità la quale, e nella sua natura e nelle sue azioni e nelle sue qualità, appartiene ad un Essere divino, increato, infinito, che ne rialza l’Essenza, lo stato, il merito sino ad una esistenza e sussistenza increata, sino ad una condizione e dignità divina, sino ad un prezzo e valore inestimabile.

Le azioni della Umanità assunta non possono in termine di logica essere attribuite a lei medesima come proprie. Non convengono, infatti, esclusivamente ad essa sola, come richiede ciò che logicamente è stimato proprio; poiché convengono pure ad un supposto che è estraneo a questa Umanità, se la consideriamo semplicemente nello stato e nei limiti della natura.

E ciò è pur vero ancora secondo ogni diritto sia comune e naturale, sia divino e soprannaturale. Il Verbo eterno, sostituendosi al diritto della natura umana come persona e Persona divina, per un potere e un amore infinito si appropria quella Umanità, la unisce a se stesso, la fa sua, vi abita e vi riposa come in una natura sua propria, la tira fuori dei limiti dell’uso comune e naturale, la consacra con la unzione della sua divinità, e assume diritto e autorità sopra di essa, sopra le sue azioni e in generale sopra tutto quanto le appartiene.

Tutto quanto è in Gesù poggia sulla ipostasi della sua divinità: il Verbo eterno, come supposto e supposto divino della umana natura, è il proprietario di tutte le azioni e sofferenze di essa; Egli le porta, le eleva; le deifica nella sua propria Persona, portando, elevando, deificando la sostanza di essa natura umana, per mezzo della quale sono aderenti alla Divinità come per un comune legame di inerenza ipostatica.

È dunque evidente che il Verbo in tal modo ha diritto e autorità legittima di usare e disporre dello stato, della vita, dei patimenti della sua umanità come di cosa che gli appartiene ed è veramente, santamente e divinamente sua, per il potere ammirabile ed il possesso singolarissimo che si è degnato prendere di quella natura e di tutto quanto le spetta, essendo essa spogliata di se stessa e degnamente rivestita di Lui medesimo.

Card. Pietro de Bérulle


LA CONFESSIONE


 

PRESERVERÒ I MIEI FIGLI DA OGNI CATASTROFE E LI MANTERRÒ SALDI NEL MIO SENO.

 


Carbonia 10-03-2021   –  ore 16.47

É tempo di cose nuove nell’Amore.
Dio è con voi! Piccole creature mie, state in attesa di Me perché quando meno ve l’aspettate ecco che Io Mi manifesterò ad ognuno di voi.
Sono l’Amore Perfetto, Sono il Dio dell’Eterno Bene!

Avanti, piccoli miei, servi miei fedeli e giusti, soldati dell’Amore, avanzate come Dio Padre vi comanda, come il Cielo vi vuole con Sé.
Preserverò i miei figli da ogni catastrofe e li manterrò saldi nel mio Seno.

Il tempo è benigno per i miei figli, essi Mi seguono come Io comando, mentre il resto di questa Umanità infedele si diletta nelle cose del mondo, abbraccia le cose del mondo e disegna ancora la propria vita nelle cose del mondo.

Questa Terra è in pericolo, non si placa l’ira di Dio che permette tutto ciò che avviene perché l’uomo non si concede più a Dio, si allontana da Lui, piega le sue ginocchia a Satana, il nemico di Dio, … si abbandona alle sue falsità, alle sue illusioni.

Poveri figli miei, dove andrete a finire di questo passo? Il tempo che vi ho concesso è ormai concluso, il mio Calice è versato, il tuono è per essere avvertito in tutto l’Universo.

Ecco creature mie, dilette mie creature, ecco che Io intervengo, vengo a separare tutto ciò che è male da ciò che è buono, metterò i Miei alla mia destra e i miei nemici alla mia sinistra, … sia fatta la volontà di Dio perché sia la salvezza per il mondo.

Ascoltate la mia voce, o uomini, non perdetevi nelle luci di questo mondo, non ascoltate la parola dell’uomo ma fissatevi nella Verità in Dio.
Grazierò ogni mio figlio e lo metterò a regnare al mio fianco, egli sarà felice in eterno e benedetto in Me sarà, perché Io lo abbraccerò a Me, lo consacrerò a Me, nel mio Seno egli abiterà in eterno.

Beati coloro che credono alla Verità! Beati coloro che ascoltano la mia Parola, essi godranno di tutto ciò che il Padre ha preparato per loro.
Il Giardino è aperto per abbracciare tutti i figli di Dio, metterli in situazione di amore e pace, essi godranno di tutti i profumi che Dio ha preparato per loro, nelle delizie del suo Tutto entreranno e saranno eternamente nell’Amore, eternamente gaudenti.

Figlioli, voi che siete venuti da lontano, voi che abbracciate l’Amore, voi che siete sempre con Maria Santissima nella preghiera del santissimo Rosario, Io vi benedico e vi colmo delle mie grazie, non abbiate timore di andare in battaglia, sarete vincitori con Maria, perché Maria sarà Vincitrice in Me. Ella, Corredentrice nell’Opera di salvezza, metterà tutti i suoi figli al mio possesso e li donerà a Me, santi e immacolati nell’amore.

Siate puri figli miei, siate come Dio vi desidera, siate creature in Dio, manifestatevi in Lui e cercate solo Lui. Abbandonate completamente le cose del mondo, tutto è finito, a breve la cenere coprirà ogni città perché il fuoco verrà dal cielo e sarà pianto e stridore di denti per chi non ha voluto unirsi al Padre per essere il Lui salvo.

Procedete nell’Amore, avviatevi alla fine di questo tempo, un evento straordinario succederà presto e sarà per i figli di Dio, mentre grande dolore ci sarà per tutti i figli del demonio.
Rinchiuderò presto Satana e i suoi accoliti all’Inferno e riaprirò questa Terra alle bellezze del Cielo, … Cielo e Terra si uniranno per essere una cosa sola.

Il Padre oggi vi benedice e vi abbraccia a Sé, state al suo comando, siate figli degni di essere stati chiamati servi di Dio, perché chi è servo di Dio è già salvo. Servo è uguale a figlio e non servo come si pensa, … il Cielo ha un linguaggio differente da quello dell’uomo, da quello della Terra.

Abbandonatevi alla voce di Dio per essere come Dio vi vuole, sapienti della sua Parola e delle sue Cose. In Dio c’è la Bellezza del suo Tutto che a breve conoscerete.

Vi abbraccio, vi benedico e vi esorto ad essere sempre più fedeli al Vero Magistero della Chiesa.

Dio in voi! Maria SS. in voi!
La SS. Trinità vi abbraccia a Sé.


 

Pastore testimonia che la manna cade ancora nelle regioni dell'Africa. L'Università ha analizzato il materiale e lo ha dichiarato idoneo al consumo

 


Allora il Signore disse a Mosè: "Ecco, io farò piovere per te pane dal cielo; e il popolo uscirà e raccoglierà la porzione ogni giorno per ogni giorno, così che io possa provarlo se camminano nella mia legge o no. (Esodo, 16, 4)

Durante l'esodo ebraico dall'Egitto alla Terra Promessa, Dio fornì cibo al popolo sotto forma di manna, un cibo descritto come friabile e dal sapore dolce, che cadeva dal cielo ogni mattina.

Il pastore avventista Gérson Pires de Araújo ha rivelato in un video pubblicato di recente che durante un anno in cui ha lavorato come volontario in Africa insegnando teologia ai seminaristi in Angola, ha appreso di una regione del paese in cui c'erano segnalazioni che la manna descritta dal La Bibbia cadeva ancora sul campo.

Curiosi di andare almeno nel luogo in cui sarebbe caduto il cibo, lui e sua moglie si sono recati sul posto, accompagnati da altri fratelli angolani, e hanno scoperto che, sebbene in piccole quantità, la manna cade ancora. Nel video, il pastore Araújo spiega che, nella regione, c'è una missione cristiana e che i suoi volontari hanno attraversato molte privazioni dal 1939, quando ci furono le prime notizie sulla caduta della manna in quella zona.

Più recentemente, un bambino ha scoperto la manna mentre gli adulti si sono riuniti per definire cosa fare per procurarsi il cibo poiché era una stagione secca. Secondo la testimonianza, il bambino sarebbe tornato con le mani piene di fiocchi bianchi e dicendo che gli uomini vestiti di bianco avrebbero detto che potevano nutrirsi di quello.

“Non c'è una spiegazione naturale per questo, perché è un luogo specifico, e non è in grandi quantità perché non ce n'è bisogno. Quindi, mi chiedevo: perché è caduto lì, dal momento in cui è caduta una grande quantità? Per me, quando analizzo un po 'il modo in cui Dio tratta i suoi figli, è che Dio vuole ancora dire quanto segue:' Figlio mio, se un giorno hai bisogno, non aver paura, non preoccuparti, perché io sosterrò voi'. Mi ha ricordato quel passo della Bibbia che dice che il tuo pane e le sue acque saranno giuste. Qualunque cosa accada, fintanto che siamo figli di Dio, fidati completamente di Lui, non moriremo di fame ”, ha commentato il pastore.

Araújo ha dichiarato di aver portato in Brasile, avvolta nella carta, una piccola quantità di manna che è riuscito a raccogliere il giorno in cui si è recato nella regione, e l'ha portata in analisi in un laboratorio dedicato allo studio delle messe presso l'Università di Campinas (Unicamp), ei risultati dei test indicano che la composizione della manna contiene fruttosio, glucosio, sali minerali e amminoacidi, il che la rende adatta al consumo umano.

 

giovedì 11 marzo 2021

FAMIGLIA DI GRANDE RISPETTO

 


Nel tuo cuore faccio la Mia dimora. Le mani che usi, sono pulite per scrivere i miei disegni. Io, Gesù, sono sempre in attesa di te, di questo momento così prezioso. Mentre mi guardi, Benedetto, caro figlio, ti vedo sempre più felice, e questo è solo l'inizio. Per non inciampare nelle parole, parliamo molto lentamente.

          Bento, mio amato figlio, oggi ti parlerò dell'educazione, che è molto importante per Me. Io, Gesù, Padre e Figlio, uso lo stesso Nome, un Nome che è al di sopra di ogni cosa. Formiamo la famiglia per vivere solo per noi. La famiglia, è una collegata nell'altra. Nessuno può essere separato dall'Albero della Vita. Le sue radici sono piene delle grazie della bontà di Dio. Crescono verso un solo cammino, cioè verso l'amore. È infinito, mettendo la giustizia su coloro che la meritano. Mia madre era l'inizio della famiglia. Ha fatto quello che doveva essere fatto: ha ricevuto il Figlio di Dio, ha dato tutto il suo amore per Me. Non mi ha lasciato neanche un momento abbandonato. Si è presa cura di me con il più grande zelo. Io, Gesù, nel suo grembo mi sono sentito così sicuro che ho giocato dentro di lei. La sua educazione era straordinaria, il suo modo materno mi dava una tale gioia che io, come Padre e come Figlio, mi sentivo lodato per aver creato una donna così bella, così amabile, così amorevole. Io, il Salvatore dell'umanità, ho vissuto solo lodandola. Le ore che ho vissuto accanto a Lei sono state solo gioia. Giuseppe si è preso cura di Me come un padre di grande gelosia; gelosia, ma dell'amore che aveva per Me. Ha cercato tutto ciò che volevo per compiacermi. Noi tre formavamo una Famiglia del più grande esempio sulla faccia della Terra.

          Questo segno l'ho lasciato sulla terra perché tutti mi seguissero, ma il diavolo, così invidioso, distruggeva questo amore. Quello che ha fatto: ha preso le creature con la forza, le ha usate in modo arretrato. "Non dovete, dice alle donne, vergognarvi quando volete avere degli uomini. Buon divertimento! Non c'è niente di cui aver paura. Metti tutto quello che hai da mostrare, quello che hai, solo così otterrai quello che vuoi". Ma io, Gesù, non posso più sopportare di vedere il mio mondo in un mare di fango.

          Il mio dolore è grande. Guardo con grande tristezza la Terra e vedo che tutto si distrugge. La vergogna è rimasta solo in poche persone. Anche le mie lacrime non smettono di cadere. L'educazione è ciò che manca. Il Mio Nome è usato sulla bocca di coloro che non sono buoni, ma invano chiamano il Mio Santo Nome. Non sanno cosa significa l'Amore: l'Amore è Dio; l'Amore è Me, Gesù, Via che porta all'eternità. Non è giusto lasciare che usino il Mio Nome per i piaceri della carne. Parole che mi fanno male, usate anche nei loro angoli. Non puoi sopportare questa gara. Io, Gesù, mi vergogno, caro figlio Benedetto, di questo disprezzo che fanno di Me. Sulla bocca di coloro che non sono buoni vengo giudicato di nuovo come quando fui portato sulla croce, che solo le bestemmie furono ascoltate. L'Ostia Santa cade nella bocca di coloro che Mi fanno più male. Il mio corpo è santo, è sacro. Sono stato ingannato da questi elementi che non meritano nulla da Me. Come posso mostrare misericordia a coloro che mi fanno tanto male? Non c'è modo, il modo è quello di pulire la Mia Terra. Userò tutti i castighi necessari: piogge, terremoti, venti e malattie per iniziare a spazzare la terra.

          Bento, figlio caro, dì a quelli che mi temono che non devono avere paura, Io mi prendo cura di quelli che Mi amano; come ha fatto Mia Madre. Troverò sempre un modo affinché i Miei piccoli angeli innocenti non soffrano così tanto. Come un padre amorevole li libererò da tutti i mali. La Mia Porta è aperta per tutti questi Miei cari figli. Gesù sono io, fonte di ogni misericordia.

           Un bacio, Benedetto, per te e per tutti quelli che mi amano.

GESU'


Regina della Famiglia

 


Apparizioni a Ghiaie 


Il pensiero di due Papi e di alcuni vescovi 

Pio XII, nel giugno 1949, un anno dopo la pubblicazione  dell'atto vescovile del non consta, ha ricevuto in udienza privata la bambina Adelaide Roncalli, che gli ha comunicato il  segreto datole dalla Vergine Maria nel maggio 1944, e a lui  riservato. Con questo gesto, il grande pontefice, manifestò chiaramente di credere nell'autenticità delle apparizioni di Ghiaie. 

Papa Giovanni XXIII, nella lettera inviata a monsignor  Giuseppe Battaglia, suo amico, mostrava non solo di credere  alle apparizioni, ma indicava anche l'iter che si doveva seguire,  perché la pratica per il riconoscimento delle apparizioni, potesse  giungere sul suo tavolo ed ottenere la sua approvazione. 

Monsignor Adriano Bernareggi, vescovo di Bergamo,  non si può dire un oppositore delle apparizioni. Una fotografia  del 27 luglio 1944, lo mostra pellegrino al luogo delle apparizioni, assieme al fratello Domenico, vescovo ausiliare di Milano,  e a sacerdoti e fedeli di Ghiaie. Inoltre non si deve dimenticare  che la costruzione della cappella nel luogo delle apparizioni e  l'acquisto di un vasto appezzamento di terreno circostante, nella  previsione della costruzione di un santuario, furono da lui voluti. 

Il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano,  la cui vita santa è nota a tutti, credette alle apparizioni, ed espresse più volte la sua convinzione parlando ai fedeli della  sua diocesi. 

Monsignor Giuseppe Battaglia, di Brembate Sopra (Bergamo), grande vescovo di Faenza, ha sempre affermato l'autenticità delle apparizioni di Ghiaie, come appare dai documenti che  ho già riportato e dalla seguente lettera mandata al pittore  Giovan Battista Galizzi, che gli aveva inviato l'articolo di padre  Cipriano Casella S.J. Mons. Giuseppe Battaglia, il 6 febbraio  1952 scriveva: "Preg.mo sig. prof. ho letto e riletto l'articolo di  Padre Casella, e la sua relazione, a riguardo dei fatti di Bonate,  che lei gentilmente mi ha mandato. La ringrazio di cuore. 

Per me, accetto in pieno la conclusione di padre Casella:  obbedienti sì, stupidi no. Non riesco a concepire che una bambina di 7 anni possa aver giocato una commedia del genere. E  poi i fatti prodigiosi non li nega neppure il responso dell'autorità  ecclesiastica. La sincerità della bambina, come appare dalla sua  relazione, non può essere messa in dubbio, anche se dopo ha  negato: allora era certamente sincera, dopo si è influenzata la sua  psiche. 

Io penso che gli uomini non si sono mostrati degni di questa meravigliosa apparizione, e la Madonna ha permesso che si  chiudesse, per ora, una nuova fonte di grazie per l'umanità; ma  spero che Essa, sempre buona e misericordiosa, non badando alle  nostre miserie, vorrà di nuovo riaprirla, per il conforto di tutti e  per la sua stessa gloria...F.to + Giuseppe Battaglia vescovo". 

Monsignor Battaglia, in un'altra lettera inviata al pittore  Galizzi, il 5 maggio 1954, scriveva: "Preg.mo sig. professore,  voglia scusare il ritardo con cui rispondo alla sua gentile lettera.  Ho ricevuto e letto con piacere gli articoli riguardanti i fatti delle  Ghiaie di Bonate, e li ho trovati molto ben fatti, sereni e obiettivi, e anche opportuni. Forse avrei omesso l'accenno  al testamento di Mons. Bernareggi, che potrebbe, forse,  provocare una smentita a meno che si sia sicuri della cosa, da  non temere smentita. E la circostanza sarebbe oltremodo  significativa. 

Ho fatto leggere detti articoli anche a S. E. Mons. Zaffonato Vescovo di Vittorio Veneto, che sta predicando la novena  della B. V. delle Grazie a Faenza, e li ha trovati interessantissimi. 

In confidenza, Le dirò che in occasione di S. Giuseppe,  scrivendo gli auguri a Mons. Vescovo di Bergamo (Giuseppe  Piazzi, n.d.r.) — che non ho mai visto — gli espressi il voto che  "l'Anno Mariano segnasse la revisione del processo delle Ghiaie,  che non mi era sembrato scevro di zone d'ombra e di  contraddizione"; ma su questo punto non mi ha risposto nulla. 

Scriverò a don Piccardi che si faccia coraggio: se la  Madonna deve trionfare, ciò avverrà solo a prezzo di sacrifici e  di vittime; ... 

Voglia gradire colla sua Gentile Signora i miei ossequi e la mia benedizione. 

Faenza, 5 maggio 1954. F.to + Giuseppe Battaglia. 

Monsignor Giuseppe Battaglia, nella lettera inviata a don Giuseppe Piccardi, il 21 maggio 1955, scriveva: 

"Carissimo d. Giuseppe, ho ricevuto l'opuscolo che mi hai  spedito riguardante i fatti delle Ghiaie di Bonate e l'ho letto  quasi tutto d'un fiato e con profonda commozione. 

È una documentazione schiacciante che, nello stabilire la  realtà dei fatti, si è seguita la tesi preconcetta di escludere il  soprannaturale. E da questa documentazione qualcuno esce così  malconcio, che dovrebbe avere vergogna a mostrasi in pubblico. 

Il trattamento usato ad una bimba di sei (sette, n.d.r.) anni  è semplicemente vergognoso e mi ha strappato lacrime di dolore. 

E mi pare grave — pur ammettendo la buona fede — l'af-  fronto usato alla Madonna, che intendeva aprire una nuova fonte di grazia e misericordia in terra bergamasca. E i fatti prodigiosi  lo dicevano ben chiaro. 

Io penso che bisogna riparare — sempre per vie legittime 

— l'offesa fatta alla Madonna. Ne scrissi, in occasione dell'Anno  Mariano, a S.E. Mons. Piazzi, facendo notare che la sentenza di  Mons. Bernareggi, che non escludeva i miracoli avvenuti come  premio della fede dei fedeli, era contraddittoria. Purtroppo, la  risposta non fu favorevole. 

I tempi non sono ancora maturi? Bisogna pregare, pregare,  pregare, perché la Madonna, la buona mamma, dimentichi tanti  errori commessi, speriamo in buona fede, e continui le sue  materne misericordie a Bonate. 

Intanto non si potrebbero raccogliere molte firme e di  sacerdoti e di laici e umiliare una supplica al Vescovo o al  Metropolita, per la revisione del processo? Il quale però, dato  l'ambiente arroventato, non dovrebbe tenersi a Bergamo, ma a  Milano o altrove, magari a Roma. Io pure firmerei volentieri  l'eventuale petizione. Pensaci! 

 

L'opuscolo che mi hai mandato sarebbe riuscito anche più  efficace se avesse evitato certe durezze di giudizio contro le persone: bastavano i fatti. Ma comprendo che non tutti i temperamenti sono come quello di Silvio Pellico e che anche il Signore  ha preso i flagelli... 

Ricordami al Signore e alla Madonna, sicuro di averne il contraccambio. 

Continua la tua azione per il trionfo della Madonna di  Bonate, ma con serenità di spirito e con umiltà, e soprattutto con  purezza d'intenzione. 

Ti saluto e benedico di cuore. 

Faenza, 21 maggio 1955. F.to + Giuseppe Battaglia". 

Mons. Egidio Bignamini, arcivescovo di Ancona, a don  Giuseppe Piccardi che gli aveva inviato il libro scritto da Dome- nico Argentieri sulle apparizioni, il 19 maggio 1955, rispondeva: 

"Carissimo Don Piccardi, ho ricevuto e letto con grande piacere il volumetto inviatomi. 

Dunque non è chiusa la faccenda di Bonate...mi scriva chi  è questo Argentieri che ha saputo così limpidamente e logicamente esporre i fatti delle contrastate apparizioni. 

Preghiamo perché la Madonna affretti il suo trionfo...  Vorrei vederlo anch'io e ritornare ad inginocchiarmi su quella  terra bergamasca benedetta. 

L'aspetto con vivo desiderio in Ancona per la S. Missione. 

Preghi per me: La benedico di cuore. 

Ancona, 19 maggio 1955. F.to + Egidio Bignamini. 

 

Devo aggiungere che la lettera di monsignor Giuseppe  Battaglia, per la revisione del processo sui fatti di Ghiaie, fu  inviata al Papa Giovanni XXIII, anche a nome di monsignor  Egidio Bignamini e del bergamasco monsignor Tarcisio Benedetti, vescovo di Lodi, come si può leggere nel libro curato da  monsignor Loris Capovilla, Giovanni XXIII - Lettere 19581963,  pp. 216-217, edito nel 1978. 

 

Monsignor Giuseppe Obert, nato a Lignod di Ayas  (Aosta) nel 1890, entrato nel Pontificio Istituto Missioni Estere  di Milano nel 1912, partì per il Bengala (India) nel 1919. Fu  vescovo di Dinajpur (Bangladesch) dal 1948 al 1968; morì a  Milano nel 1972. 

Padre G. Obert, nel 1935, fu richiamato in Italia per fare da  direttore spirituale agli alunni di teologia del P.I.M.E. di Milano.  Più tardi divenne rettore della chiesa di S. Francesco Saverio di  Milano. 

Padre Giuseppe Cavagna, missionario del P.I.M.E. a Dinajpur (Bangladesch), dal 1933, di lui scrive: 

"Quando era rettore della chiesa di S. Francesco Saverio, la gente lo cercava ad ogni ora, indicandolo a modo suo: "Quel padre che aiuta i disoccupati; quello che converte gli ebrei; che  soccorre i poveri; quello che fa guarire dal cancro". Dicevano  anche: "Quello che guida i pellegrini a Bonate". 

Infatti, nel 1944, a Ghiaie di Bonate, era apparsa la  Madonna alla piccola Adelaide Roncalli. Nonostante la guerra in  corso e la censura severissima degli Alleati, la notizia giunse  anche nel campo di concentramento, dove ci trovavamo noi  missionari italiani, e si parlava di una apparizione straordinaria,  profetica... tutti eravamo stanchi della guerra e della prigionia... 

Padre Obert era convinto che le apparizioni fossero  soprannaturali e che Adelaide fosse una bimba sincera e semplice. Per questa sua convinzione guidava i pellegrini a Ghiaie. 

Delle apparizioni di Ghiaie parlava spesso e difendeva  Adelaide che egli conosceva e l'aveva fatta accettare, lontana da  ogni pressione, presso la signorina E. Galli di Milano, che abitava non lontano dalla sede del nostro Istituto... 

Da vescovo, un giorno, mentre visitava un grosso villaggio  di Beneedwar, egli raccontava con grande stima i fatti di Ghiaie.  Allora mi permisi di dirgli: "Monsignore, non sarebbe meglio che  la Madonna invece che a Ghiaie di Bonate o in Europa tra i  cristiani, apparisse qui in missione a consolidare la fede dei  nostri neofiti e per attirare i pagani alla nostra s. religione"? Si  soffermò un momento e rispose: "per questi paesi non è ancora  giunta l'ora. Tanto i cristiani, come i pagani finirebbero per  pensare ai "bonga" (spiriti). Lasciamo fare alla Madonna". (v.  ciclostilato interno per il P.I.M.E. del Bangladesch, 1987). 

Padre Giuseppe Cavagna scrive ancora: 

"Monsignor Obert era da molti chiamato il "vescovo  santo", e lo era davvero. Nei primi tempi della mia vita missionaria, quanta impressione mi faceva vedere in chiesa, con la  piccola lanterna, alle prime ore del giorno, padre Obert inginocchiato che pregava... 

I missionari delle diocesi vicine ci dicevano: "Fate come  fa il vostro vescovo, pregate tanto; egli è una persona di Dio;  vive di Dio..." 

Quanto amava il Bangladesch...Si faceva tutto a tutti, come dice S. Paolo" (v. Il vincolo, n. 104, p.74). 

Alle parole di padre Cavagna, che ci presentano monsignor Giuseppe Obert, come una straordinaria figura di sacerdote  e vescovo missionario, aggiungo che nel 1949, come ho già  scritto, egli accompagnò Adelaide dal Papa Pio XII, perché gli  rivelasse il segreto, che la Vergine le aveva confidato. 

 

Monsignor Giuseppe Maritano del P.I.M.E., vescovo  emerito di Macapà (Brasile), allora cappellano di un lebbrosario  nell'Amazzonia, nella lettera inviata il 19 agosto 1988, a padre  Mauro Mezzalonna, in parte già riportata, scrive: 

"Non so come ringraziarti del bellissimo regalo che mi hai  fatto inviandomi il libro delle apparizioni di Ghiaie di Bonate.  Quanti ricordi, mio Dio! Non ti so dire che cosa il libro ha prodotto in me; so che mi sento mezzo turbato e pieno di gioia allo  stesso tempo, senza sapere dire perché. Ti mando queste foto che  ho fatto io stesso a Ghiaie anche nel giorno della prima  comunione della Adelaide, e ti racconto qualche episodio capitatomi a Ghiaie. Cose che a me servono per ricordare dei giorni e  delle ore in cui mi pareva di essere vicino assai a qualche cosa di  soprannaturale che si faceva toccare con mano. Era come se si  spaccasse il cielo e lasciasse sentire qualcosa di Paradiso nella  fanghiglia del mondo. 

Quel giorno, accanto a me, sul balcone della casa di Adelaide, c'era un fratello del P.I.M.E., non ricordo chi era. Tutti  avevano una voglia matta di fare domande alla bambina. Anch'io  ne feci una; più che la domanda mi rimase impressa la risposta  che la piccola mi diede. Io le domandai se la Madonna era più  contenta quando c'era poca gente o quando ce n'era molta. 

Adelaide mi guardò in faccia come stupita, e mi rispose  candidamente: "So mia me" (lo so mica io!). Quel "so mia me",  mi è rimasto così impresso come segno della semplicità e sincerità schietta di Adelaide, che non avrebbe mai inventato e detto  quello che non sapeva... 

Ho letto nel libro la guarigione della signora Villa. Sono  convinto di essere stato presente quel giorno. Non so se si chiamava Villa, ma so che il caso visto da me, corrisponde esattamente a quello descritto nel libro. 

Voglio raccontarti un particolare soltanto a me noto, perché il fatto capitò a me. Non ricordo bene il giorno...forse non  era neanche più il tempo delle apparizioni... ricordo soltanto che  la folla era enorme. Lassù sul balcone c'era un prete che diceva di  essere della Curia di Bergamo e invitava la gente a non  esagerare, perché di miracoli non ce n'erano stati. E citava  esattamente il caso della signora guarita, si diceva allora, di  spondilite, la quale in un momento di entusiasmo aveva buttato  via il busto, ma poi aveva dovuto rimetterlo e continuava ad  essere malata. Io ero sul balcone, e scesi pensieroso. Svoltando  l'angolo della casa incontrai un barroccio che stava arrivando.  Chi teneva le redini del cavallo era la signora di cui il prete  aveva appena detto che era ancora malata. Le domandai come  stesse. Mi rispose che stava benissimo ed era venuta a ringraziare  la Madonna. Disse che aveva ripreso a lavorare nella filanda e  stava benissimo...Sarei davvero felice se potessi vedere o almeno  scrivere a qualcuno della famiglia di quella signora. Se ti è  possibile entrare in contatto con qualcuno di loro, dì che un  vecchio vescovo missionario ora cappellano di un lebbrosario  nell'Amazzonia, parla spesso della signora guarita dalla  Madonna, a Ghiaie di Bonate... 

Con monsignor Obert e con padre Lozza si parlava tanto  della Madonna di Bonate...Insomma il libro mi ha fatto (e mi fa)  rivivere un periodo che era rimasto assopito, ma pur sempre vivo  nel mio cuore. Ringrazia per me l'autore, e digli che preghi per me la Santa Madonna. Se lui può parlare con la signora  Adelaide, le chieda preghiere per me e per la mia gente. Noi qui  di casa formiamo una famiglia, basata non sulla carne e sul sangue, ma sulla fede. Cominciamo la giornata in chiesa pregando  per tutti coloro che si raccomandano alle nostre preghiere e per  quelli che ci fanno del male o ci vogliono male, oltre che per i  nostri amici e benefattori, è chiaro. Concludiamo sempre la  nostra preghiera dicendo alla Madonna: "Maria, figlia prediletta  di Dio Padre, Mamma del Signore Gesù, Sposa e capolavoro  dello Spirito Santo, prega con noi e intercedi per noi. La nostra  povera preghiera la affidiamo al tuo cuore di Mamma e la mettiamo nelle tue mani. Confidiamo in te Maria". E poi diciamo il  Rosario. Se Adelaide vuole unirsi a noi nella preghiera così, noi  la mettiamo tra le persone per cui e con cui preghiamo ogni  mattina. Sarei tanto lieto se fosse possibile chiederle di parlare  anche di me e di noi alla Santa Madonna. 

In Cristo e Maria. F.to + Dom Giuseppe Maritano". 

È un'altra straordinaria testimonianza che si aggiunge alle altre. 

A proposito della guarigione ricordata, a parte i vuoti di  memoria, sul nome dell'ammalata e il giorno in cui fu guarita,  spiegabili a distanza di molti anni, il fatto resta ed è molto significativo. Forse non era la signora Villa, la guarita che vide monsignor Maritano; del resto, non fu la sola affetta dal morbo di  Pott, ad essere guarita a Ghiaie. 

Balzano agli occhi il tentativo, e non è il solo, di chi minimizza o nega il fatto straordinario, e la pronta smentita dell'interessata. 

La verità vince sempre. 

Il cardinale Giuseppe Siri, già arcivescovo di Genova,  ora defunto, una delle figure più eminenti e prestigiose della  Chiesa cattolica del secolo appena passato, a chi gli aveva  inviato una lettera, accompagnata da un libretto sulle apparizioni,  il 9 maggio 1980, rispondeva: 

"Egregio Signore, ho ricevuto la Sua lettera e il libretto accluso. L'ho letto con gioia. 

Ella mi chiede di presentarlo al Papa. Non posso fare questo perché io non ho autorità o giurisdizione su quanto entra in  causa e mi sentirei dire soltanto: "lei che c'entra?". Guasterei-. So  che cosa pensare, ma la responsabilità della carica ecclesiastica,  mi inibisce di interloquire in modo assoluto. Io devo rispettare in  tutto le decisioni prese dalla legittima Autorità ecclesiastica di  Bergamo. 

Si ricordi che lo stesso Papa Giovanni XXIII in merito ha  risposto: "...La cosa deve muoversi dal basso. Muovetevi voi,  bergamaschi !". 

Mi duole risponderle così, ma Ella capirà che non posso assolutamente fare diverso. 

Dio la benedica! F.to + Giuseppe Card. Siri". 

E si potrebbe continuare a riportare il giudizio positivo di altri vescovi, sulle apparizioni di Ghiaie. 

Severino Bortolan

Le Profezie e le Rivelazioni di Santa Brigida di Svezia

 


Le parole della Regina del Cielo alla sua amata figlia, Santa Brigida, insegnandole come deve amare e lodare il Figlio di Dio insieme alla sua benedetta Madre. 


Capitolo 8

"Io sono la Regina del Cielo. Tu ti preoccupi di come dovresti lodarmi e onorarmi. Sappiate e siate certi che ogni lode a mio Figlio è anche lode a me, e chi disonora lui disonora anche me. Questo è così perché io l'ho amato ed egli mi ha amato così ardentemente che entrambi eravamo come un solo cuore. Egli ha così magnificamente onorato me, che ero un vaso di terra, che mi ha innalzato al di sopra di tutti gli angeli.  Perciò dovreste lodarmi così: "Benedetto sii tu, Dio, Creatore di tutte le cose, che ti sei degnato di scendere nel grembo della Vergine Maria! Benedetto sia tu, Dio, che ti sei degnato di scendere nel grembo della Vergine Maria! 

Dio, che hai voluto essere dentro la Vergine Maria senza opprimerla, e ti sei degnato di prendere da lei una carne immacolata senza peccato! Benedetto sii tu, Dio, che sei venuto alla Vergine, portando gioia alla sua anima e a tutto il suo corpo, e che sei uscito da lei senza peccato, per la gioia di tutto il suo corpo! Benedetto sei tu, Dio, che dopo la tua ascensione celeste hai allietato la Vergine Maria, tua Madre, con continui conforti e l'hai visitata con la tua consolazione! Benedetto sii tu, Dio, che hai assunto in cielo il corpo e l'anima della Vergine Maria, tua Madre, e l'hai collocata onorevolmente sopra tutti gli angeli accanto alla tua Divinità! Abbi pietà di me per tutte le sue preghiere!". 


L'AMORE DEL MIO DILETTO

 


Mi sento affogato nel pelago immenso del mio Diletto. Io vado facendo una continua indigestione. E pur dolce l'amarezza di quest'amore e soave il suo peso; ma ciò non toglie che l'anima nel sentirne l'immenso trasporto, non ha come fare a portarne l'immenso peso, e mi sento annullato e conquiso. Il piccolo cuore si sente impossibilitato a contenere l'amore immenso. E vero che egli è dentro e fuori. Ma, mio Dio, nel riversarsi che egli fa nel piccolo vaso della mia esistenza si soffre il martirio di non poterlo contenere: le pareti interne di questo cuore si sentono presso a poco scoppiare, e mi meraviglio come questo non sia accaduto ancora. Epistolario 1,1122 

PADRE PIO