venerdì 12 marzo 2021

La battaglia continua 3

 


IL MODERNISMO

Il Santo Pio X definì il “Modernismo”: la “sintesi di tutte le eresie”, ossia il “compendio di tutti gli errori”.

Certo, i buoni fedeli non sanno nulla e quindi non possono capire dov’è il sottile veleno delle sue teorie, che possiamo dire l’agnosticismo, il panteismo, il luteranesimo, il razionalismo, per finire nel naturalismo e nell’ateismo.

Siamo, ormai, allo scoperto delle “due città” di S. Agostino, ossia alla città di Dio e a quella di Satana, due campi nitidamente separati.

L’enciclica di S. Pio X, la “Pascendi Dominici Gregis” (1907) è un documento che c’insegna a combattere questo nefando Movimento. Anche il Concilio Vaticano I prevenne con ammaestramenti e definizioni, colpì a morte le teorie moderniste, che vorrebbero spiegare l’introduzione della religione cristiana nel mondo con teorie soggettivistiche d’immanenza e di monismo evolutivo. 

Così, nella teoria modernista non è Dio che crea l’uomo, ma è l’uomo che crea un Dio adatto alla sua coscienza, per cui deve avere quel culto che più garba al suo modo di vedere e di vivere, ossia: un Dio selvaggio per i selvaggi, un Dio bello ed esteta in Grecia, giuridico marziale per Roma, feticcio nelle Indie, un Dio, perciò, falso ed eretico. 

Mentre i pagani avevano idoli di pietra, di piante, d’animali, i moderni pagani hanno degli idoli fantastici, sentimentali, “idola mentis”, come direbbe S. Agostino.

Ora, i modernisti, razionalisti come Loisy, Harnac, Labanca, Renan e altri simili, si vogliono foggiare con la religione e con la fede e la morale, ma con un proprio modo di vedere. E quindi riducono la fede a un sentimentalismo, ad un’emozione, cioè, che resta dentro i confini del sentimento, da cui segue che ogni religione è vera, sia che i sentimenti si rivolgano a Gesù Cristo, a Maometto, al dio Jeova oppure al dio Budda, cancellando, quindi, San Paolo che afferma:

«uno è il Signore, una la Fede, uno il Battesimo, uno Iddio, il quale è padre di tutti gli uomini e domina tutte le cose».

Quindi, Gesù fondò la sua Chiesa ed Egli ne è la pietra angolare ed ivi si insegna una sola dottrina, immutabile ed eterna, la sola Verità.

Certo, gli Apostoli previdero che, in ogni tempo, ci sarebbero stati ogni sorta di modernisti e di novatori. San Giuda Taddeo ammoniva i fedeli di guardarsi da loro, per non essere trascinati nell’empietà: «In novissimo tempore venient illusores secundum desideria sua fabulantes in impietatibus; hi sunt qui segregant semetipsos, animales, spiritum non habentes».

Anche l’apostolo San Paolo raccomanda a Timoteo di vigilare, perché verrà un tempo in cui molti non vedranno più la sana dottrina, ma, pei propri gusti, cercheranno maestri che racconteranno favole su teorie inventate, false e fallaci. Per questo, Gesù ci diede un criterio di verità per conoscere l’albero buono e quello cattivo: “ex fructibus eorum cognoscetis eos”. Noi cristiani non scopriamo la verità, ma col lume della ragione e della Fede scopriamo le verità soprannaturali: il mistero della Trinità, dell’Incarnazione, dell’Eucarestia, della Risurrezione dei morti; sono verità di divine rivelazioni, non di umane invenzioni.

Il “Modernismo”, invece, (che non è nuovo, ma vecchio fin dai tempi di Adamo!) è la peste della società, perché vi si ragiona sui trampoli, scambiando le cause, confondendo la logica, per cui esso è una vera malattia, un nome nuovo dello scetticismo, del naturalismo, del razionalismo. Il Modernismo, quindi, è solo un ennesimo tralcio infecondo, staccato dalla vite vera, il Cristo, per cui verrà, poi, gettato ad ardere nelle fiamme infernali.

È bene ricordare che la Chiesa guarda sempre impavida in faccia a tutte le tempeste. È da venti secoli che la Chiesa non fugge. Le tempeste passeranno e la Chiesa drizza la prora verso nuove conquiste, non per raccogliere tesori del mondo, ma per pescare e salvare le anime, in virtù del nome di Gesù, fuori del quale non c’è salute.

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sac. Luigi Villa

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