sabato 2 maggio 2020

CHIAMAMI PADRE



PADRE: UNA PAROLA-CHIAVE TUTTA DA RISCOPRIRE

A fronte di queste contraffazioni, urge riscoprire la figura del Padre celeste.
Abbiamo bisogno di riscoprire il senso di questa parola quasi magica e insopprimibile.
Abbiamo bisogno di accostarci alla fonte di quell'energia vitale che sola può sostenerci, proteggerci, guidarci, farci vivere nel senso più pieno e più fecondo.
Abbiamo bisogno di scoprire l'amore sorgivo da cui sgorga la pienezza della vita.
Abbiamo bisogno di riscoprire la Paternità di Dio per poter cogliere ancora, fra le cose e le persone che ci circondano, l'inconfondibile voce che dall' intimo dolcemente ci sussurra: tu sei il mio figlio diletto: in te mi sono compiaciuto! (Cf. Mt 3, 17).



LA PAROLA "PADRE" NON È SOLO BIBLICA

La parola Padre non è nota solo all'interno dell'antico popolo ebraico e non è fiorita solo dal labbro di Gesù.
Molti popoli antichi l'hanno usata.
Nelle religioni indiane, era usata la parola padre per indicare il cielo, e la parola madre per indicare la terra: due principi che, secondo la concezione di quelle religioni, danno origine all'universo. Nella civiltà greco-romana spesso Zeus, Giove, è chiamato "padre degli dèi e degli uomini".
Platone chiama col nome di padre l'idea del bene, che, a suo dire, è la suprema realtà.
L'uomo, con le sue sole forze naturali, ha sempre intuito, più o meno chiaramente, che l'idea di Dio doveva essere associata a quella di padre, perché alla figura del padre è naturalmente collegata l'idea della fecondità e della bontà.
Sono solo intuizioni, ma tutte convergono nel delineare il volto del Creatore come quello di un Padre buono.

DON NOVELLO PEDERZINI

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