AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA
I cattivi non fanno alcun tipo di società con i buoni, né quella del regno dei cieli, né quella del fuoco eterno.
6. 8.Ma quando i cattivi sono tollerati per la necessità di salvaguardare la pace, non si desidera la loro compagnia per essere complici della loro iniquità, affinché il buon grano assorba insieme alla zizzania la stessa pioggia soave, conservando tuttavia la propria fecondità senza diventare sterile come la zizzania, ma l'uno e l'altra crescano insieme fino alla mietitura, per evitare che, cogliendo la zizzania, si sradichi anche il grano buono. Quando si tollerano così i cattivi, essi non condividono nulla della salvezza o della perdizione con i buoni: Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità? I cattivi non fanno alcun tipo di società con i buoni, né quella del regno dei cieli, né quella del fuoco eterno:
Quale connubio infatti può esserci fra le tenebre e la luce? 22 I cattivi non sono neppure in consonanza di vita o di volontà con i buoni: Quale intesa infatti può esserci fra Cristo e Belial? I buoni non condividono con i cattivi né la pena del peccato, né il premio della pietà: Quale parte infatti può avere il fedele con l'infedele? 23 Mentre si trovano insieme nelle stesse reti, finché non giungono a riva, entrambi ricevono gli stessi sacramenti divini, ma gli uni sono uniti e gli altri sono separati, qui c'è il consenso e là il dissenso; gli uni fruiscono della misericordia, gli altri del giudizio. Poiché la Chiesa canta al Signore la misericordia e il giudizio 24, chi mangia indegnamente, mangia la condanna, non per gli altri ma per sé 25. Dello stesso pane, infatti, offerto dalla mano stessa del Signore, Giuda ricevette una parte e Pietro l'altra; e tuttavia quale consorzio, quale accordo, quale partecipazione in comune fra Pietro e Giuda, dal momento che una causa non pregiudica un'altra causa né una persona pregiudica un'altra persona?
Sant'Agostino
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