ALCUNI MIRACOLI DI ELISEO
[19]Gli abitanti della città dissero a Eliseo: «Ecco è bello soggiornare in questa città, come tu stesso puoi constatare, Signore, ma l'acqua è cattiva e la terra è sterile».
[20]Ed egli disse: «Prendetemi una pentola nuova e mettetevi del sale». Gliela portarono.
[21]Eliseo si recò alla sorgente dell'acqua e vi versò il sale, pronunziando queste parole: «Dice il Signore: Rendo sane queste acque; da esse non si diffonderanno più morte e sterilità».
[22]Le acque rimasero sane fino ad oggi, secondo la parola pronunziata da Eliseo. (2 Re 2,19 seg.)
Quanti temono le fatture o gli oggetti fatturati devono meditare sulle parole bibliche sottolineate che dimostrano la superiorita' della benedizione di Dio (tramite un sacerdote che pronuncia la formula prevista dal Rituale ed asperge gli oggetti "sospetti" con acqua benedetta) su qualunque fattura xl .
[23]Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli camminava per strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui dicendo: «Vieni su, pelato; vieni su, calvo!».
[24]Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli.
[25]Di là egli andò al monte Carmelo e quindi tornò a Samaria. (2 Re 19,23 seg.)
Quest'episodio ci deve far riflettere sulla eterna verita' delle parole bibliche: "Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti". (Salmo 105,15)
Altri episodi biblici confermano tali parole.
[10]Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese.
[11]Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla moglie Sarai: «Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente.
[12]Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: Costei è sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita.
[13]Dì dunque che tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per causa tua e io viva per riguardo a te».
[14]Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente.
[15]La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone.
[16]Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.
[17]Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe, per il fatto di Sarai, moglie di Abram.
[18]Allora il faraone convocò Abram e gli disse: «Che mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie?
[19]Perché hai detto: E' mia sorella, così che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vàttene!».
[20]Poi il faraone lo affidò ad alcuni uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la moglie e tutti i suoi averi." (Genesi 12,10 seg.)
[1]Venne una carestia nel paese oltre la prima che era avvenuta ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso Abimèlech, re dei Filistei.
[2]Gli apparve il Signore e gli disse: «Non scendere in Egitto, abita nel paese che io ti indicherò.
[3]Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre.
[4]Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra saranno benedette per la tua discendenza;
[5]per il fatto che Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi».
[6]Così Isacco dimorò in Gerar.
[7]Gli uomini del luogo lo interrogarono intorno alla moglie ed egli disse: «E' mia sorella»; infatti aveva timore di dire: «E' mia moglie», pensando che gli uomini del luogo lo uccidessero per causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.
[8]Era là da molto tempo, quando Abimèlech, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco scherzare con la propria moglie Rebecca.
[9]Abimèlech chiamò Isacco e disse: «Sicuramente essa è tua moglie. E perché tu hai detto: E' mia sorella?». Gli rispose Isacco: «Perché mi son detto: io non muoia per causa di lei!».
[10]Riprese Abimèlech: «Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa».
[11]Abimèlech diede quest'ordine a tutto il popolo: «Chi tocca questo uomo o la sua moglie sarà messo a morte!». (Genesi 26,1 seg.)
L'eterna Parola di Dio manifesta tutta la verita' anche nella nostra epoca. Il seguente episodio che riguarda Padre Jozo di Medjugorje e' assai emblematico.
"Mladen Bulic' di Medjugorje mi racconta: "A meta' agosto del 1981 ero degente all'ospedale per problemi alla gola gia' da cinque giorni. Il 25 agosto stavo alla finestra della mia camera. Vedo giu' una macchina della milizia arrivare e due poliziotti escono tenendo sottobraccio il mio parroco, Padre Jozo, vestito in abiti civili. Corsi giu' dalle scale per salutarlo, perchè una settimana prima l'avevano incarcerato. Lungo le scale incontro P. Jozo con i due poliziotti. Mi sono fatto avanti per stringergli la mano; ma la polizia mi ha cacciato via con rabbia. Ho visto che il gruppetto si e' fermato nel corridoio per attendere che uscisse un paziente dal dottore. P. Jozo sanguinava dalle orecchie, da come camminava ho pensato che sarebbe andato per il resto della sua vita in carrozzella. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto come stava. Lui girandosi con un sorriso ha detto: "Lo vedi" e nel sorridere ho visto che gli mancavano alcuni denti. La guancia destra era tutta gonfia. L'avevano picchiato selvaggiamente!
Uno dei poliziotti mi si e' fatto avanti minaccioso e mi ha detto: "Se fai altre parole bastoniamo anche te!". Ma io non mi sono lasciato intimorire e ho risposto: "Voi non mi potete far nulla, perchè io sono un ricoverato e posso stare qui!. Padre Jozo e' stato portato dal dottore dai poliziotti. Quando e' uscito mi ha chiesto come stavano le cose a Medjugorje. Gli ho risposto che le cose andavano bene e lui non doveva preoccuparsi. Allora un poliziotto ha detto: "Non deve preoccuparsi di nulla, perchè questa notte gli tagliamo la gola". Ma io gli risposi: "Voi non potete fargli niente. Lo avete bastonato, ma non lo potrete uccidere!". Allora P. Jozo ha girato la testa e mi ha fatto cenno di tacere perchè era pericoloso parlare.
Venni poi a sapere che dieci giorni dopo quel poliziotto che lo aveva picchiato era morto d'infarto! Seppi che quel poliziotto aveva torturato P. Jozo e gli diceva che era un nemico dello Stato, del Governo e che doveva essere eliminato facendolo soffrire, pian piano, il più possibile. Seppi anche che quel poliziotto aveva legato con ferri il parroco e per farlo soffrire gli aveva messo dei pesi, sia sulle braccia che sulle gambe. Ma quando al mattino andarono per prendere P. Jozo, lo trovarono libero dalle catene, e inoltre la sua cella, priva di lampadine, era illuminata.
Ora quando P. Jozo viene a Medjugorje, si ferma qui a casa mia e scherza: "Vedi che non mi hanno liquidato! La mia gola e' ancora tutta intera!". xli
di Arrigo Muscio
Nessun commento:
Posta un commento