domenica 7 giugno 2020

LA CITTÀ DI DIO



Confronto fra Cristo e Giunone. 

Come ho detto, la stessa Troia, madre del popolo romano, non  poté difendere nei templi degli dèi i propri cittadini dal fuoco e ferro  dei Greci che onoravano gli stessi dèi. Anzi Fenice e il fiero Ulisse,  guardie scelte, sorvegliavano il bottino nel tempio di Giunone. In  esso vengono raccolti gli oggetti preziosi di Troia sottratti alle case  bruciate, gli altari, i vasi d'oro massiccio e le vesti sacre. Stanno  attorno in lunga fila fanciulli e madri tremanti 16. Fu scelto dunque il  tempio sacro a una dea sì grande non perché si ritenne illecito  sottrarre di lì i prigionieri ma perché si era deciso di chiuderveli. Ed  ora confronta con i luoghi eretti in memoria dei nostri Apostoli quel  tempio non di un qualsiasi dio subalterno o della turba degli dèi  inferiori ma della stessa sorella e moglie di Giove e regina di tutti gli  dèi. In esso veniva trasportato il bottino trafugato ai templi  incendiati e agli dèi non per esser donato ai vinti ma diviso fra i  vincitori. Nei nostri templi invece veniva ricondotto con onore e  rispetto religioso ciò che pur trovato altrove si scoprì appartenesse  ad essi. Lì fu perduta la libertà, qui conservata; lì fu ribadita la  schiavitù, qui proibita; là venivano stipati per divenire proprietà dei  nemici che divenivano padroni, qua perché rimanessero liberi  venivano condotti da nemici pietosi. Infine il tempio di Giunone era  stato scelto dall'avarizia e superbia dei frivoli Greci, le basiliche di  Cristo dalla liberalità e anche umiltà dei fieri barbari. Ma forse i  Greci nella loro vittoria risparmiarono i templi degli dèi che avevano  in comune e non osarono uccidere o far prigionieri i miseri Troiani  vinti che ci si rifugiavano. Virgilio, secondo l'usanza dei poeti,  avrebbe mistificato quei fatti. Al contrario egli ha narrato l'usanza  dei nemici che saccheggiavano le città. 

Sant'Agostino

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