domenica 11 ottobre 2020

La Chiesa si “apre” al “dialogo” con i nemici comunisti e Massoni

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Papa Paolo VI ammette che la Chiesa è stata invasa dal pensiero secolare

Lo stesso Paolo VI dovette ammettere, otto anni dopo la fine del  Concilio, che “l’apertura al mondo è diventata una vera e propria  invasione del pensiero secolare nella Chiesa. Siamo stati forse troppo  deboli ed imprudenti.”161A Solo tre anni dopo il Concilio, Paolo VI  aveva ammesso che “La Chiesa attraversa, oggi, un momento di  inquietudine... si direbbe persino di auto demolizione.”162 E nel 1972,  in quella che probabilmente è l’affermazione più scioccante che sia mai  stata pronunciata da un Pontefice Romano, Paolo VI lamentò il fatto  che “da qualche parte, il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio”.163 Fermiamoci un attimo per approfondire i motivi evidenti che hanno  spinto Paolo VI a rilasciare queste incredibili affermazioni.


La Chiesa si “apre” al “dialogo” con i nemici comunisti e Massoni

Con il Vaticano II ha avuto inizio un vasto sforzo di collaborazione  con le forze del mondo, la cosiddetta grande apertura al mondo. Non v’è  documento che chiarisca meglio questo concetto della stessa Gaudium  et Spes: “Con lo studio assiduo” – riferendosi a ogni sacerdote, vescovo  o membro della gerarchia Cattolica – “si rendano capaci di assumere  la propria responsabilità nel dialogo col mondo e con gli uomini di  qualsiasi opinione”.

Ci si potrebbe chiedere cosa ci sia di sbagliato nel cercare la  collaborazione ed il dialogo con gli uomini, qualunque sia la loro  opinione, sopratutto in quelle aree in cui la Chiesa può trovare con loro  una base di accordo. Ancora una volta, i Papi pre-conciliari ci avevano  avvertiti che uno dei tranelli del diavolo è proprio quello di far passare il  male sotto forma apparente di bene. Parlando specificamente di questo  appello alla collaborazione e al dialogo con i Comunisti, spacciato per  motivi che sarebbero stati apparentemente comuni a tutta l’umanità – il  che è esattamente quel che il diavolo spera che faccia la Chiesa, ovvero  gettare le proprie armi e unirsi al nemico – Papa Pio XI ci avvertì così,  nella sua Divini Redemptoris:

Il comunismo nel principio si mostrò quale era in tutta la sua  perversità, ma ben presto si accorse che in tale modo allontanava da sé i popoli, e perciò ha cambiato tattica e procura di attirare le  folle con vari inganni, nascondendo i propri disegni dietro idee che in sé sono buone ed attraenti. Sotto vari nomi che neppure  alludono al comunismo, fondano associazioni e periodici che  servono poi unicamente a far penetrare le loro idee in ambienti  altrimenti a loro non facilmente accessibili; anzi procurano con  perfidia di infiltrarsi in associazioni cattoliche e religiose. Così  altrove, senza punto recedere dai loro perversi principi, invitano i  cattolici a collaborare con loro sul campo così detto umanitario e  caritativo, proponendo talvolta anche cose del tutto conformi allo  spirito cristiano e alla dottrina della Chiesa … Procurate, Venerabili  Fratelli, che i fedeli non si lascino ingannare! Il comunismo è  intrinsecamente perverso e non si può ammettere in  nessun campo la collaborazione con esso da parte di  chiunque voglia salvare la civilizzazione cristiana.164

Papa Pio XI non avrebbe potuto essere più chiaro di così sul dovere  che ha la Chiesa Cattolica di evitare qualsiasi “dialogo” o collaborazione  con i Comunisti. Ma perché? Come dice il detto: dimmi con chi vai, e  ti dirò chi sei. Pio XI riconobbe che se ci si avvicina troppo ad un certo  tipo di persone, si verrà inevitabilmente influenzati da quest’ultime,  diventando simili a loro, malgrado tutto. Se si collabora con le potenze  del mondo, esse tenderanno a sedurci, facendoci diventare proprio come  loro. Se la Chiesa si aprisse al mondo - e con questo intendiamo dire se  cessasse ogni opposizione alle potenze secolari, contro le quali invece una  volta si opponeva - se affermasse di dover, d’ora in avanti, collaborare e  dialogare con i suoi nemici, allora i suoi membri diventerebbero proprio  come coloro contro i quali un tempo combattevano. L’apertura verso il  mondo porterebbe quindi ad una Chiesa che diventa simile ad esso,  come lo stesso Paolo VI fu costretto ad ammettere nell’affermazione che  abbiamo appena riportato. 

Padre Paul Kramer

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