All’incredulo perché sia meno scettico, e al sacerdote perché sia meno tiepido.
L'Eucaristia nutre
Quante anime sante, privandosi di cibo materiale, attingono il loro nutrimento dalla sola Eucaristia!
Accanto ai digiuni - di breve o di lunga durata - praticati nel silenzio, tra le mura dei conventi o tra le pareti domestiche, senza echi di cronaca, vi sono anche quelli che fanno storia.
Nel passato, ad esempio, troviamo: Angela da Foligno, che non tocca cibo per più di quindici anni, dopo aver ricevuto la Comunione dagli angeli; così come pure Rita da Cascia, Caterina Emmerich ed Ildegarda di Bingen, che nei loro interminabili digiuni si nutrono esclusivamente con l'Eucaristia.
Il sacerdote milanese Giuseppe Riva (1803-1876), nella sua opera ascetica "Manuale di Filotea", riporta: «Consultando le storie dei Santi, si vede che questo Sacramento servì più volte anche al sostentamento della vita corporale. Santa Caterina da Siena viveva le intere quaresime, nutrendosi della S. Comunione. Così fece per cinque quaresime continue una vergine, per nome Felicita, in Roma. Nell'Elvezia il monaco Nicolò da Flue per lo spazio di venti anni non si nutrì d'altro che dell'Eucaristico Cibo, il qual prodigio fu dagli stessi contemporanei constatato con prove le più luminose e ineccepibili». Anche la mistica Alessandrina Maria da Costa (adesso Beata), negli ultimi tredici anni di vita, si alimenta con la sola Eucaristia quotidiana.
Qualche scettico potrebbe dire che si tratta di storie inventate dai biografi per esaltare le virtù di questi personaggi e, così, soddisfare l’appetito dei creduloni. Per questo motivo, ci soffermeremo su due casi eclatanti che, oltre ad appartenere al nostro tempo, offrono una certa garanzia di scientificità, passati al setaccio da controlli medici, e quindi resi più 'digeribili': Teresa Neumann e Marta Robin.
La lettura di questi casi porta a una sola conclusione: tali creature hanno raggiunto i vertici della comunione con Dio, tanto da vivere sulla terra come se fossero già in Cielo, nutriti solo dall'amore di Dio.
Quando infatti ricevono l'Ostia, cadono in estasi: i loro volti risplendono di beatitudine, i loro occhi penetrano l'invisibile. Esse vengono catturate dall'unica realtà verso la quale si sentono attratte.
Un altro 'fenomeno' straordinario è la figura di Padre Pio da Pietrelcina, anche lui - per tanti versi - oggetto di ammirazione e di studio.
A) TERESA NEUMANN
Teresa Neumann, una tedesca nata nel 1898, è una mistica stigmatizzata il cui digiuno totale dura trentanove anni, dal 1923 al 1962, anno della sua morte.
Di questo fenomeno inspiegabile, esiste un rapporto redatto dai medici Otto Seidl ed Ewald von Erlangen del sanatorio di Waldassen, incaricati dalla Chiesa ad accertare l'autenticità del fatto. In questo ospedale, Teresa Neumann viene praticamente 'reclusa' dal 14 al 28 luglio 1927, tenuta sotto stretta sorveglianza e controllata a vista, giorno e notte, da medici e infermieri. Ecco il resoconto delle loro osservazioni:
«Alimentazione: l'alimentazione è stata oggetto della più attenta e assidua sorveglianza in tutto il periodo d'osservazione. Le istruzioni, per la pulizia, per sciacquarle la bocca ecc., sono state seguite alla lettera. Teresa Neumann, che non è mai stata lasciata sola nemmeno per un secondo, non ha mai mangiato nulla e non ha neanche tentato di ingerire qualcosa. Il suo letto era sotto sorveglianza permanente e rifatto ogni giorno da una delle quattro infermiere sotto giuramento. Nessun membro del corpo medico ha denunciato una qualsiasi manchevolezza nel controllo dell'alimentazione.
Per tutta la durata dell'osservazione, questi sono gli elementi che sono stati ingeriti da Teresa:
a) Durante la comunione quotidiana le veniva dato un pezzettino di ostia, circa un ottavo di un'ostia di grandezza normale. Anche se sommate, si ottengono, per il periodo dal 14 al 28 di luglio, solo tre ostie intere consumate, cioè un peso totale di 39 grammi.
b) Per aiutarla a ingoiare le ostie, le davamo regolarmente un po' d'acqua, circa 3 cm3; il volume totale di acqua che ha ingerito dal mattino del 14 luglio al mattino del 28 luglio è stato di 15x3 cm3, un totale di circa 45 cm3, cioè il contenuto di tre cucchiaini da tè.
c) Seguendo le istruzioni ricevute, quando Teresa voleva sciacquarsi la bocca, l'infermiera le dava una quantità precisa di acqua, che doveva risputare in un recipiente a sua volta pesato. Il volume dell'acqua prima e dopo è variato solo in due occasioni: il 16 di luglio abbiamo constatato una diminuzione di 5 cm3. L'annotazione dell'infermeria precisava che, sputando, delle gocce erano cadute a terra. La sera del 17 di luglio, è stato annotato un altro calo di 5 cm3. Negli altri giorni non è stata riscontrata alcuna variazione.
Peso: per evitare il minimo errore, il peso di Teresa è stato controllato sempre con gli stessi vestiti e senza scarpe. Mercoledì 13 luglio pesava 55 chili e sabato 16 luglio il suo peso era sceso a 51 chili; il controllo del 20 luglio registrava un peso di 54 kg, sabato 23 di 52,5 kg. Giovedì 28 era ritornato a 55 kg. II peso all'uscita era quindi lo stesso di quello d'entrata e questo costituisce in assoluto l'elemento più sorprendente dell'osservazione. La prima perdita di 4 kg e la seconda di 2,5 kg si spiegano considerando l'attività del giorno prima (venerdì): l'eliminazione d'urina, di sangue, di vomito, a velocità straordinaria del metabolismo durante gli stati di estasi e la notevole sudorazione dopo il fenomeno. Tuttavia, il fatto che Teresa abbia recuperato 4 kg nel primo caso e 2,5 nel secondo, senza aver ingerito nessun alimento o liquido, non trova riscontro in nessuna legge naturale o psicologica. Sappiamo inoltre che le persone che presentano un livello di albumina molto basso non provano più lo stimolo della sete (a questo proposito mi sono state fornite informazioni su diversi casi clinici). Quindi si sarebbe dovuta riscontrare una notevole diminuzione dell'albumina, ma non è stato registrato nessun calo nella paziente»'.
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