lunedì 22 febbraio 2021

Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito

 


La Battaglia  Finale del Diavolo

Qual è stato l’effetto dei repentini e drammatici cambiamenti avvenuti  nella Chiesa nel XX secolo? Come hanno osservato diversi scrittori  Cattolici, lo spettacolo al quale hanno assistito i fedeli, specialmente  negli ultimi 40 anni, rappresenta una sorta di “stalinizzazione della  Chiesa Cattolica Romana,” che assomiglia preoccupantemente a quel  processo di “Adattamento” che all’epoca vide l’Ortodossia Russa chinarsi  alle richieste del regime Stalinista.

La sovversione della Chiesa Ortodossa da parte di Stalin è  sicuramente uno degli sviluppi che la Madonna di Fatima aveva  previsto in Russia. Fu proprio per questo genere di eventi che la Vergine  era giunta per chiedere la consacrazione della Russia al Suo Cuore  Immacolato: affinché la Russia abbracciasse l’unica vera religione e  l’unica vera Chiesa, e non quella scismatica Ortodossa basata su di  una ribellione umana contro Roma e causata dal suo abbandono del  Corpo Mistico di Cristo più di 500 anni fa, e quindi costituzionalmente  incapace di evitare il suo Adattamento totale allo Stalinismo.

Quest’Adattamento degli Ortodossi ebbe ufficialmente inizio  quando il Metropolita della Chiesa Russo Ortodossa, Sergius, pubblicò  un “appello” sull’Isvestia del 19 agosto 1927. (Sergius fu uno dei pochi  sacerdoti Russo-Ortodossi sopravvissuti alle persecuzioni Staliniste.  Nel 1917 esistevano in Russia circa 50,000 sacerdoti Russo-Ortodossi,  mentre nel 1935 il loro numero si era ridotto a 500).

L’appello di Sergius pose nuove basi per l’attività della Chiesa  Russo Ortodossa. Il laico russo Boris Talantov lo descrisse come “un  Adattamento alla realtà atea presente in Unione Sovietica”. In altre  parole, la chiesa dovette trovare, per così dire, i suoi spazi vitali  all’interno di quella “realtà atea” che si era instaurata nella Russia di  Stalin. Sergius propose quello che sarebbe stato poi conosciuto come  “l’Adattamento”.

Questo Adattamento consisteva in primo luogo in un’erronea  separazione tra i cosiddetti bisogni spirituali dell’uomo, cioè le sue  esigenze di carattere puramente religioso, ed i suoi bisogni sociopolitici. In altre parole, una separazione definitiva tra Chiesa e Stato. La  Chiesa Ortodossa avrebbe quindi dovuto soddisfare i bisogni puramente  religiosi dei cittadini dell’Unione Sovietica, ma senza toccare la struttura  socio-politica costruita dal Partito Comunista.

Quest’Adattamento in Russia richiese una nuova amministrazione  della chiesa, secondo le linee guida che erano state proposte dopo la pubblicazione dell’appello di Sergius. Fondamentalmente, si giunse  ad un accordo per cui la chiesa non avrebbe più criticato la linea del  partito225 dell’Unione Sovietica di Stalin. Questo si sarebbe riflettuto  in tutte le attività in cui era coinvolta la Chiesa. Qualsiasi forma di  opposizione al regime Sovietico da parte della Chiesa Russo Ortodossa,  pertanto, sarebbe stata vista come una deviazione dalle attività  puramente religiose che le competevano e quindi come una specie di  contro rivoluzione, tutte cose che non le erano più permesse né tollerate. In effetti la Chiesa Ortodossa, con il suo silenzio, divenne  un‘estensione dello stato Sovietico. Sergius, infatti, sarebbe arrivato a  tal punto nel difendere questo tradimento, da chiedere addirittura la  condanna ai campi di concentramento per i suoi ex confratelli Ortodossi  colpevoli di presunte attività anti rivoluzionarie. Talantov, che condannò  l’intero concetto di Adattamento, lo descrisse in questa maniera: “Tutte  le attività religiose furono ridotte in pratica a meri riti esteriori. La  predicazione ecclesiastica di quei religiosi che aderivano strettamente  all’Adattamento era assai remota dalla vita reale e quindi non aveva  alcuna influenza sul popolo. A causa di ciò, la vita intellettuale, sociale  e familiare dei credenti e la crescita delle nuove generazioni avvenne al  di fuori dell’influenza religiosa. Non si può adorare Cristo ed allo stesso  tempo mentire nella società ed in famiglia, compiere atti ingiusti, usare  violenza e sognare un paradiso in terra”.226

Ecco cosa fu l’Adattamento: La chiesa avrebbe taciuto i mali del  regime stalinista, sarebbe rimasta silente in presenza della Linea del  Partito - ripetuta ossessivamente dal regime - e sarebbe diventata una  mera comunità “spirituale” e “astratta”; non si sarebbe più opposta  al regime Comunista, non ne avrebbe più condannato gli errori e le  menzogne e sarebbe quindi diventata la Chiesa del Silenzio, come fu  spesso definita la Cristianità all’interno della Cortina di Ferro.

L’appello di Sergius causò una spaccatura all’interno della Chiesa  Russo-Ortodossa. I veri credenti che avevano rifiutato l’Adattamento,  denunciato l’Appello ed erano rimasti fedeli al Metropolita Joseph  piuttosto che a Sergius, furono arrestati ed inviati ai campi di  concentramento. Talantov stesso sarebbe morto in prigione, prigioniero  politico del regime stalinista. Nel frattempo, la Chiesa del Silenzio  veniva trasformata a tutti gli effetti in un organo del KGB. Stalin decimò  la Chiesa Russo Ortodossa; tutti i fedeli Ortodossi realmente credenti  vennero inviati nei campi di concentramento, assassinati, o rimpiazzati  da membri del KGB.

Poco prima di morire, nell’agosto del 1967, Talantov scrisse quanto segue, nei riguardi dell’Adattamento: 

L’Adattamento all’ateismo compiuto dal Metropolita Sergius è stato portato a termine dal tradimento della Chiesa Russo Ortodossa,  nella figura del Metropolita Nikodim e di altri rappresentanti  ufficiali del Patriarcato di Mosca che vivevano all’estero. Questo  tradimento è provato, irrefutabilmente, dai documenti citati e deve  essere messo a conoscenza di tutti i credenti in Russia e all’estero,  perché una tale attività del Patriarcato, basata sulla cooperazione  con il KGB, rappresenta un grave pericolo per i fedeli. In verità, i leader atei del popolo Russo ed i principi della Chiesa si sono  riuniti assieme per combattere il Signore e la Sua Chiesa.227

Talantov si riferisce al Metropolita Nikodim, che aveva convinto  il Vaticano ad entrare nel famigerato Accordo Vaticano-Mosca, grazie  al quale (come abbiamo visto nel Capitolo 6) la Chiesa Cattolica fu  obbligata a tacere sul Comunismo, durante il Concilio Vaticano II. Così, quello stesso prelato ortodosso che aveva tradito la Chiesa Ortodossa fu  strumentale a quell’ accordo, grazie al quale anche la Chiesa Cattolica  venne tradita. Alcuni elementi della Chiesa, presenti al Vaticano II ed in  accordo con Nikodim, permisero quindi che anche la Chiesa Cattolica si  trasformasse in una Chiesa del Silenzio.

Sin dal Concilio infatti, la Chiesa Cattolica è rimasta quasi sempre  in silenzio, non solo in merito agli errori del Comunismo – errori che  la Chiesa ha quasi completamente cessato di condannare, persino nei  riguardi della Cina Comunista, dove riceve persecuzioni malvagie e  senza tregua – ma anche in merito agli errori del mondo in generale.  Non dobbiamo dimenticare le parole pronunciate da Papa Giovanni, all’  apertura del Concilio, con le quali il Pontefice ammetteva liberamente  che il Concilio (e quasi tutta la Chiesa insieme ad esso) non avrebbero  più condannato gli errori del mondo, ma si sarebbero anzi aperti ad  esso attraverso un presentazione “positiva” dei Propri insegnamenti agli  “uomini di buona volontà”. Ciò che seguì a quest’impostazione non fu  certo, come aveva sperato Papa Paolo VI, la sperata conversione degli  “uomini di buona volontà” bensì, per usare le stesse parole di Paolo VI,  “una chiara invasione nella Chiesa da parte del pensiero secolare”. In  altre parole, per quanto è possibile che accada nella Chiesa Cattolica  (che non potrà mai venir meno del tutto alla Sua missione), si verificò  una specie di Adattamento di tipo Sergiano del Cattolicesimo Romano.

Nel 2000, seguendo fedelmente questo Adattamento della Chiesa  Cattolica, il Messaggio di Fatima fu piegato con fermezza alle esigenze  del nuovo orientamento della Chiesa. Era stato ormai deciso da alcuni  membri dell’apparato Vaticano che la Russia non avrebbe dovuto più  essere nominata in una qualsiasi cerimonia di consacrazione che il  Papa potesse intraprendere in risposta alle richieste della Vergine di  Fatima. Nel novembre del 2000, la rivista Inside the Vatican riportò  un’affermazione di un eminente cardinale, che la rivista indicava come  “uno dei consiglieri più vicini al Papa” (successivamente, il direttore della rivista affermò che si trattava del Cardinale Tomko), il quale  aveva affermato che: “Roma è preoccupata che i Russi Ortodossi  possano ‘offendersi’ se si dovesse nominare specificatamente la Russia  in una simile preghiera, come se la Russia avesse bisogno di un aiuto  particolare, mentre è il mondo intero, tra cui anche l’occidente Cristiano,  ad affrontare problemi assai gravi …”228 Lo stesso Cardinale-Consigliere  aveva aggiunto: “Cerchiamo d’evitare di diventare troppo letterali”.

In altre parole, “Roma” – ovvero qualche membro dell’apparato  Vaticano che fa da consigliere al Papa – ha deciso di non onorare le  specifiche richieste della Madonna di Fatima per paura di recare offesa  alla Chiesa Russo Ortodossa. “Roma” non desidera dare l’impressione  che la Russia debba essere convertita alla Fede Cattolica tramite la sua  consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, perché questo sarebbe in  aperto contrasto con il nuovo “dialogo ecumenico” lanciato dal Vaticano  II. La consacrazione e la conversione della Russia richiesta dalla Madre  di Dio sarebbero inoltre in contrasto con gli accordi diplomatici del  Vaticano (contenuti nella dichiarazione di Balamand del 1993),  secondo i quali il ritorno degli Ortodossi scismatici a Roma sarebbe solo  “ecclesiologia datata” – un’affermazione che, come abbiamo già visto,  contraddice apertamente i dogmi Cattolici infallibilmente definiti,  secondo i quali gli eretici e gli scismatici non possono ricevere la  salvezza eterna al di fuori della Chiesa Cattolica. Tenendo fede a questa  tendenza ad allontanarsi sempre più dagli insegnamenti Cattolici,  l’amministratore apostolico Vaticano per la Russia, l’Arcivescovo Tadeus  Kondrusiewicz, ha affermato pubblicamente, nel gennaio 1998, che “Il  Concilio Vaticano II ha dichiarato che la Chiesa Ortodossa è la nostra  Chiesa Sorella ed ha gli stessi mezzi per ottenere la salvezza. Non vi è  quindi ragione di continuare una politica di proselitismo”.229

Per via di questo abbandono de facto  del costante insegnamento  della Chiesa, che abbiamo esaminato nel capitolo precedente, secondo  il quale gli eretici, gli scismatici, gli Ebrei ed i pagani se vogliono salvarsi  devono entrare a far parte della Religione Cattolica, una Consacrazione  della Russia al Cuore Immacolato di Maria che comporti la conversione  della Russia al Cattolicesimo doveva essere esclusa a priori – almeno  per coloro che promuovono questo nuovo orientamento della Chiesa.  Così, il 13 maggio 1982 ed il 25 marzo 1984, il Papa consacrò  il mondo al Cuore Immacolato, ma non nominò la Russia. In nessun  caso i vescovi del mondo vi parteciparono230. Pertanto, nessuno dei  due requisiti richiesti, che Suor Lucia aveva confermato più volte  durante la sua vita, fu soddisfatto. Il Papa stesso, riconoscendo questo  fallimento, alla cerimonia del 1984 e dinanzi a 250.000 persone rilasciò  un‘affermazione chiarissima. Durante la cerimonia, infatti, davanti alla  grande folla assiepata a Piazza San Pietro, egli aggiunse queste righe, di  sua spontanea volontà, al testo preventivamente preparato: “Illumina  specialmente quei popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il  nostro affidamento”231. Alcune ore dopo la cerimonia, come riportato  sull’ Avvenire, quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, il Santo  Padre pregò all’interno della Basilica di San Pietro davanti a 10.000  fedeli, chiedendo alla Madonna di benedire “quei popoli per i quali Tu  stessa aspetti la nostra consacrazione ed il nostro affidamento”.232 La  Russia non era stata consacrata al Cuore Immacolato di Maria, ed il  Papa lo sapeva. Persuaso probabilmente dai propri consiglieri, Giovanni  Paolo II rivelò al Vescovo Cordes, a capo del Pontificio Concilio per i  Laici, di aver omesso esplicitamente qualsiasi riferimento alla Russia  perché “sarebbe stata interpretata come una provocazione da parte dei  leader Sovietici”.233

Padre Paul Kramer,

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