sabato 27 febbraio 2021

Cerco amore e non incontro che ingratitudine! Sono così rare le anime che Mi amano davvero!

 


COLUI CHE PARLA DAL FUOCO 


Il sabato 20 novembre, dopo la Comunione le apparve come un povero per mendicare il suo amore:  

«Molte piccole ferite Gli straziavano il Cuore», ella scrive.  

«Dimmi, Josefa, che cosa non faresti per consolarmi?... Condividi un istante l'amarezza del mio Cuore!». «Allora l'anima mia si trovò come smarrita. Era rimasto lì. Poi, a poco a poco, il Cuore Gli si accese e le ferite sparirono». «Ascolta - disse - Voglio che tu Mi dia delle anime! Perciò non ti chiedo altra cosa che amore in ogni tua azione. Fa' tutto per amore, soffri per amore, lavora per amore e soprattutto abbandonati all'Amore. Quando ti faccio sentire l'angoscia e la solitudine, accettale e soffri nell'amore. Voglio servirmi di te come del bastone su cui si appoggia una persona stanca... Voglio possederti, consumarti interamente, ma tutto con grande soavità, in modo che soffrendo un martirio di amore, tu desideri maggiormente soffrire».  

Queste visite infatti lasciano Josefa di fronte a sofferenze che talvolta la sgomentano, ma non ne stancano la generosità.  

«Da qualche giorno - scrive - ho l'anima immersa nel timore di Dio e sotto il peso della sua Giustizia... Mi sembra che non potrò mai uscire da questo abisso».  

Tuttavia Gesù la sostiene e la domenica 21 novembre durante la Messa ad un tratto le appare:  

«Vengo a riposarmi in te, poiché sono così poco amato! Cerco amore e non incontro che ingratitudine! Sono così rare le anime che Mi amano davvero!».  

«Gli chiesi se non riceveva qualche consolazione da questo noviziato. Poi per consolarlo Gli offersi l'amore della Madonna, dei santi, di tutte le anime fedeli ed anche il mio». «Sì, amami, Josefa, e non stancarti di ripetermelo!».  

Con tutto il cuore ella accetta il comando del Maestro nonostante l'interna oscurità.  

«Mi sforzavo - scrive il giorno seguente - di ripetergli con tutta l'anima: Ti amo Gesù mio!».  

«E anch'Io» mi rispose, improvvisamente durante la meditazione.  

«Mi apparve senza luce, e pareva un povero. Io stavo in silenzio, ma siccome mi guardava tristemente, osai parlargli e dirgli soprattutto il mio ardente desiderio di consolarlo».  

«- Sì, oggi devi consolarmi e, perché non ti dimentichi di Me neppure un istante, resterò al tuo fianco».  

«Alla fine della meditazione, siccome restava lì Gli ho detto: Signore, ora bisogna che vada a spazzare, ma sai bene che tutto quello che faccio è unicamente per amor tuo. Per due volte ancora, durante il mio lavoro, mi chiese se Lo amavo». 

«- Ripetimelo spesso, per supplire alla dimenticanza di tante anime!».  

Suor Josefa Menéndez

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