mercoledì 5 maggio 2021

DELLE CAUSE DEI MALI PRESENTI E DEL TIMORE DE' MALI FUTURI E SUOI RIMEDI AVVISO AL POPOLO CRISTIANO

 


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Ed eccovi intanto, torno a dire, alcuni dei motivi delle presenti vicende, e disgrazie della Francia. Con questo io mi sono ingegnato di giustificare la divina provvidenza nella permissione dei mali presenti. Ma non pretendo per ciò di essere giunto a penetrare nei profondi abissi de' suoi arcani secreti. Quanti altri fini può avere Iddio in queste calamità, che riserba da scoprirsi a suoi eletti nella patria, o anche a tutto il mondo nel di dell'universal giudizio! Non mi domandate dunque più perchè lddio faccia, o permetta cosi. ” Sonuomo, risponderò con Salviano, (de gubernat. Dei l. 5. c. 2) non l'intendo, non ardisco d'in vestigare i secreti di Dio. Mi basta sapere, ch'egli medesimo protesta nelle scritture, che vede tutto, e che dispone tutto con sapienza, con prudenza, con soavità, e con forza. Perchè siccome vale più Dio, che ogni ragione umana, cosi anche più d'ogni ragione dee valere presso di me il sapere, che tutto si fa da Dio. Non è dunque mestieri il sentir qualche cosa di nuovo su questo fatto: basti per tutte le ragioni il sapere, che Iddio n'è l'autore o col volerlo, o col permetterlo ». Quello piuttosto, che io pretendo, anzi quasi quel tutto, a cui s'indirizza la seconda parte di questo mio libricciuolo, si è una viva lezione negli esempi della Francia di que castighi, che forse si vanno apparecchiando a noi, ma che certamente anche noi abbiam meritato. Le disgrazie di quel popolo sieno una scuola ai suoi imitatori, e le sventure dei maestri di iniquità diventino uno specchio a lor discepoli. Ecco che io comincierò ad affliggere la città che porta il mio nome, e voi quasi foste innocenti, resterete impuniti º voi non sarete impuniti: imperocchè ecco che io spedisco la spada contro tutti gli abitatori della terra, dice il Signor degli eserciti. Impara, o Gerusalemme, affinchè non si alieni da te l'anima mia, affinchè io non ti renda terra deserta e inabitata (1). Questa è la via ordinaria della divina misericordia, la quale non vuol la morte del peccatore, ma bensi, che si converta e viva, di premettere cioè alcuni avvisi prima di metter mano ai severi castighi. Suole Iddio perciò, come riflette San Vincenzo Ferreri (Dom. 5. Advent serm. 7), prima di qualche gran mutazione, o novità, mandare innanzi qualcuno de' suoi ministri, affinchè le genti si preparino. Noi al presente per giusto giudizio di Dio, come abbiam notato, non contiamo più nessuno di quei singolari ministri del Signore, i quali in altra stagione invitavano i popoli non sol colla voce, ma anche coi prodigii a penitenza. Ma la misericordia di Dio non è del tutto estinta per noi. In vece della voce autorevole de' suoi Apostoli mostra Iddio in faccia a tutta l'Europa l'incendio della Francia dissoluta, e ne fa salire sino alle stelle il fumo, perchè tutti il vedano, e si correggano. Così fu di Sodoma, e di Go morra arse eternamente, e distrutte per terrore di tutte le genti. Siccome Sodoma e Gomorra e le città confinanti ree nella stessa maniera d'impurità, e che andavan dietro ad infame libidine, furon fatte esem pio, soffrendo la pena d'un fuoco eterno (1). Ma sono veramente i peccati del resto dell'Europa simili a quelli della Francia? Dio voglia, che non sieno anche maggiori. Al giorno d'oggi tutte le capitali, e le mag giori città dell'Europa, per non dir quasi tutte affatto, racchiudono fra le loro mura tre diverse fazioni: increduli, eretici, cattolici. Mi appello ai libri, alle massime, e ai fatti, che sono sotto l'occhio, e l'orecchio di tutti, se questo non è vero. E se ciò per alcuno non è così evidente, sappiano, che ciò proviene da un male anche peggiore, cioè dalla impunità degli irreligiosi, che son rimasti sino al presente misti e confusi coi cattolici. Ora per cominciare dai primi, gl' increduli non devono essersi pochi, come forse si pensa. Sono sessant'anni, e anche più, che di là dalle Alpi si è lanciata su tutta l'Europa una grandine maledetta di libri velenosi, che ha battuti a terra, e pestati i più bei germogli della fede. Questa è la maledizione uscita su tutta la terra, che ha posto il suo domicilio nel mezzo di essa, e l'ha consunta (1). Questa grandine è di venuta sempre più grossa e sempre più spessa, quanto più si è avvicinata a noi. La pubblicità delle opere dei filosofi, il plauso che ne han fatto le donne di spirito, il credito, che si sono acquistate per viaggio fatto su i monti, e per una legatura straniera, l'impunità dei loro autori, il mele sparso dall'inferno sopra quei libri, il cuor guasto dei lor leggitori, hanno contribuito con tanto esito a questa mission di lucifero, che dove i frutti non si sono staccati dall'albero, restano per altro o tocchi, o appassiti. Molti discredono, altri non credono, non pochi restan dubbiosi, una gran parte è in differente per la vera religione. Se tutti dovessero pubblicare i lor sentimenti, sono pochi pochissimi quelli, che sentano giustamente dei premi e delle pene dell'altra vita. Ma le bestemmie aperte d'alcuni, gli equivoci, i dubbi, le reticenze, e più i pessimi costumi di tanti e tanti, ben manifestano l'occulto veleno, che infetta oramai le vene di tutta l'Europa. Di modo che se l'Inghilterra, e la Francia sono state la culla della miscredenza, l'Italia e il resto del l'Europa è stato il campo de' suoi trionfi.

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DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI

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