sabato 15 maggio 2021

L’offeso è la fonte di ogni vita per Israele, l’autore di tutto il bene che è nelle sue mani. Con il Signore aveva tutto. Perso Dio, ha perso il Tutto e il suo tutto.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA

24L’infamia ha divorato fin dalla nostra giovinezza il frutto delle fatiche dei nostri padri, le loro greggi e i loro armenti, i loro figli e le loro figlie.

Ora Israele convertito vede quali sono stati i frutti del suo peccato: la perdita di ogni dono che il Signore assieme ad un esilio lungo e senza ritorno per molti.

L’infamia ha divorato fin dalla nostra giovinezza il frutto delle fatiche dei nostri padri, le loro greggi e i loro armenti, i loro figli e le loro figlie.

Tutta la vita buona che il Signore aveva dato a Israele in terra, bestiame, numerose famiglie, tutto è stato divorato dall’idolatria.

L’idolatria è vera infamia per Israele, peccato gravissimo. Per la nullità ha perso il Dio che è il suo tutto, ha perso anche il tutto che il Signore gli aveva dato.

Con l’idolatria si perde tutto il cielo e tutta la terra, tutto il tempo e tutta l’eternità, tutto il corpo, l’anima, lo spirito. Il peccato è distruttore di ogni cosa.

Sarebbe sufficiente mettere nel cuore questa verità del peccato, perché si iniziasse un vero cammino di conversione verso la luce più pura e santa.

25Corichiamoci nella nostra vergogna, la nostra confusione ci ricopra, perché abbiamo peccato contro il Signore, nostro Dio, noi e i nostri padri, dalla nostra giovinezza fino ad oggi; non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio».

Israele finalmente ha compreso quali sono i frutti del suo peccato, la tragicità della sua idolatria: il peccato è prima di tutto perdita del Dio che è il Tutto.

Corichiamoci nella nostra vergogna, la nostra confusione ci ricopra, perché abbiamo peccato contro il Signore, nostro Dio.

Israele vede il suo peccato come letto su cui coricarsi, come coperta con la quale coprirsi. Il disonore arrecato al Signore è grande, infinitamente grande.

Chi ha peccato? Noi e i nostri padri, fin dalla nostra giovinezza fino ad oggi. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio.

Ecco cosa è il peccato: vera disobbedienza, non ascolto, ribellione alla voce del Signore. Il peccato è una relazione di origine non osservata per volontà.

Il peccato non è relazione con la propria coscienza, i propri sentimenti o la propria volontà. Esso è relazione disattesa con la fonte della nostra vita.

Israele vede l’abisso nel quale è precipitato. Conosce il baratro nel quale è sprofondato. Vede il suo Dio offeso. Questo è il suo vero male.

Il peccato non è confessare il male fatto dinanzi al Signore. Esso è vero male fatto al Signore. Si confessa il male fatto a Lui, a Lui si chiede perdono.

Questa verità del peccato va messa al centro, al cuore della coscienza, della scienza, della dottrina, della speculazione, di ogni vera riflessione sul male.

Questo il Signore chiede al suo popolo: che prenda coscienza di chi esso ha offeso, rinnegato, tradito, umiliato, oltraggiato. È il suo Signore, il suo Dio.

L’offeso è la fonte di ogni vita per Israele, l’autore di tutto il bene che è nelle sue mani. Con il Signore aveva tutto. Perso Dio, ha perso il Tutto e il suo tutto.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

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