sabato 12 agosto 2023

La croce è scuola di amore.

 


LETTERA 51   

A Fr. Alfonso Kolbe, Cracovia S.l.G.C. 99  

Zakopane 27 X 1920  

 

Caro fratello!  

 Non ero ancora a conoscenza della composizione della presidenza della M.I. dei chierici ed anche del fatto che pure P. Floriano è membro della associazione. Comunque, nemmeno ora conosco i membri della M.I. dei chierici1. Del resto, non sono obbligato a tenermi informato su nessuna di queste novità.  

Dato che i romani hanno stampato 1e pagelline d'iscrizione in italiano, certamente queste saranno utili anche per i laici. Per i chierici, tanto qui come in Italia, è più difficile (quasi impossibile) agire fuori della propria cerchia, in mezzo ai laici. Questo apostolato è più consono ai sacerdoti. Perciò, mi sembra che in Italia, non tanto gli alunni del collegio quanto piuttosto due o tre sacerdoti della M.I. potrebbero agire più facilmente tra i laici. Senza dubbio, dopo le ordinazioni, dopo le prime destinazioni, potranno agire in maniera più considerevole quelli che a tale scopo si sono ben preparati durante il periodo del chiericato. Mi sembra che la stessa cosa avverrà anche da noi. Non c'è, quindi, da meravigliarsi se (come scrivi) non si riesce ad attirare qualcuno dal di fuori.  

 E poiché ciò non è la «condizione indispensabile per l'apostolato», non si possono incolpare i confratelli se non se ne occupano.  

 Il testo della benedizione del vescovo Teodorowicz è completo2. Può darsi, tuttavia, che quel foglio fosse accompagnato da una lettera (che don Adamo Bogdanowicz non mi ha mandato). Anch'io ho avuto la stessa impressione. 

 Quanto a me, sto sempre meglio, solo che le malattie polmonari sono sempre lunghe...  

 L'intelletto è al di sopra dei sensi e la fede al di sopra dell'intelletto, benché essa «sia un ossequio della ragione per ciò che riguarda l'evidenza esteriore, non già quella interna»3. E quanto meno l'intelletto vede la «evidenza interna» e tuttavia cammina ugualmente seguendo i dettami della fede, tanto maggiore è la gloria che rende a Dio, riconoscendo la sua infinita sapienza, bontà e potenza. La perfezione consiste nell'amore di Dio, nell'unione con Lui, nella nostra divinizzazione. L'amore si manifesta mediante l'attuazione della volontà di Dio, che a noi si rivela per mezzo della volontà dei superiori, qualora questa non sia apertamente e sicuramente contraria alla legge di Dio (in modo esplicito o implicito) - in realtà, esiste anche una subordinazione di leggi e di superiori. L'angelo custode disse a Gemma che la via più breve e più autentica per giungere al cielo è l'obbedienza4.  

Il rimettersi alla volontà di Dio e la sua attuazione, specialmente in ciò che è contrario ai sensi e persino ad un intelletto limitato e fallibile, infiamma sempre più l'amore verso Dio. La croce è scuola di amore.  

 Termino con l'augurio che l'Immacolata non risparmi le croci alla sua «Milizia» e a nessuno dei membri per causa di essa; solo così, infatti, si purificano le intenzioni, sicché non si aderisca ad essa né in essa si lavori per propria esibizione o per compiacenza interiore, ma unicamente per puro amore (come in «Blogoslawieni»5).  

 Con sforzo comune i membri procurino di conoscere bene le odierne correnti antireligiose, i fondamenti della fede, il socialismo, il bolscevismo, la massoneria, il protestantesimo, ecc. e imparino ad agire contro di essi.  

Ti chiedo una preghiera.  

Tuo fratello  

Fr. Massimiliano  

 

 Non capisco cosa voglia significare il termine «fantasie»6, però credo che la M.I. si debba mantenere su una strada difficile e dura, ma vantaggiosa, nello sforzo di conoscere gli errori, i pregiudizi antireligiosi - oggi così largamente disseminati - la loro natura, le conseguenze deleterie, i metodi di propaganda, i loro rappresentanti e nel modo di agire contro di essi, nel modo di salvare tante anime che si perdono; e non si trasformi in un'associazione letteraria o artistica, perché fallirebbe lo scopo. Il periodo del chiericato è breve e la materia da apprendere è abbondante, occorre quindi utilizzare bene il tempo.  

 Per esperienza personale so che non è lo stesso imparare qualche cosa per la scuola ed essere preparati ad esporre un problema in modo convincente ad ogni persona, di qualunque ceto sociale. Perciò, che Iddio non permetta che  un membro della M.I., trovandosi in qualsiasi luogo, in società o in treno, possa rispondere a qualche obiezione contro la religione solamente con una risposta superficiale, tale da indebolite la fede degli ascoltatori. E casi simili sono successi e proprio tra i sacerdoti.  

-------------------------- 

(1) Essi erano: Fr. Bonaventura Podhorodecki (presidente), Fr. Alfonso Kolbe (segretario), Fr. Valentino Skurzak, Fr. Giuseppe Wyrostek, Fr. Giuliano Mirochna, Fr. Giustino Nazim e Fr. Cristoforo G6recki. - (2) P. Alfonso, nella lettera del 25 X 1920 a P. Massimiliano, scriveva: «Ho dimenticato di ricordarti che, della benedizione dell'arcivescovo Teodorowicz alla M.I., ci hai mandato soltanto la parte finale; quindi, forse per disattenzione, devi aver staccato l'inizio, credendo che fosse un foglio pulito. Se non lo avessi ancora usato, guarda - per favore - se non vi sia l'inizio di quella benedizione». - (3) Frase tradotta dal latino. - (4) P. GERMANO DI S. STANISLAO, PASSIONISTA, Biografia della Serva di Dio Gemma Galgani Vergine lucchese, VI ediz. Roma 1910, pp. 177-178. - (5) Cf. SK 48, nota 1. - (6) Nella lettera di Fr. Alfonso a P. Massimiliano in data 25 X 1920 si trova questo brano: «Durante queste ultime [riunioni straordinarie] oltre alle conferenze, alle declamazioni di propria composizione o di qualche poeta, di contenuto confacente alla solennità, e al canto, hanno o avranno luogo discorsi, dialoghi e perfino fantasie».  


Nessun commento:

Posta un commento