mercoledì 17 luglio 2024

Commento all‟Apocalisse - La consolazione della Chiesa militante e di quella trionfante dopo aver patito le persecuzioni.

 


Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser 


SUL CAPITOLO SETTIMO DELL’APOCALISSE 


I. Vers. 1. Dopo questo vidi quattro Angeli, ritti ai quattro angoli della terra, che trattene-vano i quattro venti della terra, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su albero al-cuno. Dopo aver descritto la durezza della persecuzione di Diocleziano, segue la consalazione mas-sima, che avvenne alla Chiesa di Dio al tempo di Costantino Magno, figlio di S. Elena. Questo capi-tolo consta di due parti. Nella prima viene descritta la consolazione che toccò alla Chiesa militante:  

Vers. 2. E vidi un altro Angelo che veniva su da levante, che aveva il sigillo del Dio viven-te ecc. Nella seconda invece ci si riferisce alla Chiesa trionfante in cielo: Vers. 9. Dopo questo vidi una gran folla.  

 

§. I. 

 

La consolazione e la liberazione della Chiesa militante dal giogo e dalle persecuzioni dei tiranni. 

 

Cap. VII. v. 1-8. 

 

 I. Vers. 1. Dopo questo vidi quattro Angeli, ritti ai quattro angoli della terra, che trattene-vano i quattro venti della terra, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su albero al-cuno. Con queste parole si accenna ad una breve continuazione delle persecuzioni ad opera di quat-tro Imperatori nelle quattro parti dell‟Impero, ossia Galerio, Massenzio, Massimino e Licinio. Per questo dice: Dopo questo, ossia dopo la persecuzione di Diocleziano e Massimiano, i quali depose-ro le insegne dell‟Impero. Vidi quattro Angeli, i citati quattro Imperatori e persecutori della Chiesa, ritti, che dominavano, ai quattro angoli della terra, le quattro parti dell‟Impero Romano, che si estendeva per gran parte del mondo conosciuto. Che trattenevano i quattro venti della terra, per-ché non soffiassero, impedivano a tutti i Dottori della Chiesa di predicare il Vangelo e la parola di Dio. Di questo vento si legge nel Cantico dei cantici, al cap. 4, 16: Levati, o Aquilone! Vieni, o Au-stro. Spira nel mio giardino e ne esalino gli aromi. Come infatti la terra è fecondata dai venti, così l‟orto della Chiesa militante sulla terra è fecondato dal soffio della predicazione. Né sul mare, né su albero alcuno. Qui si prende quello che contiene per il contenuto. Alcuni cristiani infatti abitavano i deserti, altri sulle isole, altri nelle foreste, per timore della persecuzione. Il nome dei luoghi designa qui i loro abitatori. 

 II. Vers. 2. E vidi un altro Angelo che veniva su da levante. Qui si descrive la repressione dei citati quattro tiranni per opera dell‟Imperatore Costantino Magno nell‟anno 312. Un altro Ange-lo, ossia del tutto avverso ai precedenti, appunto Costantino il Grande, che veniva su da levante, che veniva all‟Impero Romano per ordine di Cristo, sole di giustizia, per dar pace alla Chiesa. Quando infatti, a Roma, Massenzio, dopo aver fatto uccidere Severo, cominciò a comportarsi da ti-ranno, i nobili romani chiesero soccorso a Costantino, figlio di Costanzo Cloro, che stava in Gallia, perché liberasse l‟urbe dal malgoverno di quello. Che aveva il segno del Dio vivente, ossia il segno di Cristo. La Storia Ecclesiastica, al cap. 9, tramanda infatti che Costantino che muoveva verso Roma per attaccare Massenzio, e spesso meditava sulla strategia da tenersi, implorando la vittoria al Dio del cielo, benché non fosse stato ancora battezzato, vide il segno della Croce risplendere nel cielo, e pieno di stupore per l‟insolita visione, vide presenti gli Angeli che dicevano: In questo se-gno vincerai. Sicuro della futura vittoria allora fece dipingere sui vessilli militari il segno della cro-ce che aveva visto, e così procedendo contro Massenzio ottenne una vittoria completa e un trionfo. 

Vers. 3. E gridò a gran voce ai quattro Angeli, cui era stato dato di danneggiar la terra e il mare, dicendo: Non danneggiate la terra, né il mare, né le piante, fino a che non abbiamo se-gnato sulle loro fronti i servi del nostro Dio. Queste parole descrivono la fortezza e la profonda pietà di Costantino Magno verso la religione cristiana. E gridò a gran voce ai quattro Angeli, ossia ai citati quattro persecutori, e ai loro subalterni sparsi nelle quattro parti dell‟Impero, ai quali gridò con i suoi pii editti, con i quali ordinò che fossero chiusi i templi degli idoli e che tutte le popola-zioni dell‟Impero, rigettato il paganesimo, abbracciasse la religione cristiana, e comandò che ovun-que fossero costruite delle chiese, e fece edificare egli stesso a Roma la Chiesa del Laterano e mol-tissime in altri luoghi completò e ornò con spese immense, vietò di sacrificare agli idoli, di trarre vaticini, di costruire statue, di compiere sacrifici occulti, di non contaminare le città coi sanguinari giochi di gladiatori, di non venerare il fiume dell‟Egitto con uomini effeminati, e perciò fece in mo-do che il genere degli androgeni in quanto impudico fosse tolto di mezzo. Ai governatori delle pro-vince diede ordine di considerare la domenica giorno festivo, e quelli dedicati ai Santi Martiri (cfr. Storia Eccl. Lib. 4, De vita Constantini). Destinò una tassa, dall‟importo fissato, tratta dai tributi che le singole città versavano nell‟erario, per destinarla alle Chiese e ai chierici di ogni luogo, ordi-nando che quell‟atto di generosità divenisse una certa e perpetua legge. Concesse ai Vescovi la fa-coltà d‟appello nelle cause civili, rendendo le loro sentenze superiori a quelle dei giudici laici. I me-desimi Vescovi ebbero riconosciuta la facoltà di giudicare in via esclusiva il Clero; concesse ovun-que ai sacerdoti l‟immunità dei luoghi, favorì la letteratura e le biblioteche, e ne dotò i professori con molti privilegi, immunità, stipendi e onorari. Per questo qui si dice, che gridò a gran voce: Non danneggiate la terra, né il mare, né le piante, ossia smettete di impedire e distruggere la fede e la religione di Cristo, nei deserti, nelle isole e nei luoghi silvestri. Il che ottenne  impedendo ai quattro tiranni e i loro satelliti di nuocere ai cristiani. Massenzio, infatti, fu sconfitto ed ucciso. Lo stesso accadde a Licinio, che incrudelì ferocemente contro i cristiani ad Alessandria ed in Egitto. Gli altri due, infine, dissuase con un suo ordine. Pertanto, quanto maggiormente in precedenza il nome della Chiesa di Cristo fu disprezzato e umiliato, tanto più, a partire dal tempo di Costantino Magno, che regnò piamente e con gran potenza per 33 anni, fu in onore, esaltato e confortato. Fino a che non abbiamo segnato sulle loro fronti i servi del nostro Dio: queste parole significano la pubblica pra-tica del Battesimo, che Costantino, con ordini e esempi, introdusse in tutto l‟Impero. Egli stesso in-fatti lo onorò, facendosi battezzare da Papa S. Silvestro, ed esaltò la Chiesa e i suoi ministri in tutto l‟Impero. Edificò chiese magnifiche. Promulgò ed ordinò il battesimo e il pubblico esercizio della religione cattolica, screditando e bandendo l‟ immoralità, la menzogna e la disonestà dell‟idolatria. Si ha poi da sapere che l‟espressione fino a che va intesa in modo, per così dire, infinito e non fini-to, come se si dicesse: costui non si pentì fin che fisse, ossia non si pentì mai, poiché una volta mor-to non ebbe modo alcuno di mutar idea.  

Vers. 4. Ed udii il numero dei segnati centoquarantaquattromila segnati da tutte le tribù dei figli d‟Israele. Segue il frutto della predetta repressione, ossia il moltiplicarsi di coloro che cre-dettero in Cristo durante l‟Impero di Costantino. Ed udii (con l‟immaginazione e in ispirito) il nu-mero dei segnati, ovvero dei battezzati e dei credenti, centoquarantaquattromila: è un numero de-terminato per uno indeterminato, come spesso avviene nel linguaggio biblico. Moltissimi, infatti, nelle diverse parti  dell‟Impero si fecero battezzare in quel tempo. Segnati da tutte le tribù dei figli d‟Israele: il nome Israele indica tutti i popoli rigenerati dal battesimo di Cristo, come predisse Osea, al cap. 2, 24: E dirò a Non-popolo mio, tu sei il mio popolo. Anche Isaia lo predice al cap. 44, 3-4: Spanderò lo spirito mio sopra la tua semenza, e la mia benedizione sopra i tuoi germi, e ger-mineranno. E ancora (v. 5): Questi dirà: Del Signore sono io. Quello si denominerà da Giacobbe. Altri scriverà sulla tua mano: Al Signore, e col nome d’Israele vorrà essere chiamato. Il che s‟intende dei popoli pagani che si convertiranno a Cristo. Lo stesso dice l‟Apostolo al cap. 2 della Lettera ai Romani: Non è dunque vero Giudeo quello che appare, ne è vera circoncisione quella che è palese nella carne, ma il Giudeo è quello che è tale entro di sé, ossia per la fede di Cristo e per la circoncisione del cuore bello spirito.  

Vers. 5-9: Dalla tribù di Giuda dodicimila segnati, dalla tribù di Ruben dodicimila segnati ecc. Conseguentemente le dodici tribù d‟Israele significano qui alla lettera i dodici Apostoli del Nuovo Testamento, che corrispondono e sono paragonati ai dodici Patriarchi dell‟Antico. Come in-fatti da questi, figli di Giacobbe, derivarono tutti gli Israeliti secondo la carne, così per mezzo degli Apostoli discendono da Gesù Cristo tutti i fedeli in ispirito e secondo la promessa. E come al posto della tribù di Dan, da cui si dice discenderà l‟Anticristo, qui si mette quella di Giuseppe, così il po-sto del traditore Giuda lo ottenne l‟apostolo San Mattia. 


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