3 ottobre 1946, S. Teresa del Volto Santo.
Che strana giustizia la Giustizia di Dio! Per lo meno a noi sembra tale; perché? "Percuoterò il Pastore".. giacché è di Se Stesso che Dio parla quando dice: "percuoterò". Gesù l'aveva già lasciato intendere quando aveva detto alcuni giorni prima: "Ora il mio spirito è turbato... e che dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma è per quest'ora che sono venuto... Oh Padre ! glorifica il Tuo Nome !".
Così Dio colpisce il Giusto per glorificare il Suo Nome. L'uomo empio griderà all'ingiustizia, farà appello alla rivolta, sempre che la sorte del Giusto lo commuova. Egli non comprende né la Maestà, né la Saggezza, né la Misericordia, né la Bontà di Dio, tutte perfezioni inseparabili dalla sua Giustizia e senza le quali questa stessa Giustizia non esisterebbe; giacché la Giustizia suppone la perfezione in tutto. Dio ha due maniere principali di esercitare la sua Giustizia: sui malvagi, dopo il tempo della Misericordia: giustizia punitiva, terribile, inesorabile, eterna, che tuttavia gli stessi dannati riconoscono irreprensibile, che benedirebbero certamente se nell'inferno si potesse benedire. Noi non comprendiamo la grandezza e l'eternità di queste pene giacché non possiamo concepire la Maestà divina e la gravità dell'offesa che le ha fatto il nostro primo progenitore.
Ma Dio ha un'altra Giustizia per i buoni, cioè per quelli che sono meno malvagi ma che hanno bisogno di giustificazione senza la quale non potrebbero essere giusti. E Dio li prova per emendarli, purificarli, renderli tali che li possa amare senza riserva e che essi stessi possano amarlo nella perfezione, il che farà la loro felicità eterna. Ma non è per la sofferenza che sopportano che i buoni sono giustificati. Bisogna che il Giusto per eccellenza li giustifichi soffrendo per cancellare i loro peccati e meritare la salvezza. Giacché il peccatore, che è fin dalla nascita sgradevole alla Giustizia di Dio, non può, con i suoi peccati personali, che aggravare questa disaffezione. E tuttavia Dio ama immensamente i peccatori che l'hanno offeso. Allora sacrifica il Figlio che ama più di tutti, sacrifica in qualche modo Se Stesso affinché, con una pena che acquista un valore incalcolabile sia per la Maestà della Persona sacrificata che per la sua perfetta purezza, per il suo Amore senza limiti e per la sua accettazione totale, ogni peccato di qualsivoglia gravità sia suscettibile di essere annegato in un sigillo di Misericordia purché il peccatore lo voglia, e rifatto dalla Grazia nella misura del possibile, come sarebbe stato senza il peccato originale, vive nell'intimità divina come Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden, o con la Divina Vittima al Giardino degli Ulivi.
Così Gesù che era venuto all'origine, che deve ritornare alla fine per vivere in mezzo a noi eternamente, ha voluto venire nell'intervallo per salvarci e prepararci alla sua venuta, ed ecco perché dice: "Ma è per quest'ora che sono venuto". Gesù, grazie!
meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette
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