sabato 27 luglio 2024

LOTTA TRA SACRO E PROFANO

 


AGONE MISTICO

La lotta di oggi


- Kerizinen. (Sull’Eucaristia).  


Sul Mistero eucaristico, la veggente di Kérizinen ci dice che Gesù ha parlato così:  

1. - «Ai vostri giorni, più che mai, gli uomini sono avidi di vedere miracoli, di sentire novità. E il più bello di tutti i miracoli passa inavvertito agli occhi della maggioranza: la mia Eucaristia. Molti desidererebbero persino vedermi esteriormente, ma tutti questi favori che Io accordo non valgono una sola comunione. Essa vi dona l’Autore di ogni bene. Venite spesso ai piedi del mio altare: sentirete i battiti del mio cuore eucaristico, che sono battiti  d’amore. Il mio cuore vivo nell’Ostia è un miracolo costante, perpetuo. Che cosa volete di più?»  (22 giugno 1962). 

2. - «Venite spesso alla santa Tavola. Veniteci malgrado le vostre miserie spirituali, e malgrado i vostri difetti. Veniteci proprio a causa delle vostre imperfezioni. L’Eucaristia non è la ricompensa di un merito e della santità, ma il mezzo per arrivarci. L’Eucaristia fortifica la vita spirituale dell’uomo, riconforta e rifà le vostre anime sotto tutti gli aspetti. Se mi lasciate agire, in poco tempo trasformerò le vostre anime in cibori viventi nei quali potrò vivere costantemente. E allora non si riconoscerà più nulla in voi all’infuori del vostro Gesù, vivente in voi, emanante una scia di luce arricchita dal profumo del suo Cuore. »  (23 giugno 1962). 

3. -  «Sono tanto felice di nascere tra le mani di un sacerdote pieno d’amore! Mi appoggio su di lui. Lo stringo sul mio Cuore come ho fatto un tempo con l’apostolo Giovanni, mio discepolo di predilezione. »  (24 giugno, 1962). 

4. - «Ho sete di anime. Amo tutte le anime con tenerezza perché ognuna di esse è come una parte de me stesso. Essa è il prezzo del mio Sangue, versato al momento della mia dolorosa Passione. Sono così solo nei miei tabernacoli di pietra! Voglio dei tabernacoli viventi che mi consolino con il loro amore. La mia delizia è di essere con i figli degli uomini. »  (26 giugno 1962). 

5. - «Amatemi per coloro che non mi amano, per coloro che mi perseguitano. Se i buoni fossero migliori, i cattivi sarebbero molto meno numerosi. E diventeranno migliori coll’onorare e coll’amare maggiormente il mio Cuore divino nascosto nell’Ostia. »  (27 giugno 1962). 

6. - «Cerco ovunque delle anime fedeli, apostoli ai quali confidarmi, ma ne trovo così pochi perché predico e riscatto le anime sulla Croce, le santifico sulla Croce. E questa Croce è per lo più detestata dai miei amici. Ma voi che mi amate con cuore sincero, offritemi il vostro amore, i vostri sacrifici, i vostri desideri di santità. Offritemi spesso le vostre comunioni riparatrici. Siate apostoli di fuoco. Guadagnatemi delle anime. Contemplate il mio Cuore che ha tanto amato gli uomini. Contemplatelo, riempito di obbrobri, nell’Ostia divina. Ascoltate i battiti del suo amore. Guardate le fiamme di carità che lo divorano. Piccole anime, ostie semplici e ben dimentiche di voi stesse, ecco il mio Cuore: ve lo do in cambio del vostro, misero e ingrato. L’accettate? Allora, tendetemi le vostre mani, apritemi le vostre anime per ricevere il dono supremo della mia Misericordia redentrice. Mantenete il vostro sguardo fisso sulla ferita del mio Cuore, e contemplate, attraverso questa piaga divina, il Cuore che vi ha tanto amati. Eccolo a voi, completamente a voi, nel roveto ardente del santo Altare, nella santa Eucaristia. »  (29 giugno 1962). La Madonna, a sua volta, avrebbe aggiunto questo:  «E adesso, figlia mia, la tua Mamma, io che ti parlo, ti dico di ascoltare sulle labbra di tua Madre il grido d’amore che un giorno mio Figlio ha lanciato per te: “Quando, la vigilia della mia morte, trovavo nel mio Cuore, nella mia Potenza pure, il segreto di essere nello stesso tempo il Dio che parte e Colui che rimane, ho creato l’Eucaristia. (...)  Sforzatevi di comprendere la gioia debordante del mio Cuore divino, quella sera, dopo l’istituzione di questo Sacramento. È là che ho pensato a tutte le anime che lungo i secoli avrebbero trovato forza, gioia, amore e pace nel mio Cuore eucaristico”. »  (4 dicembre, 1964). 

De Parvulis 


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