lunedì 4 novembre 2019

Castighi divini sull’Italia e sul mondo



Nelle rivelazioni private a suor Elena Aiello

Il velo che, agli occhi degli uomini, cela non solo i segreti dei cuori, ma lo stesso disegno della provvidenza sulla storia, è destinato a cadere il giorno del giudizio universale, quando il governo divino del mondo, oggi imperscrutabile, rifulgerà nella sua mirabile sapienza. «Non v’è nulla di nascosto che non debba essere rivelato, e nulla di segreto che non debba essere conosciuto» (1).
Solo alla fine dei tempi, i tempi saranno conosciuti nella luce dell’eternità. Ma a gettare sprazzi di luce sulla storia, barlumi soprannaturali balenano qua e là nel corso dei secoli: sono le rivelazioni private, che Dio si degna concedere ad alcune anime per illuminare taluni eventi storici nelle loro cause remote e invisibili, nel loro significato più profondo e più vero, quasi a costituire una forma di soprannaturale direzione spirituale delle anime e delle nazioni.

La rivelazione pubblica, fondamento della nostra fede cattolica, si è chiusa, come è noto, con la morte dell’apostolo Giovanni. Il contenuto delle rivelazioni private non appartiene, dunque, all’oggetto della nostra fede e l’assenso che si deve prestare a esse è solamente umano. Ma è anche attraverso le rivelazioni private che si manifesta la santità della Chiesa e l’azione in essa dello Spirito Santo, cui è riservata la missione di compiere nel mondo l’opera iniziata da Cristo con la redenzione. «Se Cristo è il capo dalla Chiesa, lo Spirito Santo ne è come l’anima» (2).

Tra le rivelazioni private di questo secolo, un posto particolare assumono quelle ricevute da una suora italiana, Elena Aiello, popolarmente conosciuta come «’a monaca santa», nata a Montalto
Uffugo, in provincia di Cosenza, il 10 aprile 1895, morta a Roma il 19 giugno 1961 (3). È facile immaginare lo scetticismo e forse il fastidio e l’irritazione che potrà produrre nella mentalità odierna, così pronta a rifiutare ogni manifestazione di soprannaturale, il solo accennare ai carismi straordinari di questa umile suora amante della croce. E tuttavia si tratta di messaggi che, per la loro sconcertante e drammatica attualità, mi sembra meritino di essere registrati e avvicinati con particolare attenzione. Ne riferiamo dunque, dichiarando previamente, in ossequio ai decreti di Urbano VIII del 13 marzo 1625, del 5 luglio 1631 e del 5 luglio 1634, che non intendiamo attribuire ad alcuno dei fatti o delle parole riportate più autorità di quanta non gliene attribuisca o gliene attribuirà la santa Chiesa, cui noi ci gloriamo di essere umilmente sottomessi.

«’A MONACA SANTA»

La vita di Elena Aiello si intreccia con quella della congregazione religiosa da lei fondata nel 1928, allo scopo di raccogliere ed educare cristianamente le bambine abbandonate: le Suore Minime della Passione di N.S. Gesù Cristo, sulla scia spirituale di san Francesco di Paola, il santo taumaturgo calabrese nato a pochi chilometri dal paesino natale di suor Elena. Il 2 gennaio 1948, vent’anni dopo la fondazione, la congregazione otteneva l’approvazione ecclesiastica. Alla morte di suor Elena contava 18 case operanti in tre diocesi (Cosenza, Cassano, Roma), con oltre centocinquanta suore. Ma la vera biografia di suor Elena è quella della sua anima, cui le sofferenze e le grazie mistiche ricevute impressero un sigillo straordinario.

Il 2 marzo 1923, primo venerdì del mese, mentre era a letto molto sofferente, le apparve infatti «il Signore vestito di bianco, con la corona di spine; all’invito se voleva partecipare alle sue sofferenze,
Elena rispondeva affermativamente; allora il Signore togliendosi dal capo la corona la poneva sul capo di lei.

«A tale contatto usciva un’abbondante effusione di sangue. Il Signore le comunicava che voleva quella sofferenza per convertire i peccatori, per i molti peccati di impurità» (4). Da allora fino alla morte, ogni venerdì di quaresima, in particolare ogni venerdì santo, riviveva la passione di Nostro Signore, con sofferenze, sudore di sangue, visioni, rivelazioni. «Chi può misurare – scrisse dopo la morte di suor Elena il suo direttore spirituale, padre Francesco Saragò, dei Minimi – le sofferenze patite da questa grande Scomparsa? Martirio del corpo: non vi fu fibra del suo organismo che non fosse tormentata. Incapacità a cibarsi, immobilizzata sopra una sedia o nel letto, e negli ultimi anni consumata dalla febbre. Grande e dolorosa effusione di sangue, finché le sue forze vennero meno e venne l’ora della partenza. Patimenti nel martirio dello spirito, ben più duri di quelli del corpo: agonia per i mali del mondo ai quali le anime consacrate a Dio non rimangono indifferenti. Agonia per la cura delle anime e per il retto andamento della famiglia monastica. Agonia perché offertasi vittima al Divino agonizzante dell’orto. Martirio completo, e, quindi, opera di redenzione delle anime» (5). Mons. Spadafora ricorda, inoltre, un fatto straordinario, tuttora constatabile intervenuto quasi ad autenticare la natura soprannaturale dei fenomeni mistici e a dare quindi il suggello alle rivelazioni profetiche della «monaca santa»: «il pannello di masonite sito accanto al suo letto, esattamente nel riquadro rispondente ai cuscini, ha essudato sangue, dal 29 settembre 1955 al giugno 1961; e tuttora vi è visibilissimo il sangue aggrumato che delinea l’effigie di un Cristo sofferente. Su quel quadro durante i fenomeni mistici erano schizzate dal volto della stigmatizzata alcune gocce di sangue. Da quelle gocce disseccate ad un dato momento si vide scorrere il sangue.
Ebbe così inizio questo fenomeno assolutamente inspiegabile. […] Il fenomeno si è ripetuto ordinariamente in rispondenza a solennità che celebrano le sofferenze del Redentore e della Vergine sua Madre. Il legno venne energicamente lavato, ma il fenomeno è ricominciato; la fotografia riprende nitidamente l’effigie, che nonostante tutto vi permane; mentre l’analisi chimica ha rilevato trattarsi precisamente di sangue e di sangue umano» (6). Qual è il significato di questo sangue? Lasciamo la risposta, scarna e forse monotona, ma chiara nella sua eloquente drammaticità, al messaggio ricevuto da suor Elena Aiello.
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Roberto De Mattei

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