18. O diletti figlioli, Io sono il Padre che compendia in Sé la Vita e la benedizione. Io ho benedetto i Miei figlioli, ed ho fatto la Terra perché serva da dimora ai figli di Dio. Ma invece, come hanno i figlioli ricompensato il Padre? Non hanno essi ridotto la Terra, che era destinata a dimora degli uomini migliori della Creazione, non l’hanno essi ridotta ad una spelonca di ladroni, anzi, peggio ancora, ad una prigione di bestie selvagge e feroci?
19. Vedete, Io stesso, quale Signore della Creazione, ho pianto quando vidi che tutto, tutto era vano, e che nessuno più voleva cercarMi ed udirMi nelle Mie parole. O figlioli Miei, il Padre che tutti vi ha creati ed il Quale vi guida dalla culla alla tomba, questo Padre ha pianto. Egli sentì pietà nel vedere come tanti fra voi si erano incamminati per la via comoda e tuttora vi vanno ed ancora vi andranno. E la Pietà in Me così parlò all’Amore: “Noi vogliamo stringerci assieme e costruire una via stretta, e vedere se per questa via l’uno o l’altro s’incamminerà verso il mondo della pace”. E come stabilito, costruimmo la strada e vi disponemmo dei gradini. E quantunque di rado, molto di rado, pure, dei viandanti stanchi del mondo se ne vennero fino alla scala, però, molto più raramente vi s’incamminarono, ma tuttavia almeno qualcuno ci venne.
20. Questi sono stati benedetti dal Padre d’Amore, ottennero la Vita e, benché lentamente, furono pure introdotti nel Regno della pace il quale tutti possono e dovrebbero conquistarsi e che, pure pochi soltanto raggiungono. O Miei buoni figlioli, non è lasciato al Maligno abbastanza potere, onde perseguitare i Miei agnelli?
21. Io non costringo nessuno, Io non comando a nessuno, poiché ciascuno dispone della propria libera volontà. Però la Mia libera Volontà ce l’ho pure Io. Chi dunque si abbandona del tutto a Me e non ha più volontà, costui è Mio, ed a lui Io dono la Vita ed elargisco la benedizione, ed è lui che Io chiamo Mio figliolo.
22. Certo, coloro che si abbandonano a Me, resteranno Miei figlioli; Io non Mi stacco più da loro, in quanto Io voglio interdire al Maligno i suoi armeggi e voglio dimostrare Chi è il Signore e Chi è il Vincitore, se egli con i suoi accoliti, oppure Io con i Miei figlioli. Io vi rafforzerò e vi guiderò (spiritualmente) per sentieri nascosti che egli non conosce.
23. Io intendo dimostrare all’Infinità che essa non deve tremare quando Io metto mano al timone che dirige l’Universo. Io sono il Domatore del Maligno, e conseguirò quella vittoria che egli s’illude di aver già conseguita. Io lo ricaccerò per sempre fra le strettoie dalle quali ora lo svincolo per provare i Miei figlioli.
24. Per questa ragione anche questa Terra rappresenta il mondo della prova, ovvero la dimora della prova dell’Infinito. Io ho dato a ciascuno, al momento della sua nascita, i mezzi per ottenere la Vita, affinché nessuno possa dire: “Signore, Tu ci hai bensì dato la vita terrena, ma non ci hai dato contemporaneamente un dono celeste per il mantenimento eterno della Vita”.
25. Ma allora Io esclamerò ad alta voce: “Che cosa ne avete fatto del talento che vi ho affidato, e della Vita che vi ho donato dall’aldilà per la peregrinazione su questo mondo? Non vi ho fatto dire, a mezzo di uomini bene intenzionati: credete che Io sono il Padre, e sperate che dopo la vita su questo mondo ce n’è un’altra migliore!
26. AmateMi come il Padre dei Suoi figlioli ed amatevi tutti ugualmente fra di voi, così otterrete
12 Gennaio 1886
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