1. “Di chi s’intende parlare qui? Del bimbo debole ed ancor privo di ragione, nelle fasce, ovvero dell’uomo maturo senza sua moglie?”. – Vedete, come siete ciechi voi. Perché mai dovrei Io escludere le donne da ogni legge, da ogni Comandamento, da ogni insegnamento e dall’amore? Voglio citarvi un piccolo esempio, e perciò ascoltate: «Non lontano da voi, su di una montagna, dimorano quattro persone, delle quali due procedono nella Luce dello spirito, mentre le altre due, da cieche che sono, vanno brancolando nell’oscurità». - Ora Io voglio fare in modo che i due ciechi vedano.
2. Come può accader ciò? Devo Io mandare i Miei fulmini perché questi abbiano ad aprire loro gli occhi? - Oh, no! Io devo guidare e rafforzare i due che vedono, affinché divengano maestri agli altri due. Quando poi essi sono giunti al grado di maturità da poter dire coraggiosamente ai ciechi (spirituali [[2]]): “Eppure c’è l’essere superiore al Quale noi dobbiamo tutto; esiste veramente un Creatore, un Dio che tutto ha fatto e tutto mantiene”, allora l’attenzione dei ciechi viene da ciò fermata, e se anche non sono capaci ancora di accogliere una dottrina, rimangono tuttavia colpiti o perplessi. E questo per il momento basta.
3. Quando i ciechi, per essere stati colpiti da tali parole, si trovano liberati da uno dei fitti veli, essi incominciano a domandare della verità, oppure essi stessi ne vanno in cerca. Allora è compito di coloro che vedono, se vengono interrogati, di dare ai ciechi la risposta che Io pongo nel loro cuore.
4. Ed ora faccio ritorno ai Miei quattro abitanti della montagna. I due veggenti stanno appunto parlando di Me e della Mia Grandezza, all’incirca così: “Come è bello il contemplare nella libera natura di Dio, quando si considerano gli alberi ricoperti di neve e risplendenti per effetto dei raggi solari che vi cadono sopra, e tutto questo scintillio della neve e, al di sopra, ecco le nubi dalle forme meravigliose starsene nel cielo, quasi un disegno ben preciso.
5. Allora il cuore si apre. Al di sotto appare la piccola chiesetta, nella quale par di vedere il servitore di Dio. Dalla sua bocca sfugge una parola: “Santo”, e cantando egli rende onore al Creatore di tante magnificenze. Non manca altro ancora che si oda il suono delle campane, le quali chiamano i devoti alla celebrazione”.
6. Dopo di che uno dei ciechi dice: “Tutto ciò è molto bene immaginato, però si tratta della natura, la quale è sempre stata e per lungo tempo ancora sarà così. Sempre la stessa cosa uguale, immutabile”.
7. Ed il veggente obietta: “Ma allora anche il momento che abbiamo appena vissuto ora dovrebbe essere già stato. Dovrebbe esser già stata anche la circostanza che noi due, veggenti, nello stesso momento ci ricordiamo di Colui il Quale ha fatto tutto ciò? Guarda un po’ lì come scompaiono le nubi, e come il Sole nascosto dietro gli alberi, levandosi lentamente, occhieggia verso di noi dapprima con un occhio solo, per così dire. E tu asserisci che questo fenomeno, il quale si verifica in questo istante, sia già stato?!
8. Ritornami tu l’istante nel quale io ho ammirato il sole seminascosto; perché esso sta già nuovamente libero e splendente ben alto nel cielo quale reggitore del giorno; ritornami quest’istante ed io crederò che la natura è sempre rimasta ed eternamente rimarrà uguale a sé. Ma se tu non puoi un tanto, rifletti allora a ‘Chi’ ha formato tutto ciò, e ‘Chi’ tutto guida, mantiene e regge”.
9. Il cieco poi se ne va e si consiglia con l’altro cieco. Tutti e due si danno a pensare, ed arrivano infine alla conclusione che pure deve esserci veramente un Essere il Quale è collocato al di sopra di tutto quello che, ad onta della loro cecità, essi possono comprendere.
10. Qui è il punto in cui i veggenti hanno già partita vinta; giacché il ponderare intorno a queste cose, è da per sé già un avviamento alla fede nel Padre e una recessione dal nulla terrestre. Gradatamente poi si susseguono le domande e le risposte. Così si acquistano le anime e vengono man mano tutte purificate.
11. In simili occasioni i Miei figlioli devono avere molta pazienza, perché nemmeno Io stesso posso disporre tutto affrettatamente senza rischiar di guastare molto di quello che è già guadagnato. - Così, allo stesso modo, stanno le cose rispetto ai Miei quattro uomini dei quali ho qui simbolicamente parlato. - Ma chi dunque sono ora i quattro? – Da voi stessi avrete già rilevato che Io non ho inteso dire di quattro uomini di carne e sangue. I quattro uomini sono le quattro età dell’uomo:
12. L’INFANZIA: - Oh, bella fanciullezza, quand’essa è guidata da genitori che sentono cristianamente e in tutta fede, e che dimostrano all’innocenza ciò che il Padre ha fatto e sofferto per loro. Beato il fanciullo, allevato da una madre premurosa ed educato ed ammaestrato da un padre terreno serio, ma tuttavia amato! Oh, se Io potessi dire direttamente a ciascuna coppia di genitori: “Abbiate cura dei Miei piccoli, perché a questi ho promesso il Regno dei Cieli. Però spetta a voi l’indicare ai vostri figlioli qual è la via che vi conduce”.
13. Beata fanciullezza! Qual è la tua durata? Come svanisce presto questo bel sogno, particolarmente se ai poveri fanciulli non viene mostrata la Luce, ed essi devono andar brancolando nell’oscurità. ManteneteMi i vostri figlioli nel Nuovo Regno quanto più a lungo sia possibile nella loro innocente infanzia, mostrate loro il Padre celeste per Quello che Egli è in verità: cioè il Padre, il Maestro amorosissimo, il Signore di ogni cosa buona e, specialmente il Padre dei buoni fanciulli. - Ed ora procediamo innanzi a considerare il secondo grado dell’età dell’uomo.
14. GIOVINEZZA: - Che cosa è la giovinezza? - Forse delle pupattole ben acconciate che vanno a passeggio? Delle scimmie, le quali si vanno incontro per farsi unicamente dei complimenti inutili? – No! Per giovinezza, per innocente giovinezza Io intendo quei figlioletti il cui cuore e l’occhio mirano ancora con sincerità ed innocenza al futuro, i quali conoscono ancora il Padre dei loro primi anni infantili e niente ancora sanno del mondo, degli uomini e della loro cooperazione molto spesso crudele nello scavare la fossa alla giovinezza.
15. Io farò pubblicare una “Bibbia” destinata solamente per la gioventù, nella quale non comparirà nessuna parola insidiosa ai loro occhi. Ma Io punirò con tutta severità qualora qualcuno dovesse offendere l’orecchio di una giovanetta o di un giovanetto con degli scherzi sciocchi o con parole impure. Fra le rose devono esser condotti attraverso la vita i fanciulli e la gioventù, ed è necessario venga dimostrato loro che la vita ha attrattive e valore unicamente nell’amore a Me. Bisogna mostrar loro la Mia Creazione e Me stesso nella Mia qualità di Padre, il Quale ama tanto i giovani che per loro è morto sulla croce, onde assicurare loro la gioia e la beatitudine del Cielo.
(9 - Gennaio)
16. (Verso la MATURITA’): - Voi Mi avete udito parlare con grande amorevolezza dei fanciulli e della giovinezza, però, se Io ora in terzo luogo parlerò alquanto più seriamente dei gradi di maggiore maturità nell’età dell’uomo, non dovete perciò credere che Io li ami di meno. Basta che pensiate soltanto con quanto amore i genitori portano intorno i piccoli figlioli e come si danno ogni cura per divertirli con parole scherzose e carezze. Quante premure ha una madre cercando di procurare al suo figliolo od alla sua figliola già grandicelli, una gioia, o nell’esaudire una loro preghiera; ma sulle sue braccia non li porta più.
17. Quando però i figlioli hanno raggiunto l’età in cui l’uomo si cerca una compagna, la donna diviene sposa, allora gli scherzi e le carezze cessano. Ma poi, i buoni e già vecchi genitori trovano la loro gioia nello scherzare con i loro nipotini, e nell’accarezzarli come un tempo avevano già fatto con i propri figlioli. A dirla breve: i figlioli sono usciti dal periodo delle carezze e dei giochi, perché essi stessi ormai pensano alla propria futura famiglia.
18. Ma allo stesso modo, così anch’Io non posso paragonare l’età dell’uomo, di cui ora si tratta, ai piccoli fanciulli, bensì a figlioli che sono già cresciuti e con i quali bisogna parlare e trattare alquanto più ragionevolmente. Chi fra voi ha intenzione di contrarre matrimonio, ascolti: Io sono il Capo, il Punto centrale intorno al quale voi dovete gravitare, affinché in primo luogo voi possiate riconoscerMi quale il Padre e Donatore di ogni cosa buona.
19. Sono Io che, benedicendo, concludo il patto cui voi intendete addivenire; è da parte Mia che tutto viene posto in pieno ordine. Io faccio, e sciolgo il nodo, a seconda che fa di bisogno ai Miei figlioli. Nessuno può rimproverarMi nessuna cosa se Io, quale il Donatore – quando vengo pregato di una grazia – non prometto nulla. Quando il tempo sarà venuto, radunerò e condurrò ben Io i Miei figlioli; ma se il tempo non è ancora venuto, necessita che essi aspettino ancora fino a tanto che Io lo riterrò opportuno.
20. Quando Io benedico una unione, già ora deve venire osservato il Comandamento prima dato, poiché il tempo è giunto, anzi urge che, se altri membri ancora della vostra stirpe hanno da essere introdotti nel Mio Regno, il Suo Fondatore vi annunci queste Sue parole mediante il Suo strumento.
21. Io, il Padre, vi guiderò e proteggerò voi ed i vostri discendenti, affinché nessuno di coloro che hanno ricevuto la Mia benedizione vada perduto. Conservate Me che sono il Donatore, conservateMi sempre con fedeltà nei vostri cuori, siate certi che sono Io a guidarvi, e credete in Me. Io conosco molto esattamente tutte le vie nascoste e tutti i cantucci della vostra Terra nei quali devo tenervi nascosti per proteggervi e per non lasciarvi correre inutilmente tra le mani del nemico.
22. Io sono presso di voi come la Guida del popolo, come Padre dei figlioli, come il Pastore del gregge, come vostro Dio, vostro Signore a vostra tutela e difesa, prima che la via cominci e poi quando essa è finita.
23. E voi, o poveri derelitti VEGLIARDI e VEGLIARDE (di cui ora Io parlo), uditeMi: i giovani vi aiuteranno volentieri, secondo le loro forze. Ma qualora queste non bastassero più, allora Mi prenderò Io cura di voi, e vi rafforzerò e vi guiderò per mezzo dei Miei angeli; perché Io ho bisogno di voi quali testimoni nel Nuovo Regno.
24. E’ vostro dovere, e vi sarà necessario testimoniare, che già da lungo tempo Io ho annunciato agli uomini la Mia Parola. Voi siete chiamati a dire alla gioventù quanto è stato già detto a voi tutto come poi è avvenuto, e che sono Io Colui che tutto vi ha annunciato e che vi ha riservati per rendere testimonianza. Allora i giovani vi ascolteranno con compiacenza, e di tutto ciò che direte loro, essi prenderanno nota per iscritto per i loro discendenti.
25. Oh, quanto volentieri essi presteranno ascolto alle vostre parole ed alle vostre asserzioni, e vi leggeranno quello che avranno scritto per i loro successori. Ciò allora vi sarà di consolazione e v’infonderà vigore nel tempo della vostra vecchiaia, e vi riconcilierà col passato deserto di speranze. Ciò vi darà coraggio ad istruire la gioventù, e farà sì che non abbia a raffreddarsi il vostro zelo nella lode al Donatore di ogni cosa buona.
26. Beati tutti coloro i quali ancora vedono il Regno e che dinanzi ai figlioli confessano Me per Quello che anche in verità sono nella Mia Bontà, nella Mia Serietà e nel Mio Amore. Io, che sono il Padre, dico: “All’infuori dell’amore a Me, non vi è niente che Io riconosca tanto, quanto l’amore e la venerazione che i Miei figlioli dimostrano per la vecchiaia”. Benedetto sia ogni figliolo per ciascuna buona parola, per ciascuna buona azione, per ciascun buon suggerimento e per ciascun dono che egli dedica a vantaggio della vecchiaia.
27. Questo sia un Comandamento nella “Bibbia della gioventù”, la quale nel Regno del millennio converrà che venga distribuita fra i giovani quale una Scrittura per la gioventù. Voi, o vecchi, non pensate però come se voi foste troppo vecchi, e, che cosa poi dovrebbero fare ancora i vecchi! Voi avete udito come Io abbia bisogno di voi; quindi non scoraggiatevi, poiché il vostro lavoro inizia appena col Regno millenario della pace. Dunque, nessuno di voi può dire: - Io non sono un anello di quella catena che è destinata a trattenere assieme le eternità - .
28. Vedete, così distribuisce il Padre i Suoi doni; ma Egli dà pure ad ognuno il suo lavoro, affinché ciascuno sia occupato, e non d’inutilità al mondo, particolarmente nel gran tempo del Regno dei mille anni che sta per venire.
29. Sia la Mia benedizione con voi tutti, grandi e piccoli, vecchi e giovani, d’alta o di bassa condizione; Io benedico tutti di una eguale benedizione, la quale è un legame tra di voi! - Amen!
8 - 9 - Gennaio - 1886
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