domenica 3 maggio 2020

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta...

Fino alla fine 

L’epilogo di una saga è sempre melanconico. Anche se l’eroe è destinato al trionfo, un  avversario spietato cerca fessure nella sua armatura fino all’ultimo secondo, e mentre la  sabbia scorre nella clessidra moltiplica gli sforzi per sopraffare l’avversario che sente  sfuggirgli. Lo attacca sul fisico: capogiri, tossi asmatiche soffocanti, sbandamenti e cadute a  seguito di improvvisi mancamenti, escursioni repentine nella temperatura corporea. E poi  visioni tremende. Padre Federico da Macchia racconta che nei suoi ultimi giorni di vita  terrena il monaco santo «veniva turbato da visioni paurose»; affermava egli stesso «di  vedere gli spiriti infernali». Padre Giorgio Cruchon, gesuita, relatore al primo Convegno di studio sulla spiritualità di Padre Pio, cita padre Alessio, e scrive: «Il Padre Pio era allora agitato; aveva chiamato padre Alessio dalla stanza n. 8; era sulla sedia, pregava, e disse: 
“Figlio mio, rimani qui perché non mi lasciano in pace un secondo!”. Talvolta era in preda a visioni terrificanti, come quando, sulla piccola terrazza antistante la sua camera, fu preso dallo spavento, alzò le mani con le dita aperte per due o tre minuti, con tanto sudore (e rossore) che padre Alessio dovette asciugarli la testa con dieci fazzoletti. Poco dopo, quando padre Alessio gli chiese che cosa fosse accaduto, gli rispose: “Se avessi visto quello che ho visto io, saresti morto”.» 
Anche nelle ultime ore di vita possiamo pensare che l'avversario non abbia concesso  tregua. Padre Pellegrino da Sant'Elia a Pianisi racconta: «A mezzanotte ha cominciato a tremare come un bambino; una paura, un terrore che è durato sin dopo l'una dopo mezzanotte. Ha voluto che mi sedessi vicino a lui, vicino al letto, e mi stringeva forte le mani. 
Poi mi ha domandato: “Vagliò, hai ditto 'a Messa?”. Erano circa le 12,10; e io: “È troppo presto!” ho risposto sorridendo “è ancora mezzanotte!” E lui: “Mbè! Stamattina la dirai per me!”». 
L'eroe di un'epopea “deve" morire con la spada in pugno. Anche Padre Pio aveva  un'arma. Quale fosse, lo rivelò pochi giorni prima di morire. Racconta padre Tarcisio da  Cervinara che un giorno, «mettendosi a letto disse ai frati che erano in cella con lui: “Datemi l'arma”. E i frati, sorpresi e incuriositi, gli chiedono: “Dov'è l'arma? Noi non vediamo niente!”. 
E Padre Pio: “Sta nella mia tonaca, che avete appesa all’attaccapanni or ora!” I frati, dopo aver rovistato per bene in tutte le tasche del suo abito religioso, gli dicono: “Padre, non c'è nessun'arma nel suo saio! C'è soltanto la corona del Rosario!”. E Padre Pio, subito: “E questa non è un'arma? La vera arma?”.» 

MARCO TOSATTI 

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