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Erode, sopranominato a ragione il crudele, incominciò il suo regno dall'uccisione di tutti i membri del Sinedrio, eccettuati due soli suoi partigiani. Creò Sommo Sacerdote un uomo oscuro, quale era Hananel, e dopo depose anche questo per inalzarvi il cognato Aristobolo. Ma temendo in questo un'avversario e un rivale, lo fece trucidare con Ircano, e destinò alla Sede Suprema quel Simeone che ebbe la ventura di vedere prima di morire il desiderato Messia. Per accreditarsi presso gli ebrei, sposò Marianne principessa di rara bellezza e virtù, sorella dell' ucciso re Antigono. Ma disgustato o ingelosito presto di lei, la fece barbaramente uccidere, e poco dopo usò della medesima barbarie con la sua madre Alessandra, e con gli ultimi rampolli della gloriosa stirpe degli Asmonei. Vi restarono però due figli di Marianne, Alessandro ed Aristobolo, i quali mandò da prima a Roma, ma poi istigato dalla sorella Salome tolse anche questi di vita. Egli era per queste inaudite crudeltà che Augusto diceva che in casa d'Erode era meglio essere cane o cavallo che figlio. - Sterminata la stirpe degli Asmonei, Erode non ebbe più riguardi: introdusse nell'ebraismo tutti i costumi stranieri, gli anfiteatri, i teatri, i giuochi, gli spettacoli, ed innalzò fino dei templi gentileschi. Fremevano i buoni ebrei, e i più arditi ordirono anche congiure per toglierlo di vita; ma egli era così vigilante che di tutte ne aveva contezza, e sapeva e dissiparle e punirle. Per amicarsi i romani edificò città a nome di Augusto, prese le armi alla loro difesa, e si tenne sempre loro schiavo. Augusto grato a queste deferenze accrebbe il suo regno assoggettandogli la Traconitide, l' Auranite, l'Iturea, e la Batanea. Accolse i suoi figli; donò al fratel suo una Tetrarchia. Per placare poi i Giudei, infinitamente indignati dello sprezzo della loro religione, pensò a rifabricare il Tempio, o meglio a restaurarlo, ingrandirlo, ed arricchirlo, e fortificarlo; nella quale opera vi si sudò per quarantasei anni continuati, profondendo infiniti tesori. Gli usurpatori e i tiranni non sono mai sicuri; quindi ebbe a scoprire che il suo figlio primogenito Antipatro gli tramava la morte. Scoperta la congiura, lo fece morire. Così quest'uomo crudele tolse la vita ad una santa sposa e a tre figliuoli. Alla fine del suo regno nacqué Cristo, ed egli coronò le sue crudeltà con la strage degl' Innocenti (1). Ma prima di quest' epoca egli aveva fatto sottoporre tutti i Giudei a Romani, obbligandoli con giuramento a riconoscerli per loro padroni (an. 3998 del mondo, 1998 della religione ebraica, 2 innanzi a Cristo) (2). Morto Erode, da Romani fu fatto re dei Giudei il figlio suo Archelao, il quale, dopo soli nove anni di regno effimero e tempestoso, fu deposto ed esigliato nella Gallia, e confiscatigli tutti i suoi beni. La Giudea allora venne dichiarata provincia Romana, e retta da un Governatore (3). - Quest' invasione Romana come servì di mirabile ed opportuno pretesto alla setta, così fu causa della totale ruina di questa nazione, della sua città e del celebratissimo suo tempio. S'udì allora per la Pale stina il sedizioso grido: fuori il barbaro! vogliamo libertà e indipendenza da Romani ! non si deve pagare il tributo agli stranieri. I Cristo e coll'esempio (4) e con la voce (5) persuadeva gli Ebrei ad assoggettarsi a Romani, a pagare il tributo senza tante querele, a servirli in pace; ma le sue divine ammonizioni furono disprezzate, se ne fece a lui un delitto: si chiamò il distruttore della legge mosaica, il nemico della sua nazione, l' amico del pubblicani; (erano questi i romani Esattori, come fu s. Matteo) e s'incominciò a congiurare contro la sua vita. Vi voleva però almeno un pretesto per farlo condannare dai Romani, non avendo essi più la potestà giudiziaria, e siccome questi erano sospettosi sempre, si diede loro a credere che Cristo fosse un loro nemico, un seduttore de popoli, un'ambizioso che volea farsi re, e con questo riescirono di farlo condannare alla croce da Pilato governatore della Giudea. Onde si può dire con tutta verità storica, che Cristo fu fatto morire da settari, sotto il pretesto d'essere nemico della patria indipendenza, ed amico degli stranieri, cioè del romani; imperocchè per i settari ebrei non v'erano altri stranieri che questi. Ma pure tutt'altro che essere nemico della Patria, Cristo non aveva mancato, ad esempio del profeti, di predirne anzi i mali che vi attiravano sopra gli ebrei, sia collo, sprezzo del romani, sia molto più col Deicidio che volevano compiere (1). Tutto tenerezza e misericordia aveva fin pianto sulla futura desolazione del suo popolo e della sua città (2), e ne aveva accennate alcune circostanze (3). Ma come fu vicino alla sua morte, non predisse solo quest'eccidio, ma lo descrisse con vivissime parole. Interrogato da suoi discepoli del quando e del come di questa catastrofe; disse loro. » Badate bene che alcuno non vi seduca ; imperocchè molti verranno nel nome mio, dicendo: io sono il Cristo. Ed è prossimo questo tempo. E seduranno molta gente. Badate bene di non seguirli. Sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; . . ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo... gente contro gente. , . il fratello darà la morte al fratello, il padre al figliuolo, e si ribelleranno i figliuoli contro de genitori, e li faranno morire. Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dagli amici, dai parenti. Vi saranno delle pestilenze e carestie e tremuoti..,. ma tutte queste cose sono il principio dei dolori... Ma prima di tutto vi cacceranno nella tribolazione, e vi faranno morire, e sarete odiati da tutte le nazioni per causa del mio nome. Vi perseguiteranno, traendovi alle Sinagoghe ed alle prigioni, e vi trascineranno dinanzi ai re ed ai presidi. Sarete per me presentati ai presidenti ed ai re , affinchè mi rendiate testimonianza. E allora molti patiranno scandalo, e l'uno tradirà l'altro, e si odieranno l'un l'altro. E usciranno fuori molti falsi profeti e sedurranno molta gente. E per esser so vrabbondante l'iniquità, raffredderassi la carità in molti... E sarà predicato questo evangelio del regno, e allora verrà la fine. Quando dunque vedrete gli eser citi circondare Gerusalemme, allora sappiate che la sua desolazione è vicina... Saranno allora giorni di vendetta... e l'ira di Dio cadrà addosso a questo popolo. E periranno di spada; e saranno menati schiavi tra tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calcata dalle genti, fino a tanto che compiti siano i tempi delle genti. Quando dunque vedrete l'abbominazione della desolazione, di cui parla il profeta Daniele, posta nel luogo santo, dove non deve essere (chi legge, comprenda ); allora coloro che si ritroveranno nella Giudea, fuggano sui monti, e chi stà dentro di lei si ritiri, e chi è nelle campagne non vi rientri. E chi si ritroverà sopra il solaio non iscenda per prendere qualche cosa di casa sua; e chi sarà al campo non ritorni a pigliar la sua veste; imperocchè giorni di vendetta sono quelli, affinchè tutto quello che è stato scritto s'adempia. Guai alle donne gravide, o che avranno bambini al petto in quei giorni; imperocchè grande sarà allora la tribulazione, quale non fu dal principio del mondo sino a quest'oggi, nè mai sarà. E se non fossero accorciati quei giorni, ogni carne non rimarrebbe salva : ma il Signore ha accorciati quei giorni in grazia degli eletti da lui prescelti (1). »
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P. B. N. B.
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