lunedì 10 maggio 2021

SULL’AMORE DI DIO

 


SANTA TERESA DI GESÙ 

DOTTORE DELLA CHIESA 


Molto ci sarebbe da dire intorno alla pace della nostra carne e ai danni che ne derivano. Ne toccherò solo qualcuno, da cui, come ho detto, vi sarà facile dedurre gli altri. 

 Già sapete che la nostra carne ama molto le comodità, per cui è assai far pace con essa. Oh, se l'intendessimo! Penso spesso, senza mai finire di persuadermi, come le persone che vivono fra le delizie possano essere così tranquille ed in pace. Forse che il sacratissimo corpo di Gesù, nostra luce e modello, meritava d'esser trattato peggio di questo nostro? Che aveva fatto per sottostare a tanti strazi? E di quei santi che sappiamo già in cielo, abbiam forse letto che siano vissuti fra le delizie? Donde viene che oggi si viva sì mollemente? Chi ci ha mai detto che questa via è buona? Come mai certuni passano spensieratamente i loro giorni a mangiar bene, a dormire e a procurarsi ogni divertimento e possibile comodità? Io ne son tutta meravigliata. Sembra che non vi debba essere alcun altro mondo, e che questo modo di fare non presenti alcun pericolo. Ah, figliuole mie, se sapeste il gran male che qui si cela! Il corpo ingrassa e l'anima dimagrisce: se ci fosse dato di vederla, diremmo che sia già per spirare. – In molti libri si parla del gran male di questa pace.

Vi sarebbe una certa speranza di rimedio se almeno comprendessero di far male, ma temo che non vi pensino neppure; è una costumanza così generale che ormai non mi stupisco più. Goda pure la loro carne, ma io vi dico che, se vogliono salvarsi, devono sottostare anch'essi a mille lotte, per cui sarebbe meglio che aprissero gli occhi per tempo e praticassero poco per volta quella penitenza che in caso contrario verrebbe loro imposta tutta insieme. 

 Ho detto questo, figliuole mie, onde ringraziate assai il Signore per avervi chiamate in questo luogo, dove la vostra carne non può aver pace neppure volendolo. Tuttavia vi potrebbe nuocere di nascosto sotto pretesto di malattia: e in questo dovete star molto guardinghe. Un giorno vi farà male la disciplina, e dopo otto giorni non più. Un altro sarete obbligate a usare il lino; ma se il bisogno è per pochi giorni, non dovete usarlo di continuo. Qualche volta vi farà male il pesce; poi lo stomaco si abitua e non soffre più. Altre volte vi parrà di essere molto deboli... 4 Ho molta esperienza di queste ed altre simili miserie, e so che non si comprende mai abbastanza il danno che ne viene quando le dispense non siano molto necessarie. Quello che voglio dire è di non riposare sulle dispense, ma di provare di tanto in tanto le nostre forze, perché la carne è molto bugiarda, ed occorre conoscerla. Il Signore nella sua bontà ci dia luce in ogni cosa! – Importantissimo è agire con prudenza, fidandoci non di noi, ma dei nostri Superiori. 

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