LA CORREZIONE E LA GRAZIA
[A VALENTINO E AI SUOI MONACI]
Riflettete con ogni cura sulle questioni già esaminate.
1. 1. O fratello dilettissimo Valentino, e voi che insieme servite Dio, letta la missiva che la Carità vostra m'inviò per mezzo del fratello Floro e di coloro che in sua compagnia sono venuti presso di noi, resi grazie a Dio perché conobbi dalla vostra replica la pace che realizzate nel Signore, l'accordo nella verità e l'ardore nella carità. Il Nemico ha macchinato la rovina di alcuni dei vostri, ma poiché Dio ha misericordia e con mirabile bontà volge le insidie di quello in profitto per i suoi servi, tutto ciò è servito piuttosto a questo, che nessuno di voi ha subìto un danno peggiore, ma alcuni hanno ricevuto una formazione migliore. Pertanto non è necessario ritornare ancora una volta su tutti gli argomenti, poiché ve li abbiamo fatti avere trattati a sufficienza in un libro completo; e come l'avete accolto, lo rivelano le vostre parole di risposta.
Tuttavia non pensate assolutamente che vi possa risultare chiaro dopo una sola lettura. Perciò se volete che esso vi riesca fruttuoso al massimo grado, non vi sia di peso di rendervelo del tutto familiare con il rileggerlo; facendo ciò saprete coscienziosamente in che consistano le questioni alle quali viene incontro, per scioglierle e sanarle, un'autorità non umana in questo caso, ma divina. Da simile autorità non dobbiamo distaccarci, se vogliamo raggiungere lo scopo a cui aspiriamo.
La legge insegna il bene e il male, la grazia fa compiere il bene.
1. 2. Il Signore stesso poi non solo ci mostra da quale male dobbiamo staccarci e quale bene dobbiamo fare 1, che è la sola cosa che la lettera della legge può realizzare, ma ci presta anche aiuto per staccarci dal male e fare il bene, cosa che nessuno può senza lo spirito della grazia. Ma se la grazia manca, ad un solo scopo è presente la legge: a rendere colpevoli e ad uccidere. Per questo l'Apostolo dice: La lettera uccide, lo spirito invece vivifica 2. Chi dunque usa in maniera legittima della legge 3, apprende da essa il male e il bene, e senza fare affidamento sulle proprie capacità cerca rifugio nella grazia, per allontanarsi dal male e fare il bene con il suo aiuto. Ma chi cerca rifugio nella grazia, se non quando i suoi passi sono guidati dal Signore ed egli desidera seguire la sua via 4 ? Per questo anche desiderare l'aiuto della grazia è già inizio della grazia; e di ciò il Salmista afferma: E ho detto: Ora ho cominciato; e questo cambiamento è della destra dell'Eccelso 5. Pertanto bisogna ammettere che noi possediamo il libero arbitrio per fare sia il bene che il male; ma nel fare il male ognuno è libero dal vincolo della giustizia e servo del peccato 6; nel bene invece nessuno può essere libero se non sarà stato liberato da Colui che ha detto: Se sarà il Figlio a liberarvi, allora sarete veramente liberi
7. Eppure, quando uno è stato liberato dalla dominazione del peccato, non se ne deve concludere che non ha più bisogno dell'aiuto del suo Liberatore; anzi piuttosto, sentendosi dire: Senza di me nulla potete fare 8, sia lui stesso a chiedere: Sii il mio aiuto, non abbandonarmi 9. E questa fede, che senza dubbio è vera e cattolica e derivante dai Profeti e dagli Apostoli, mi rallegro di averla trovata anche nel nostro fratello Floro; per cui bisogna correggere piuttosto quelli che non lo comprendevano. Ma penso che ormai, con la benevolenza del Signore, si siano senz'altro corretti.
Sant'Agostino
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