domenica 12 febbraio 2023

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO

 


I Principi della Città del bene.

Il Re della Città del bene non è solitario. Intorno al suo trono stanno innumerevoli legioni di principi risplendenti di bellezza che formano la sua corte.1 Ufficio, loro è di onorare il grande Monarca, vegliare alla guardia della Città e presiedere al suo governo: questi principi sono i buoni angeli. Sotto pena di lasciare nell'ombra una delle più grandi meraviglie del mondo superiore ed il roteggio più importante della sua amministrazione, noi dobbiamo farli conoscere. Perciò fa d’uopo dire la loro esistenza, natura, numero, le loro gerarchie, i loro ordini e funzioni. Esistenza degli angeli. Gli angeli sono tante creature incorporee, invisibili, incorruttibili, spirituali, dotate di intelligenza e di volontà.2 La fede del genere umano, la ragione, 1’ analogia delle leggi divine si riuniscono per stabilire sopra un fondamento incrollabile il domina dell' esistenza degli angeli. Di già abbiamo visto la lede del genere umano manifestarsi con splendore nel culto universale dei genii buoni e cattivi. La ragione dimostra facilmente che il nostro mondo visibile con la sua imperfetta natura, non ha né può avere in sé, né la ragione della sua esistenza, nè il principio delle leggi che la regolano. Bisogna cercarla in un mondo superiore, del quale non è che il reverbero.1 Corn’ é per l'albero, il cui fogliame sboccia ai nostri sguardi, cosi sono i principii di vita e di solidità, nascosti nelle profondità della terra. L'osservazione più sapiente delle leggi divine provoca quest’assioma: che non vi è salto nella natura né rottura nella catena degli esseri.2 Nello stesso tempo essa dimostra che di questa catena magnifica l’uomo non può essere l’ultimo anello. Dio è l’oceano della vita. Egli la diffonde su tutte le forme, vegetativa, animale, intellettuale. Secondo che essa è più o meno abbondante, la vita segna il grado gerarchico degli esseri. Ora essa è più abbondante via via che l’essere si avvicina più a Dio. Cosi per ricondurre a sé con gradi insensibili tutta la creazione discesa da lui, 1’ Onnipotente, la cui infinita sapienza si è divertita nella formazione dell’universo, ha tratto dal nulla parecchie specie di creature. Le une visibili e puramente materiali, come per esempio, la terra, l’acqua, le piante: altre, visibili ed invisibili a un tempo, materiali e immateriali, come gli uomini; altre infine, invisibili ed immateriali come gli angeli.

Questi ultimi, non meno degli altri, sono dunque una necessità della creazione. Ascoltiamo il più grande dei filosofi: « Supposto, dice san Tommaso, il decreto della creazione, l’esistenza di queste creature incorporee è una necessità. Difatti il fine principale della creazione, è il bene. Il bene o la perfezione consiste nella rassomiglianza dell'essere creato col Creatore, dell’effetto con la causa. La rassomiglianza dell’ effetto con la causa é perfetta, allorquando l’effetto imita la causa, secondo che essa lo produce. Ora, Dio produce la creatura con intelletto e con volontà. La perfezione dell’universo esige dunque che vi siano creature intellettuali ed incorporee.1 « Di maniera che, che vi siano angeli, e che questi siano esseri personali, e non miti o allegorie, quest’ è una verità insegnata dalla rivelazione, confermata dalla ragione, e attestata dalla fede del genere umano. « Natura degli angeli. L’abbiamo già indicata; gli angeli sono incorporei, vale a dire che non hanno corpi coi quali siano essi naturalmente uniti. La ragione è che essendo tanti esseri completamente intellettuali e sussistenti per se medesimi, formae mbsistentes, come parla san Tommaso, cosi essi non hanno bisogno di corpo per essere perfetti. Se l' anima umana è unita ad un corpo, è che essa non ha la pienezza della scienza, e che è obbligata ad acquistarla per mezzo delle cose sensibili. Quanto agli angeli, essendo perfettamente intellettuali per loro natura, non hanno niente da apprendere dalle creature materiali: e il corpo loro è inutile.1 » Da ciò resulta che gli angeli non possono, come le anime umane, essere uniti essenzialmente a dei corpi, e diventare una stessa persona con loro. Essi sono per conseguenza incapaci di esercitare nessun atto della vita sensibile o vegetativa, come vedere corporeamente, sentire, mangiare e altre cose simili. 2 Dell’ aria o di un’ altra materia già esistente, essi possono però formarsi dei corpi, e dar loro una figura ed una forma accidentale. L’Arcangelo Raffaello diceva a Tobia: Quando io ero con Voi per volere di Dio, pareva che io mangiassi e bevessi, ma io facevo uso di cibi invisibili. 3 Cosi, l'apparizione degli angeli sotto una forma sensibile non è una visione immaginaria. La visione immaginaria non è che nella immaginazione di colui che la vede: essa sfugge agli altri. Ora, la Scrittura ci parla sovente degli angeli che appaiono sotto forme sensibili, e che sono visti indistintamente da tutti. Gli angeli che appariscono ad Abramo sono visti dal patriarca, da tutta la sua famiglia, da Lot e dagli abitanti di Sodoma. Cosi pure l'angelo che apparisce a Tobia è visto da lui, da sua moglie, da suo tiglio, da Sara e da tutta la famiglia di Sara. E dunque manifesto che non era quella una visione immaginaria. Era bensi una visione corporea, nella quale quegli che ne gode, vede una cosa che é esteriore a lui. Ora, l'oggetto di una simile visione, vale a dire la cosa esteriore non può essere altro che un corpo. Ma, poiché gli angeli sono incorporei e che non hanno corpi, ai quali siano naturalmente uniti, ne risulta, eh’essi rivestono, quando ne hanno bisogno, di corpi formati accidentalmente. 1 Questi corpi, composti d' aria condensata, o di un’altra materia, gli angeli non gli prendono per sè ma per noi. Tutte le loro apparizioni si riferiscono al mistero fondamentale dell'incarnazione del Verbo, e alla salute dell’uomo del quale è la indispensabile condizione. Le une lo preparano, le altre lo confermano, intanto che esse provano la esistenza del mondo superiore con le sue realtà eterne, gloriose o terribili. « Conversando familiarmente con gli uomini, dice san Tommaso, gli angeli vogliono mostrarci la verità di questa grande società degli esseri intelligenti, che noi attendiamo nel cielo. Nell*antico Testamento, le loro apparizioni aveano per scopo di preparare il genere umano all' Incarnazione del Verbo, imperocché erano tutte figura dell'apparizione del Verbo nella carne. 

Nel Nuovo, esse concorrono al compimento del mistero, sia in se medesimo, ossia nella Chiesa e negli eletti. È facile convincersene esaminando le circostanze delle apparizioni angeliche a Zaccaria, alla santa Vergine, a gan Giuseppe, a san Pietro, agli apostoli, ai martiri, ai santi in tutti i secoli.

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Monsignor GAUME

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