Fratello Don Ottavio, sono Marisa.
Se potessi vedere da dove veniamo, cosa vediamo e come lo vediamo, sarebbe una tale grande sorpresa che la tua vita umana andrebbe in frantumi. Tu sai che siamo e vediamo in Dio e, come ti è già stato detto, vediamo tutto in modo diverso, più perfetto, chiaro e libero da elementi estranei, così che la nostra visione delle persone e delle cose è una visione obiettiva.
Vediamo ora la terra abitata da un'umanità inquieta e turbolenta, come è inquieta e turbolenta chi non possiede il Bene sovrano. La vediamo muoversi in tutte le direzioni, febbrilmente alla ricerca di ciò per cui è stata creata, ma la vediamo evitare accuratamente di muoversi nella direzione in cui sarebbe sicura di trovare la chiave dell'enigma.
In mezzo a questa fiumana di gente in cammino, scorgiamo, come piccole oasi che formano puntini qua e là, gruppi di uomini che, per restare sulla via che sicuramente porta al porto di arrivo, vanno controcorrente, e nel formicaio di migliaia di milioni di uomini, sofferenti o godendo, sani o malati, tutti però solo desiderosi di felicità, vediamo stagliarsi una bianca figura di uomo che si eleva, per la sua statura morale e spirituale, come un gigante e alza da solo con mano ferma uno stendardo.
È lo stendardo della Chiesa di Cristo che molti potenti nemici vorrebbero strappargli, ma che egli tiene con mano sicura, mentre indica a tutti la Via della salvezza. (…)
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