giovedì 23 febbraio 2023

LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO

 


Chiedere con umiltà

 Orazione, diceva il Papa, “fervente, umile, perseverante. Dunque l’umiltà: bisogna chiedere con umiltà.  Non possiamo andare al Signore con l’arroganza di chi pretende come se avesse diritti, di chi chiede esigendo come se gli fosse dovuto. Un cuore umile si rivolge a Dio sapendo di non avere alcun titolo per essere esaudito, non meriti, non virtù, non opere buone né alcun’altra qualità che possa dare forza alla sua preghiera; di nostro abbiamo solo il peccato. Però, l’umile sa di essere figlio di Dio. E’ questo l’unico titolo che abbiamo, e ci è stato dato da Lui; perciò l’umile conta sulla bontà e sulla misericordia infinita di suo Padre, e va a lui con il Sangue divino di Gesù nelle sue mani; e confida anche nell’appoggio e sull’intercessione di Maria, madre sua. Perciò, l’umile si fa santamente audace nella preghiera, domandando al Signore le cose più grandi, più belle, le più impossibili, perchè non misura la domanda sulla propria indegnità, ma sull’infinita potenza di Dio e sulla sua paterna bontà.

 La preghiera dell’umile è allora semplice, non si affida alle molte parole, a frasi sonanti o a espressioni di effetto, come se volesse far colpo richiamando l’attenzione di Dio.  Molte volte gli basta una sola parola: “Signore, vedi?...”, e mettendosi in silenzio davanti a lui, denuda le proprie piaghe e gli mostra la propria miseria.  Ricordate il lebbroso del Vangelo?  Gli si prostra innanzi con profonda umiltà e gli mostra senza vergogna le sue piaghe: “Signore, se vuoi, puoi mondarmi!”. Vedete la semplicità e la fede!  Se accompagnerete con l’umiltà la vostra preghiera e le vostre domande al Signore, attirerete su di voi la sua bontà, sulle vostre necessità la sua benevolenza e sulle vostre miserie la sua infinita misericordia.

Ferdinando  Rancan

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