L'ANNUNCIAZIONE
Prima che Maria fosse portata a casa di Giuseppe, si verificarono due eventi: l'Annunciazione e la visita a sua cugina Elisabetta, madre di Giovanni Battista.
San Giuseppe viveva in una casa diversa da quella in cui viveva la Vergine. Lavorava nella sua falegnameria e Maria tesseva e pregava nella sua casa. Giuseppe, consapevole del voto di verginità di sua moglie accettarono reciprocamente questo impegno davanti a Dio.
All'approssimarsi della notte del 25 marzo, l'arcangelo Gabriele fu inviato da Dio in Galilea e apparve alla santa Vergine nel momento in cui, a capo chino, stava recitando la preghiera della sera.
Si chinò verso la Vergine immacolata e, vedendola già in ascolto, le disse: "Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te, sei benedetta tra le donne" (cfr. Luca 1, 26-38).
Maria rimase stupita dall'aspetto celeste del messaggero splendente che le trasmetteva i comandi del Padre eterno.
L'angelo, che conosceva la sua angoscia, le disse con dolcezza: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio; concepirai nel tuo grembo e partorirai un figlio, che chiamerai Gesù...".
La Vergine fu sopraffatta, si abbandonò alla volontà divina e rispose al messaggero celeste con la più profonda umiltà di sempre: "Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola". All'udire questa risposta, l'angelo scomparve e il miracolo si compì in un istante: il Verbo si fece carne per abitare in mezzo a noi (cfr. Luca 1:38).
Il Messia atteso da quattromila anni stava per apparire e sarebbe stato il Figlio di Maria. Questo è il primo mistero gaudioso del Santo Rosario.
LA VISITA DELLA VERGINE A SUA CUGINA SANTA ELISABETTA
Quando Maria venne a sapere da San Gabriele della gravidanza miracolosa di Elisabetta, decise di andare a porgere le sue tenere congratulazioni alla venerabile cugina.
Con l'approvazione di Giuseppe, Maria lasciò Nazareth nella stagione delle rose e si mise in viaggio verso le montagne della Giudea, dove Zaccaria, l'aronita, aveva la sua modesta dimora.
Santa Elisabetta non aveva motivo di aspettarsi una visita dalla giovane cugina, quando improvvisamente bussarono alla porta. Maria la salutò: "Il Signore sia con te". Profondamente commossa, Elisabetta sentì che alla sua voce suo figlio balzava nel suo grembo e veniva santificato dallo Spirito Santo (cfr. Luca 1, 41).
Improvvisamente, lo spirito profetico scese su Elisabetta e le fece esclamare:
"Tu sei benedetta tra le donne e il frutto del tuo grembo è benedetto" (cfr. Lc 1, 39).
La risposta di Maria fu la sublime improvvisazione del Magnificat, il primo cantico del Nuovo Testamento e il più bello della Sacra Scrittura (cfr. Luca 1, 46-55).
La Madonna rimase per tre mesi nella terra degli Ittiti. In "questo famoso colloquio e in questa conversazione, Maria ed Elisabetta profetizzarono entrambe, in virtù dello Spirito Santo di cui erano ricolme e per merito dei loro figli" (Sant'Ambrogio).
Dopo che Elisabetta ebbe dato alla luce Giovanni Battista, il precursore del Messia, Maria partì presto per Nazareth.
Al ritorno dal viaggio da Ain Karin di Hebron, la sua gravidanza fu riconosciuta dagli abitanti di Nazareth e iniziarono le mormorazioni. Maria, agli occhi dei suoi parenti, era sposata: perché mai sarebbe stata incinta? Questo è il secondo mistero gaudioso del santo rosario.
LA VERGINE MADRE SI PREPARA A DARE ALLA LUCE IL REDENTORE
Tornata a Nazareth, Maria, nonostante le critiche dei vicini, prosegue con coraggio il suo lavoro. Tornò ad essere la giovane casalinga attiva e diligente che trovava il tempo per la preghiera e per la lettura dei rotoli dei libri sacri. Tuttavia, la sua gravidanza verginale avanzava; San Giuseppe cominciò a essere malinconico.
All'inizio non credeva ai suoi occhi e credeva alla purezza di una moglie che gli era sempre sembrata un prodigio di candore e santità (cfr. Matteo 1, 19).
Giuseppe ignorava il mistero dell'Incarnazione, non sapeva cosa pensare e quale decisione prendere, come spiegare la sua situazione, cosa era successo a Maria? In questi casi, la legge obbligava a lapidare la donna adultera. Lui era un uomo giusto, amante della rettitudine e incapace di fare del male a qualcuno, tanto meno alla donna che amava. Preferiva andare al tempio per pregare e chiedere a Dio la luce. Decidendo di sacrificare il suo onore, decise di lasciare Nazareth e di andare a morire lontano, nella terra dell'esilio.
Una notte preparò tutto per il viaggio e si abbandonò al sonno, dopo aver offerto a Dio il sacrificio serale. Ma Dio sa come fare le sue opere e, mentre dormiva, gli apparve un angelo dal cielo che, con una sola parola, dissipò tutte le sue preoccupazioni e gli disse cosa avrebbe dovuto fare in questo caso: "Non temere, porta a casa Maria, perché nessuna macchia l'ha contaminata, perché ciò che è nato in lei è opera dello Spirito Santo" (cfr. Matteo 1,20).
Dopo questa rivelazione celeste, Giuseppe si svegliò completamente trasfigurato e comprese la profezia di Isaia: "Una vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, cioè Dio con noi" (Isaia 7, 14) e fu celebrata la cerimonia nuziale mancante (cfr. Matteo 1, 23).
José Luis Pivel
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