- Per quale motivo dobbiamo considerare quanto Gesù ha fatto, e concretamente la sua vita di trent’anni in famiglia, a Nazaret? Il Signore indica quello che noi dobbiamo fare di fronte ad ogni periodo della sua vita, e in modo specifico rispetto alla sua vita occulta:
“Figlia mia, ogni periodo della mia vita riscuote dall’uomo distinti e speciali atti e gradi d’imitazione, d’amore, di riparazione ed altro”. (Vol. IV: 3-7-1902)
Nel suo quaderno di “Memorie dell’infanzia” (1925), Luisa dice :
«…Fin d’allora (da quando lei aveva 12 anni) l’amabile Gesù mi faceva nel mio interno lezione sulla Croce, sulla mansuetudine, sull’ubbidienza, sulla sua Vita nascosta... A tal proposito della sua Vita nascosta, ricordo che mi diceva: “Figlia mia, la tua vita deve essere in mezzo a Noi nella casa di Nazaret. Se lavori, se preghi, se prendi cibo, se cammini, devi avere una mano a Me, l’altra alla Mamma nostra e lo sguardo a S. Giuseppe, per vedere se i tuoi atti corrispondono ai nostri, in modo da poter dire: faccio prima il mio modello sopra ciò che fa Gesù, la Mamma Celeste e S. Giuseppe, e poi lo seguo. A seconda del modello che hai fatto, Io voglio essere ripetuto da te nella mia Vita nascosta; voglio trovare in te le opere della Mamma mia, quelle del mio caro S. Giuseppe e le mie stesse opere.”
Io restavo confusa e gli dicevo: “Mio amato Gesù, io non so fare”.
E Lui: “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere; se non sai fare domandami, che Io ti insegni, ed Io subito t’insegnerò, ti dirò il modo come facevamo, le mie intenzioni, l’amore continuo di tutti e tre, che Io come mare e loro come fiumicelli eravamo sempre gonfi, in modo che uno straripava nell’altro, tanto che poco tempo avevamo di parlarci; tanto eravamo assorbiti nell’amore. Vedi quanto stai dietro? Molto hai da fare per raggiungerci; ti conviene molto silenzio e attenzione, ed Io non ti voglio dietro, ma in mezzo a Noi.”
Onde quando non sapevo fare domandavo a Gesù e Lui m’insegnava nel mio interno. Cercavo quasi sempre, quanto più potevo, di appartarmi dalla famiglia per starmi sola, per mantenere il silenzio; prendevo il mio lavoro e chiedevo alla mamma che mi permettesse di andarmene sopra, e lei me lo concedeva. Sicché la mia mente stava nella casa di Nazaret, ed ora guardavo l’uno, ora l’altro, e mi confondevo nel vederli così attenti nei loro umili lavori, così assorbiti nelle fiamme d’amore, che s’innalzavano tanto in alto che i loro lavori restavano incendiati e trasformati in amore ; ed io, meravigliata, pensavo tra me: “Loro amano tanto, ed il mio amore qual è? Posso dire che i miei lavori, le mie preci, il cibo che prendo, i passi che faccio, sono fiamme che s’innalzano al trono di Dio e, formando fiume, straripano nel mare di Gesù?” 2
E vedendo che non lo erano, restavo afflitta; e Gesù nel mio interno mi diceva: “Che hai? Non ti affliggere; a poco a poco giungerai. Io ti starò sopra, e tu seguimi e non temere”.»
negli scritti della “Serva di Dio” Luisa Piccarreta
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