domenica 1 marzo 2020

L E 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO



La Serva di Dio Luisa Piccarreta scrive „Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.’ contemplando il suo Sposo Crocifisso e condividendone le pene Leggiamo nell’epistolario di Luisa:


QUARTA ORA 

 Dalle 8 alle 9 della sera 

La Cena Eucaristica 


Dolce Amor mio, incontentabile sempre nel tuo amore, vedo che, mentre finisci la cena legale insieme coi tuoi amati discepoli, Ti alzi da tavola e, unito a loro, innalzi l’inno di ringraziamento al Padre, per avervi dato il cibo, volendo riparare con ciò le mancanze 

di ringraziamento delle creature per i tanti mezzi che Dio ci dà per il sostentamento della vita corporale. Perciò, o Gesù, in tutto ciò che Tu fai, che tocchi e vedi, hai sempre le parole sul labbro Grazie Ti sian rese, o Padre. 

Anch ’io, Gesù, unita a Te, prendo le parole dalle tue labbra e sempre ed in tutto dirò: Grazie per me e per tutti, per continuare la riparazione per le mancanze di ringraziamento. 

[ Gesù lava i piedi degli Apostoli
O mio Gesù, sembra che il tuo amore non ha posa. Vedo 
che fai sedere di nuovo i tuoi amati discepoli; prendi un catino di acqua, Ti cingi di bianca tovaglia e Ti prostri ai piedi degli Apostoli in atto così umile, da attirare l’attenzione di tutto il Cielo e 
farlo rimanere estatico. Gli stessi Apostoli rimangono quasi senza moto nel vederti prostrato ai loro piedi. Ma dimmi, Amor mio, che vuoi? Che intendi con quest’atto così umile? Umiltà non mai vista e che mai si vedrà! 

“ Ah, figlia mia! Voglio tutte le anime e, prostrato ai loro piedi come povero mendico, le chiedo, le importuno e, piangendo, tramo insidie d’amore per averle. 
Voglio, prostrato ai loro piedi, con questo catino d ’acqua mescolata con le mie lacrime, purificarle da qualunque imperfezione e prepararle a ricevere Me nel Sacramento. Mi sta tanto a cuore quest’atto di ricevermi nell’Eucaristia, che non voglio affidare questo ufficio agli Angeli e neppure alla mia cara Mamma; Io stesso voglio purificarne anche le fibre più intime per disporle a ricevere il frutto del Sacramento; e negli Apostoli intendevo preparare tutte le anime. 

Intendo riparare tutte le opere sante e l ’amministrazione dei Sacramenti, soprattutto fatte dai sacerdoti con spirito di superbia, vuote di spirito divino e di disinteresse. Ah, quante opere buone Mi giungono più per farmi disonore che per darmi onore! Più per amareggiarmi che per compiacermi! Più per darmi morte che per darmi vita! Queste sono le offese che più Mi contristano. Ah, sì, figlia mia! Numera tutte le offese più intime che Mi si fanno, e riparami con le mie stesse riparazioni; consola il mio Cuore amareggiato”. 

O mio afflitto Bene, faccio mia la tua vita ed insieme a Te intendo ripararti tutte queste offese. Voglio entrare nei più intimi nascondigli del tuo Cuore divino, e riparare col tuo stesso Cuore le offese più intime e segrete che ricevi dai tuoi più cari. Voglio, o mio Gesù, seguirti in tutto, ed insieme con Te voglio girare per tutte le anime che Ti devono ricevere nell’Eucaristia, ed entrare nei loro cuori, ed insieme alle tue, metto le mie mani per purificarle. 

O Gesù, con queste tue lacrime ed acqua con cui lavasti i piedi degli apostoli, laviamo le anime che devono riceverti; purifichiamo i loro cuori, infiammiamoli, scuotiamone la polvere di cui sono imbrattati, affinché ricevendoti, Tu possa trovare in loro le tue compiacenze anziché le tue amarezze. 

Ma, affettuoso mio Bene, mentre stai tutto intento a lavare i piedi degli Apostoli, Ti guardo e vedo che un altro dolore trafigge il tuo Cuore Sacratissimo. Questi Apostoli rappresentano tutti i futuri figli della Chiesa, e ciascuno di loro la serie di tutti i mali che nella Chiesa dovranno esistere, e quindi la serie di tutti i tuoi dolori. In chi le debolezze, in chi gl’inganni, in questo le ipocrisie, in quello l’amore smodato agl’interessi, in San Pietro le mancanze 
dei propositi e tutte le offese dei capi della Chiesa, in San Giovanni le offese dei tuoi più fidi, in Giuda gli apostati con tutta la serie dei gravi mali che da questi si commettono. Il tuo Cuore 
è soffocato dal dolore e dall’amore, tanto che, non potendo reggere, Ti soffermi ai piedi di ciascun Apostolo e dai in pianto, e preghi e ripari ciascuna di queste offese, ed impetri per tutti il rimedio opportuno. Mio Gesù, anch’io mi unisco a Te; faccio mie le tue preghiere, 
le tue riparazioni e i tuoi rimedi opportuni per ciascun ’anima. 

Voglio mescolare le mie lacrime alle tue, affinché Tu mai sia solo, ma sempre mi abbia con Te per dividere insieme le tue pene. Ma mentre T’inoltri, dolce Amor mio, nel lavare i piedi degli Apostoli, vedo che già sei ai piedi di Giuda. Ti sento il respiro affannoso. Vedo che non solo piangi, ma singhiozzi; e mentre lavi quei piedi, Te li baci, Te li stringi al Cuore. E non potendo parlare con la voce perché soffocata dal pianto, lo guardi con quegli occhi gonfi di lacrime e gli dici col Cuore: 
“ Figlio mio, deh, Ti prego con le voci delle lacrime, non andare all’inferno! Dammi la tua anima, che prostrato ai tuoi piedi ti chiedo. Dì, che vuoi? Che pretendi? Tutto ti darò, purché non ti perda. Deh, risparmia questo dolore a Me, tuo Dio!”. 

E ritorni a stringerti quei piedi al tuo Cuore; ma vedendo la durezza di Giuda, il tuo Cuore è 
messo alle strette, il tuo amore Ti soffoca e stai in atto di venire meno. Cuor mio e Vita mia, per mettimi che Ti sostenga fra le mie braccia. Capisco che questi sono i tuoi stratagemmi amorosi che usi con ciascun peccatore ostinato. 

Deh! Ti prego, Cuor mio, mentre Ti compatisco e Ti riparo le offese che ricevi dalle anime che si ostinano a non volersi convertire, giriamo insieme la terra e dove stanno peccatori ostinati, diamo loro le tue lacrime per ammollirli, i tuoi baci e le tue strette d’amore per incatenarli a Te, in modo da non poterti sfuggire, e così rinfrancarti del dolore della perdita di Giuda. 

[ Istituzione della Santissima Eucaristia

Mio Gesù, gioia e delizia mia, vedo che il tuo amore corre e rapidamente corre. Ti alzi, dolente come sei, e quasi corri all’altare dov’è preparato il pane e il vino per la consacrazione. 
Ti vedo, Cuor mio, che prendi un aspetto tutto nuovo e non mai visto. La tua divina Persona prende un aspetto tenero, amoroso, affettuoso: i tuoi occhi sfolgorano luce più che se fossero soli; il tuo Volto roseo è splendente, le tue labbra sorridenti e brucianti di amore; le tue mani creatrici si mettono in atteggiamento di creare. Ti vedo, Amor mio, tutto trasformato: la Divinità pare come se traboccasse fuori dell’Umanità. 

Cuor mio e Vita mia, Gesù, questo tuo aspetto non mai visto chiama l ’attenzione di tutti gli 

Apostoli: sono presi da un dolce incanto e non osano neppure fiatare. La dolce Mamma corre in spirito ai piedi dell’altare a mirare i portenti del tuo amore. Gli Angeli scendono dal Cielo e si domandano tra loro: “Che c’è? Che c’è? Sono vere follie, veri eccessi: un Dio che crea, non il cielo o la terra, ma Sé stesso. E dove? Dentro la materia vilissima 
di poco pane e poco vino! ” 

Ma mentre sono tutti intorno a Te, o Amore insaziabile, vedo che prendi il pane fra le mani, 
l ’offri al Padre e sento la tua voce dolcissima che dice: 
“ Padre Santo, grazie Ti sian rese, ché sempre esaudisci il Figlio tuo. Padre Santo, concorri meco. Tu, un giorno, Mi mandasti dal Cielo in terra ad incarnarmi nel seno della Mamma mia, per venire a salvare i nostri figli; ora permettimi che M’incarni in ciascun’ostia per continuare la loro salvezza ed essere vita di ciascuno dei miei figli. Vedi, o Padre: poche ore restano della mia vita. Chi avrà cuore di lasciare i miei figli orfani e soli? Molti sono i loro nemici, le tenebre, le passioni, le debolezze cui vanno soggetti. Chi li aiuterà? Deh! Ti supplico che rimanga in ciascun’ostia, per essere vita di ognuno, e quindi mettere in fuga i nemici, ed essere loro luce, forza, aiuto in tutto. Altrimenti, dove andranno? Chi li aiuterà? Le nostre opere sono eterne, il mio amore è irresistibile; non posso, né voglio lasciare i miei figli”. 

Il Padre S ’intenerisce alla voce tenera ed affettuosa del Figlio. Scende dal Cielo; è già sull’altare ed unito con lo Spirito Santo a concorrere col Figlio. E Gesù, con voce sonora e commovente, pronunzia le parole della consacrazione, e senza lasciare Sé stesso, crea Sé stesso in quel pane e vino. Poi comunichi i tuoi Apostoli; e credo che la nostra Celeste Mamma non restò priva dal riceverti. Ah, Gesù! I Cieli s’inchinano e tutti T’inviano un atto di adorazione nel tuo nuovo stato di profondo annichilimento. 

Ma, o dolce Gesù, mentre il tuo amore resta contentato e soddisfatto non avendo altro che fare, vedo, o mio Bene, su questo altare, tutte le Ostie consacrate che si perpetueranno sino alla 
fine dei secoli, ed in ciascuna Ostia, schierata tutta la tua dolorosa Passione, perché le creature, agli eccessi del tuo amore, Ti preparano eccessi d’ingratitudine e di enormi delitti. Ed io, Cuore del mio cuore, voglio trovarmi sempre con Te in ogni tabernacolo, in tutte le pissidi ed in ciascun’Ostia consacrata che si troverà sino alla fine del mondo, ad emettere i miei atti di riparazione, a seconda delle offese che ricevi. 

O Gesù, Ti contemplo nell’Ostia santa e, come se Ti vedessi nella tua adorabile Persona, bacio la tua fronte maestosa ma, baciandoti, sento le punture delle tue spine. O mio Gesù, in 
quest’Ostia santa quante creature non Ti risparmiano le s pine! Esse si portano innanzi a Te e, invece di mandarti l’omaggio dei loro buoni pensieri, Ti mandano i loro pensieri cattivi, e Tu di 
nuovo abbassi la Testa come nella Passione, e ricevi e tolleri le spine di questi pensieri cattivi.  

O mio Amore, insie me con Te, abbasso la testa anch’io, per dividere le tue pene. Metto tutti i 
miei pensieri nella tua mente per spingere fuori queste spine che tanto Ti addolorano, ed ogni mio pensiero scorra in ogni tuo pensiero per farti l’atto di riparazione per ogni pensiero cattivo, e così consolare la tua mesta mente. 

Gesù, mio Bene, bacio i tuoi begli occhi: Ti vedo in questa Ostia santa con i tuoi occhi amorosi in atto di aspettare tutti quelli che si portano alla tua presenza, per guardarli con i tuoi sguardi 
d’amore e per avere il ricambio dei loro sguardi d’amore. Ma quanti vengono innanzi a Te e, invece di guardare e cercare Te, guardano cose che li distraggono e così privano Te del gusto che provi nello scambio degli sguardi d’amore! Tu piangi; ed io, baciandoti, 
sento le mie labbra bagnate dalle tue lacrime. Mio Gesù, non piangere. Voglio mettere i miei occhi nei tuoi per dividere insieme queste tue pene e piangere con Te; e volendo riparare 
tutti gli sguardi distratti delle creature, Ti offro i miei sguardi sempre fissi in Te. 

Gesù, mio Amore, bacio le tue santissime orecchie. Già Ti vedo intento ad ascoltare ciò che vogliono da Te le creature, per consolarle. Ma queste invece, Ti fanno giungere alle orecchie 
preghiere malamente recitate, piene di diffidenze, preghiere fatte per abito; ed il tuo udito in quest’Ostia santa è molestato più che nella tua stessa Passione.  
O mio Gesù, voglio prendere tutte le armonie del Cielo e metterle nelle tue orecchie per ripararti, e voglio mettere le mie orecchie nelle tue, non solo per dividere insieme queste pene, ma per stare sempre attenta a ciò che Tu vuoi e soffri, per fare subito il mio atto continuo di riparazione e per consolarti.  

Gesù, mia Vita, bacio il tuo santissimo Volto. Lo vedo insanguinato, livido e gonfio. Le creature, o Gesù, vengono innanzi a quest’Ostia santa, e con le loro posizioni indecenti, e con i discorsi cattivi che fanno innanzi a Te, invece di darti onore, esse Ti danno schiaffi e sputi.  
E Tu, come nella Passione, in tutta pace e pazienza li ricevi e tutto sopporti. O Gesù, voglio mettere il mio volto non solo vicino al tuo, per carezzarti e baciarti mentre 
ricevi questi schiaffi e per toglierti gli sputi, ma nel tuo stesso Volto per condividere queste pene. Inoltre intendo del mio essere, fare tanti minutissimi brani, per metterli innanzi a Te come 
tante statue inginocchiate, che, genuflesse continuamente, Ti riparino tutti i disonori che vengono fatti innanzi a Te.  
Gesù, mio Tutto, bacio la tua dolcissima bocca. Vedo che nello scendere nei cuori delle creature, il primo poggio che fai è sulla loro lingua. Oh, come ne resti amareggiato, trovando molte lingue mordaci, impure, cattive! Ah, Ti senti come attossicare da 
queste lingue, e peggio quando scendi nei loro cuori! O Gesù, se fosse possibile, vorrei trovarmi nella bocca di ciascuna creatura, per addolcirti e per ripararti qualunque offesa che da esse ricevi. Affaticato mio Bene, bacio il tuo santissimo collo.  
Ti vedo stanco, sfinito e tutto occupato nel tuo lavorio d’amore. Dimmi, che fai? E Gesù: 
“ Figlia mia, in quest’Ostia lavoro da mane a sera, formando 
continue catene d’amore, cosicché come le anime vengo no da 
Me, faccio loro trovare pronte le mie catene d’amore per incatenarle al mio Cuore. Ma sai tu che Mi fanno esse? Molte hanno a male queste mie catene e a via di sforzi si svincolano, mettendole in frantumi, e siccome queste catene sono legate al mio Cuore, Io ne resto torturato e vado in delirio. Esse poi, nello spezzare le mie catene, mandano a vuoto il mio lavorio, cercando le catene delle creature, e questo lo fanno anche alla mia presenza, servendosi di Me per raggiungere i loro intenti. Ciò Mi addolora tanto, che Mi dà febbre violenta da farmi venir meno e delirare”.  
Quanto Ti compatisco, o Gesù! Il tuo amore è messo alle strette. Deh, Ti prego! Per rinfrancarti del tuo lavoro e per ripararti quando le tue catene amorose vengono messe in frantumi, di incatenare il mio cuore con tutte queste catene, per poterti dare per loro il mio ricambio d’amore. Mio Gesù, Freccero divino, bacio il tuo petto. E’ tale e tanto il fuoco che in esso contieni che, per dare un po’ di sfogo alle tue fiamme (che troppo in alto si elevano), e volendo fare un po’ di sosta nel tuo lavoro, vuoi anche giocare in questo Sacramento.  
Il tuo gioco è formare frecce, dardi, saette; cosicché come le creature vengono innanzi a Te, Ti metti a giocare con esse, tirando loro frecce d’amore che escono dal tuo petto per ferirle. Quando queste le ricevono, Tu vai in festa e così il tuo gioco viene formato.  
Ma molti, o Gesù, Te le respingono, mandandoti per ricambio frecce di freddezza, dardi di tiepidezza e saette d’ingratitudine, e Tu ne resti così afflitto, che piangi, perché le creature fanno fallire il tuo gioco d’amore.

O Gesù, ecco il mio petto pronto a ricevere non solo le tue frecce destinate per me, ma anche quelle che Ti respingono gli altri; e così non falliranno più i tuoi giochi, e per contraccambio voglio ripararti le freddezze, le tiepidezze e le ingratitudini che ricevi. O Gesù, bacio la tua mano sinistra, e intendo riparare tutti i tocchi illeciti o non santi fatti alla tua presenza; e Ti prego, con questa mano, di tenermi sempre stretta al tuo Cuore. O Gesù, bacio la tua mano destra, e intendo riparare tutti i sacrilegi, specie le Messe malamente celebrate. 

Quante volte, Amor mio, Tu sei costretto a scendere dal Cielo nelle mani dei sacerdoti che, 
 in virtù della potestà data loro, Ti chiamano, ma trovi quelle mani piene di fango che scolano marciume. E sebbene senti la nausea di quelle mani, tuttavia il tuo amore Ti costringe a rimanervi. Anzi in certi tuoi ministri c’è di peggio: in questi Tu trovi i sacerdoti della tua Passione che, con i loro enormi delitti e sacrilegi, rinnovano il deicidio. Mio Gesù, mi fa spavento solo a pensarlo: un’altra volta, come nella Passione, Tu Te ne stai in quelle mani indegne, quale agnellino mansueto, aspettando di nuovo la tua morte. Oh, Gesù, quanto soffri, e quanto vorresti una mano amante per liberarti da quelle mani sanguinarie! 

Deh, Ti prego! Quando Ti trovi in queste mani, di farmi essere presente per ripararti. Voglio coprirti con la purità degli Angeli e profumarti con le tue virtù, per attutire la puzza di quelle mani e offrirti il mio cuore per scampo e rifugio. Mentre starai in me, io Ti pregherò per i sacerdoti, acciocché siano degni tuoi ministri e non mettano più in pericolo la tua Vita Sacramentale. O Gesù, bacio il tuo piede sinistro, ed intendo ripararti per quelli che Ti ricevono per abitudine e senza le dovute disposizioni. O Gesù, bacio il tuo piede destro, e intendo riparare per quelli che Ti ricevono per oltraggiarti. Deh, Ti prego! Quando ardiranno di fare ciò, di rinnovare il miracolo che operasti quando Longino Ti trapassò il Cuore con la lancia: al flusso di quel Sangue che, sgorgando, gli toccò gli occhi, Tu lo convertisti e lo risanasti; così al tuo tocco sacramentale converti le offese in amore. 

O Gesù, bacio il tuo Cuore, centro dove si riversano tutte le offese; ed io intendo ripararti per tutto e per tutti, darti un contraccambio d’amore, e sempre insieme con Te dividere le tue pene. 

Deh, o Celeste Freccero d ’amore! Se qualche offesa sfugge alla mia riparazione, Ti prego di imprigionarmi nel tuo Cuore e nella tua Volontà, affinché nulla mi possa sfuggire. Pregherò la dolce Mamma che mi tenga sempre all’erta, ed insieme con Lei Ti ripareremo per tutto e per tutti; Ti baceremo insieme, e facendoti riparo, Ti allontaneremo le onde delle amarezze che purtroppo ricevi dalle creature.

O Gesù, ricordati che anch’io sono una povera prigioniera. 1 È vero che le tue prigioni, essendo il piccolo spazio d’un’Ostia, sono più strette della mia. 
 Perciò rinchiudimi nel tuo Cuore e, con le catene del tuo amore, non solo imprigionami, ma lega uno per uno i miei pensieri, gli affetti, i desideri, incatena le mie mani e i miei piedi al tuo Cuore, perché io non abbia altre mani e altri piedi che i tuoi. 

Sicché, Amor mio, il mio carcere sarà il tuo Cuore; le mie catene, l’amore; i cancelli che mi impediranno di uscire menomamente dal tuo Cuore, la tua Santissima Volontà; le tue fiamme 
saranno il mio cibo, il mio respiro, il mio tutto, e così non vedrò che fiamme, non toccherò che fuoco, che mi daranno vita e morte come quelli che subisci Tu nell’Ostia, e così Ti darò la mia vita. E mentre io resterò imprigionata in Te, Tu resterai sprigionato in me.  

Non è questo il tuo intento nel carcerarti nell’Ostia, per essere scar cerato dalle anime che Ti ricevono, prendendo vita in loro? Ed ora, in segno d’amore, benedicimi e dammi un bacio, mentre io Ti abbraccio e resto in Te.  

O dolce Cuor mio, vedo che dopo che hai istituito il Santissimo Sacramento ed hai visto l’enorme ingratitudine e le offese delle creature agli eccessi del tuo amore,  
sebbene ne resti ferito ed amareggiato, pure non indietreggi, anzi vuoi tutto  
affogare nell’immensità del tuo amore .  

Ti vedo, o Gesù, che amministri Te stesso ai tuoi Apostoli, e dopo soggiungi che, ciò che hai fatto Tu, devono fare loro, dando loro la potestà di consacrare, e perciò li ordini sacerdoti ed istituisci altri Sacramenti.  

Sicché, o Gesù, a tutto ci pensi, e tutto ripari: le prediche fatte malamente; i Sacramenti amministrati e ricevuti senza disposizione e perciò senza effetti; le vocazioni sbagliate dei sacerdoti da parte loro e da parte di chi li ordina, 
non usando tutti i mezzi per conoscere le vere vocazioni.  

Ah, niente Ti sfugge, o Gesù! Ed io intendo seguirti e ripararti tutte queste offese. 
Onde, dopo che hai dato adempimento a tutto, prendi i tuoi 
Apostoli e Ti incammini verso l’Orto di Getsemani, per dar principio 
alla tua dolorosa Passione. Ti seguirò in tutto per tenerti fedele compagnia.     


1 Qui Luisa si riferisce a se stessa, ad una intera esistenza di sessantaquattro anni, passata in un letto circondato da una tendina, come in una prigione, soffrendo nel suo ufficio di vittima insieme con Gesù, e come Gesù nel tabernacolo. 


Riflessioni e Pratiche 

Gesù è nascosto nell’Ostia per dare vita a tutti. Nel suo nascondimento abbraccia tutti i secoli e dà luce a tutti. Così noi, nascondendoci in Lui, con le nostre preghiere e riparazioni daremo luce e vita a tutti, ed anche agli stessi eretici ed infedeli, perché Gesù non esclude nessuno. 

Che fare in questo nascondimento? Per farci simili a Gesù Cristo dobbiamo nascondere tutto in Lui, cioè pensieri, sguardi, parole, palpiti, affetti, desideri, passi ed opere, e fin le stesse preghiere nasconderle nelle preghiere di Gesù. E come l’amante Gesù 
nell’Eucaristia abbraccia tutti i secoli, così li abbracceremo insieme, 
e stretti a Lui sar emo pensiero di ogni mente, parola di ogni lingua, desiderio d’ogni cuore, passo d’ogni piede, opera d’ogni braccio. Così facendo storneremo dal Cuor di Gesù il male che vorrebbero fargli tutte le creature, cercando di sostituire a 
tutto questo male, tutto il bene che ci sarà possibile fare, e in tal 
modo pressare Gesù a dare a tutte le anime salvezza, santità, amore. 

La vita nostra, per corrispondere a quella di Gesù, dev’essere tutta uniformata alla sua. L’anima deve, con l’intenzione, trovarsi in tutti i tabernacoli del mondo, per fargli continua compagnia e dargli sollievo e riparazione continua, e con questa intenzione fare tutte le azioni della giornata. Il primo tabernacolo è in noi, nel nostro cuore, bisogna quindi prestare 
grande attenzione a tutto ciò che il buon Gesù vuole fare in noi. Molte volte Gesù, stando nel nostro cuore, ci fa sentire il bisogno della preghiera. Ah! E’ Gesù che vuol pregare e ci vuole con Lui, quasi immedesimandosi con la nostra voce, coi nostri affetti, con tutto il nostro cuore, per fare che la nostra preghiera sia una sola con la sua. E così, per fare onore alla preghiera di Gesù, staremo attenti a prestargli tutto il nostro essere, in modo che l’amante 
Gesù innalzi al Cielo la sua preghiera, per parlare al Padre e per 
rinnovare nel mondo gli effetti della sua stessa preghiera. 

Bisogna stare attenti a tutti i nostri moti interni, perché il buon Gesù ora ci fa soffrire, ora ci vuole alla preghiera, ora ci mette in uno stato d’animo, ora in un altro, per poter ripetere in noi la sua stessa vita. Supponiamo che Gesù ci metta nell’occasione di esercitare 
la pazienza. Egli riceve tali e tante offese dalle creature, che Si 
sente spinto a mettere mano ai flagelli per colpire le creature, ed 
ecco che dà a noi l’occasione di eserci tare la pazienza. E noi 
dobbiamo fargli onore, sopportando tutto con pace come lo sopporta 
Gesù, e la nostra pazienza Gli strapperà di mano i flagelli 
che da Lui attirano le altre creature, perché in noi  
Egli eserciterà la stessa sua divina pazienza. 

E come della pazienza, così di tutte le altre virtù . L’amante Gesù, nel Sacramento, esercita tutte le virtù, e noi da Lui attingeremo la fortezza, la mansuetudine, la pazienza, la tolleranza, l’umiltà, l’ubbidienza. 

Il buon Gesù, dà a noi le sue carni in cibo, e noi per alimento Gli daremo l ’amore, la volontà, i desideri, i pensieri, gli affetti, così gareggeremo con l’amore di Gesù. Non faremo entrare nulla in noi che non sia Lui, sicché tutto ciò che faremo, tutto deve servire per alimento al nostro amato Gesù. 

Il pensiero nostro deve alimentare il pensiero divino , cioè pensare che Gesù è nascosto in noi e vuole l’alimento del nostro pensiero, così pensando santamente alimentiamo il pensiero divino; la parola, i palpiti, gli affetti, i desideri, i passi, le opere, tutto deve servire per alimentare Gesù, e dobbiamo mettere l’intenzione di alimentare in Gesù tutte le creature. 

O dolce Amor mio, Tu in quest ’ora transustanziasti Te stesso nel pane e nel vino. Deh! Fa’, o Gesù, che tutto ciò che dico e faccio, sia una continua consacrazione di Te in me e nelle anime. 
Dolce mia Vita, quando vieni in me, fa ’ che ogni mio palpito, ogni desiderio, ogni affetto, pensiero, parola, possa sentire la potenza della consacrazione sacramentale, in modo che, consacrato tutto il mio piccolo essere, divenga tante Ostie per poter dare Te alle anime. * 
 O Gesù, dolce Amor mio, sia io la tua piccola Ostia per poter 
 racchiudere in me, come Ostia vivente, tutto Te stesso. 




Gesù schierò attorno a ciascuna Ostia tutta la sua Vita 
Dal Volume 12 - 24 Ottobre 1918 

“ Figlia mia, per fare che la creatura potesse avere tutti i mezzi necessari per ricevermi, volli istituire questo Sacramento, l’ultimo della mia Vita, per poter schierare intorno a ciascuna Ostia tutta la mia Vita, come preparativo per ciascuna creatura che Mi avrebbe ricevuto. 
Mai la creatura avrebbe potuto ricevermi, se non avesse avuto un Dio preparatore che preso solo da eccesso d’amore di volersi dare alla creatura, e non potendo essa ricevermi, lo stesso eccesso Mi portava a dare tutta la mia Vita per prepararla, sicché mettevo i passi miei, le opere mie, il mio amore accanto ai suoi; e siccome in Me 
c ’era anche la mia Passione, ci mettevo anche le mie pene per prepararla.” 


Le sei ore di agonia di Gesù 
[Dice Luisa nel Volume 9, il 4 luglio 1910:] 
 Continuando il mio solito stato pieno di privazioni e d ‟amarezza, stavo 
 pensando all ‟agonia di Nostro Signore, ed il Signore mi disse: 
 “ Figlia mia, volli soffrire in modo speciale l’agonia dell’Orto per dare aiuto a tutti i moribondi a ben morire. Vedi bene come si combina la mia agonia con l’agonia dei cristiani: tedi, tristezze, angosce, sudore di Sangue. Sentivo le morti di tutti e di ciascuno, come se realmente morissi per ciascuno in particolare; quindi sentivo in Me i tedi, le tristezze, le angosce di ciascuno, ed a tutti prestavo con i miei aiuti, conforti, speranza, per fare che come Io sentivo le loro morti in Me, così loro potessero aver grazia di morire tutti in Me, come dentro d’un sol fiato col mio fiato, e subito beatificarli con la mia divinità. 

Se l ’agonia dell’Orto fu in modo speciale per i moribondi, l’agonia della croce fu per aiuto nell’ultimo punto, proprio per l’ultimo respiro; sono tutte e due agonie, ma una diversa dall’altra. L’agonia dell’Orto piena di tristezze, di timori, di affanni, di spaventi; l’agonia della croce piena di pace, di calma imperturbabile. E se gridai: “Ho sete”, era sete insaziabile che 
tutti potessero spirare nel mio ultimo respiro; e vedendo che molti se ne uscivano 
da dentro il mio ultimo respiro, per il dolore gridai: “ Sitio”. E questo 
“ Sitio” continua ancora a gridare a tutti ed a ciascuno come campanello alla porta d’ogni cuore: “Ho sete di te, o anima, deh! Non uscire da Me, ma entra in Me e spira con Me”. 

Sicché sono sei ore della mia Passione che diedi agli uomini per ben morire. Le tre dell ‟Orto furono per aiuto dell‟agonia, le tre della croce per aiuto all‟ultimo anelito della morte. Dopo questo chi non deve guardare la morte con sorriso? Molto più per chi Mi ama, per chi cerca di sacrificarsi 
sulla mia stessa croce. Vedi come è bella la morte? E come le cose si cambiano? In vita fui disprezzato, gli stessi miracoli non fecero gli effetti della mia morte, fin sulla 
croce ci furono insulti. Ma non appena spirato, la morte ebbe la forza di cambiare le cose: tutti si percuotevano il petto confessandomi per vero Figlio di Dio. Gli stessi miei discepoli presero coraggio, ed anche quelli occulti si fecero arditi e domandarono il mio Corpo, dandomi onorevole sepoltura; cielo e terra a piena voce mi confessarono Figlio di Dio. 
La morte è qualche cosa di grande, di sublime . E questo succede anche per i miei stessi figli, in vita disprezzati, conculcati. Quelle stesse virtù che come luce dovrebbero guizzare in chi li circondano, restano mezze velate; i loro eroismi nel patire, le loro abnegazioni, il loro zelo per le anime, gettano chiarezze e dubbi nei circostanti, ed Io stesso li permetto questi veli, per conservare con più sicurezza la virtù dei miei cari figli. Ma non appena muoiono, 
questi veli, non essendo più necessari, Io li ritiro e i dubbi si fanno favorevoli certezze, la luce si fa chiara, e questa luce fa apprezzare i loro eroismi; si fa allora stima di tutto ed anche delle cose più piccole. Sicché ciò che non si può fare in vita, supplisce la morte. E questo per quello che succede di qua, 
e per quello che succede di là è proprio così sorprendente ed invidiabile a tutti i mortali”. 


L ’Agonia nell’Orto del Getsemani 


Gesù fu confortato da un Angelo. E noi, possiamo dire che siamo l’angelo di Gesù con lo starci intorno a Lui per confortarlo e prendere parte alle sue amarezze? Ma, per poter fare da vero angelo a Gesù, 
 è necessario prendere le pene come mandateci da Lui, perciò come pene divine; solo allora possiamo osare 
di confortare un Dio tanto amareggiato. 
( Cfr. Settima Ora - dalle 11 a mezzanotte ) 


Le tre ore di agonia nell ’Orto di Getsemani 
Orazione preparatoria prima di ogni ora di agonia nell ’Orto 


O mio divino Redentore Gesù, deh! Conducimi con Te, insieme ai tuoi tre cari Apostoli, per assistere alla tua agonia nell’Orto degli Ulivi. Ammonita dal dolce rimprovero che Tu facesti a Pietro e agli altri due dormienti discepoli, io voglio vegliare almeno un’ora 
con Te nel Getsemani; voglio sentire almeno una trafittura del tuo 
Cuore agonizzante, un alito del tuo affannoso respiro. 


Voglio fissare 
il mio sguardo sul tuo divin Volto e contemplare come 
s ’impallidisce, come si turba, come trambascia, come si curva fino alla polvere. 


Già vedo, o penante mio Gesù, come la tua Persona vacilla e cade, or da un lato, or dall ’altro, come le tue amorose mani irrigidite s’intrecciano. Comincio a sentire i gemiti, le grida di amore e d’incomprensibile dolore che levi al Cielo. 


O mio Gesù, agonizzante nel tetro Orto di Getsemani, fa ’ scorrere su di me, in quest’ora che Ti terrò compagnia, un rivolo, uno spruzzo di quell’adorabilissimo Sangue che scorre come torrenti da tutte le tue adorabili membra. 


Oh, lavacro preziosissimo del mio Sommo Bene che per me agonizza! 
Deh! Che io Ti succhi, Ti beva fino all ’ultima stilla, e con Te 
succhi e beva un sorso almeno dell ’amaro calice del Diletto, e senta dentro di me le pene del suo Divin Cuore, anzi senta spezzarmi il cuore per il pentimento di aver offeso il mio Signore, che per me si riduce all’agonia di morte. 



Ah, mio Gesù! Dammi grazia, dammi aiuto di penare, sospirare 
e piangere con Te, almeno un ’ora sola nell’Orto degli Ulivi! O Addolorata Madre Maria, fammi sentire la compassione del tuo trafitto Cuore per Gesù agonizzante nel Getsemani. Così sia. 


Orazione di ringraziamento dopo ogni ora di agonia nell ’Orto 



Grazie Ti rendo, o dolcissimo mio Signore, che Ti sei degnato 
di tenermi in tua compagnia per un ’ora almeno, nella tremenda tua agonia nell’Orto. Ahi, che troppo scarso conforto hai potuto trovare in me, o mio buon Gesù! Ma il tuo infinito amore e la sovrabbondante carità del pietoso tuo Cuore, Ti fanno trovare sollievo anche 
nel minimo atto di compassione che la creatura Ti dimostra. Ah! Non mi uscirà più dalla mente la vista della tua adorabile Persona tremante, abbattuta, affranta, umiliata nella polvere e tutta sparsa di sudore di Sangue nel cupo orrore del Getsemani. Io ho provato, o Gesù, che lo stare con Te penante, il sentire anche una stilla dell’angosciosa amarezza del tuo Divin Cuore è la sorte più grande che può aversi su questa terra. 

O Gesù, generosamente rinunzio alle terrene e fallaci cose; voglio Te solo, oppresso, penante, afflitto mio Signore. Dall’Orto al Calvario voglio farti sempre fedele e dolce compagnia. 
O Gesù, fammi catturare con Te, trascinare con Te ai tribunali; fammi parte degli oltraggi, degli insulti, degli sputi, degli schiaffi con cui i tuoi nemici Ti copriranno. Conducimi con Te da Pilato ad Erode, da Erode a Pilato. Legami con Te alla colonna e fammi sentire una parte dei tuoi flagelli; dammi alquanto delle tue spine, Gesù, che mi trafiggano. Fa’ che con Te io sia condannata a morire crocifissa: Tu come vittima di amore per me, ed io come tua vittima espiatrice per i miei peccati. 

Dammi la sorte del Cireneo per seguirti al Calvario, e lì fa ’ che con Te io sia inchiodata sulla croce e con Te agonizzi e muoia. O Addolorata Madre, che mi hai dato aiuto per compassionare 
Gesù agonizzante nell ’Orto, dammi aiuto per stare con Te crocifissa sulla stessa croce di Gesù, e di sapergli offrire le più degne riparazioni coi meriti stessi della sua Passione e Morte di Croce. Così sia. 

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