giovedì 7 maggio 2020

Accoglienza fatta dal Signore all'anima glorificata.



Il nostro buon Signore, racconta Giuliana di Norwich, mi disse: «Io ti ringrazio di ciò che facesti per me, e specialmente d'avermi consacrata la tua giovinezza». Poi Dio mi mostrò tre gradi di beatitudine in cielo per quell'anima che lo servì di buon animo: il primo, quando il Signore la ringrazia alla sua uscita dal purgatorio, ringraziamento così elevato e così glorioso ch'ella si sente ricolma e sufficientemente ricompensata. Il secondo è che tutta la corte celeste ne è testimonio, perchè Dio fa conoscere a tutti gli eletti i servizi che gli furono resi. Il terzo è che la gioia data all'anima nel momento in cui è così ringraziata deve durare per tutta l'eternità (VI Rivelazione, c. xiv).

« Quanto più avrai sofferto, disse l'eterna Sapienza al beato Enrico Susone, tanto più sarai ricevuto con riguardi e dignità. Qual gioia produce quest'onore come l'anima e il cuore sono inondati di felicità vedendosi lodati e glorificati da me dinanzi al Padre mio e a tutto il celeste esercito. Io li loderò d'aver sofferto tanto in questa vita, d'aver combattuto tanto, d'aver riportate tante vittorie (L'Exemplaire, Trattato II, c. XII).

Nostro Signore ci dichiara ancora nel Vangelo ch'egli farà l'elogio degli eletti: « Venite, benedetti del Padre mio; io ebbi fame e mi deste da mangiare, ecc. Coraggio, servo buono e fedele, tu fosti fedele nelle piccole cose. Chi mi avrà confessato davanti agli uomini io lo confesserò davanti al Padre mio. Allora, dice l'Apostolo san Paolo, ognuno riceverà dal Signore la lode che gli sarà dovuta » (I Cor., Iv, 5). 

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