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Ecco una parabola del chicco di grano che diventa Ostia. Gesù diceva: «In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24).
C’era una volta un piccolo chicco di grano, molto piccolo e semplice, che desiderava essere santo e giungere fino al cielo. Si offrì a Dio... e si mise nelle sue mani di
buon seminatore. E subito il Signore, con molto affetto, lo mise in terra buona e si prese cura di lui come di un bimbo. Però il piccolo chicco gridava... trascorreva le buie notti da solo, nella paura e nel freddo...
morendo a se stesso, ma senza saperlo, rinascendo a una vita più bella e incantevole. E iniziò a crescere come spiga, debole e timorosa, colpita dalle piogge e sferzata dai venti.
E cresceva, cresceva... accarezzata dal sole... e sognava... chiedeva pregando... Quando divenne matura, un bel giorno d’estate venne il contadino per la mietitura. Allora la
spiga allarmata gridò: «Non mietere me, perché sono destinata a essere santa e a innalzarmi fino al cielo». Ma quell’uomo, forse, distratto, la falciò spietato e così svanirono i suoi sogni dorati.
«O Signore, gridò la spiga, non posso più arrivare alle tue braccia. Salvami, Signore, perché muoio». Ma il Signore, come se non udisse nulla, rispose con un intenso silenzio...
E quell’uomo, prendendo la spiga, la trebbiò... I chicchi scricchiolarono... e come collana di perle preziose, rotolarono disfatti per l’aia.
E vennero altri uomini e misero i chicchi di grano in un vecchio sacco, portandoli subito al mulino, dove ne ricavarono finissima farina. Ma questa continuava a piangere. Lassù,
in cielo, continuavano a tacere... e qui, in basso, a macinare.
E perché Gesù taceva? E perché negava conforto se la spiga era pura e innocente? Ma ella ubbidiente continuava a soffrire... E Gesù preparava la farina.
E ne fecero una bellissima ostia. E la sposa sognava...
La sua bellezza splendeva dinanzi all’altare,
vennero gli angeli a contemplarla.
Gesù e la sua gloria scesero
e le si unirono nella Messa.
Maria, la Madre, gioiva...
La sposa diceva all’Agnello:
Ora sì, che ti amo con tutta la mia anima.
Ora sì, perché tu sei il mio cielo.
E Gesù l’abbracciava sul suo petto
e con voce melodiosa le diceva molto sottovoce:
volevo tu fossi mia sposa
e anelavo a tenerti nel mio cielo
Ma ascolta, amor mio, alle mie braccia
possono giungere solo i bambini,
e chi sempre obbedisce senza timore
e segue i miei passi soffrendo!
Angel Peña
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