domenica 24 maggio 2020

Lettere di Sant'Agostino



LETTERA 2 

Scritta nello stesso tempo (386-7). 


A. esprime a Zenobio la brama d'intrattenersi con lui anche di  persona e di terminare la questione che avevano cominciato a  discutere. 



AGOSTINO A ZENOBIO 

1. Siamo fra noi perfettamente d'accordo, come io penso, che tutte  le cose che la nostra percezione fisica può attingere, non possono  neppure per un istante rimanere nello stesso stato, ma passano,  spariscono e non hanno nulla di attuale: cioè, per parlare chiaro,  non hanno vera esistenza. Per questo la vera divina filosofia esorta  a frenare e a sopire l'amore per esse, che è quanto mai funesto e  fonte di moltissime pene; affinché l'anima, anche durante il tempo  in cui guida questo corpo, con tutto il suo essere tenda e  ardentemente aneli verso ciò che persiste sempre nel medesimo  stato e non piace per una bellezza peregrina. Stando così le cose, e  sebbene la mia mente ti veda in se stessa reale e schietto, come ti  si può amare senza alcuna inquietudine, tuttavia confessiamo che  quando ti diparti da noi fisicamente e sei in luoghi lontani,  cerchiamo di incontrarti e di vederti e perciò lo desideriamo finché è  possibile. Questo difetto, se ben ti conosco, senza dubbio non ti  dispiace in noi, e, pur desiderando ogni bene per le persone a te più  care ed intime, hai paura che esse ne siano guarite. Se poi tu hai una tale forza d'animo da poter riconoscere questa trappola e ridere  di coloro che vi sono incappati, sei davvero grande e diverso. Io,  per parte mia, desidero essere rimpianto nella misura in cui  rimpiango un assente. Tuttavia faccio attenzione, per quanto posso,  e mi sforzo di non amare nulla che possa essere lungi da me mio  malgrado. Insieme con questo dovere io ti ricordo anche,  qualunque sia la tua disposizione in proposito, che bisogna  concludere la discussione iniziata con te, se abbiamo cura di noi  stessi. Infatti non permetterei in nessun modo che si concludesse  con Alipio, anche s'egli lo volesse. Ma non lo vuole, giacché  l'educazione non gli permette ora d'adoprarsi meco per intrattenerti  con noi col maggior numero possibile di lettere, dato che cerchi di  evitarlo per non so quale necessità.

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