domenica 24 maggio 2020

L’uomo non deve mai smettere di chiedere, perché Dio ad un determinato punto gli risponderà al suo modo, anche se non direttamente.



ILDEGARDA  DI  BINGEN

La ricerca delle vie che portano dalla lontananza da Dio alla sua vicinanza fa sì che anche il pensiero vada alla ricerca di strutture che ne siano l’espressione. Giacché l’uomo, immagine creata, rimandi al primo Essere increato, pure ogni altra cosa deve poter essere trasparente per essere riferita all’Eterno ed esserne un segno. Egli rende tutte le cose altrettanti segni, punti di riferimento per l’uomo che gli indica la sua provenienza. La natura non è guardata semplicemente come “natura”, gli avvenimenti e le cose in loro stessi, ma sono trasparenti, devono essere interpretati da noi per portarci a Dio. Ildegarda vede tutto quello che succede come una domanda; Dio interviene attraverso le persone e ci chiede determinate cose: pazienza, sopportazione, un determinato lavoro; anche un incontro con una persona è una “domanda” di questo tipo, a cui io devo dare una risposta. Dio non ci parla soltanto nella preghiera, ci parla ad ogni momento. Quello che ci è detto, dev’essere anche interpretato, non si tratta di un’accoglienza passiva, si tratta di un’accoglienza attiva, umana. Però, la vita è intesa come domanda e risposta. Ildegarda afferma che finché l’uomo ha l’esigenza di porre domande a Dio, anche se non trova le risposte, c’è sempre la speranza di una risposta; l’uomo non deve mai smettere di chiedere, perché Dio ad un determinato punto gli risponderà al suo modo, anche se non direttamente.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

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