LA MATERNITÀ DI MARIA E LA NOSTRA MATERNITÀ
Voi dovete essere spose e madri: spose del Verbo, e madri del Cristo. Dovete essere madri, non solo nei riguardi di Gesù, Figlio di Dio, ma nei riguardi anche della Chiesa
intera, perché il Cristo non è soltanto Gesù Figlio di Maria, è tutto il mistico corpo che egli unisce a sé, nell'unione di tutti i figli di Dio.
Non so se avete notato che nella Liturgia la Chiesa contempla il suo mistero non tanto negli apostoli o nei pastori della Chiesa, quanto nelle vergini e martiri nei primi secoli.
È tipo della Chiesa intera la Vergine santa, è tipo delle Chiese locali, molto spesso, una beata o una santa: Lucia per Siracusa, Agata per Catania, Agnese per Roma, Blandina per Lione. Comunque è certo
che la Chiesa si riconosce soprattutto nell'anima sposa e nell'anima madre, madre per una sua missione di maternità, nei confronti dei figli di Dio. Perché è vero che il Pastore della Chiesa deve
guidare il gregge ai pascoli eterni, ma è vero che vi è una missione più segreta, e non per questo meno efficace, della donna che è madre.
La madre sta in casa, ma è lei che dona la vita; la madre non vive una vita pubblica come il Pastore di una Diocesi, ma è lei che ottiene e dona la vita ai suoi figli.
Ed è per questo che in ogni Diocesi come è importante l'Episcopio così è importante il Monastero. Nella Curia Vescovile e nell'Episcopio sta il Pastore che guida, nel Monastero sta l'anima
verginale, che non solo ottiene per sé che il Cristo viva nell'anima sua, ma ottiene per tutta quanta la Chiesa una fecondità che da lei soltanto può derivare, da lei in quanto è la Sposa del
Cristo, da lei in quanto nell'unione col Cristo deve generare i figli di Dio.
Voi celebrate oggi la festa di Maria. La celebrate non solo perché è la vostra Madre, ma perché è il modello della vostra medesima vita, perché
dovete contemplare in lei il vostro stesso mistero, perché noi tutti siamo partecipi della grazia cui ella è stata chiamata. Certo, in lei questa grazia è piena, in lei questa è la grazia di una
maternità che si estende a tutta la Chiesa: ella è Madre di tutta la Chiesa.
Ma anche voi dovete essere in qualche modo partecipi di questa divina maternità. Pensate a Teresa di Gesù Bambino; è vissuta nel monastero, nascosta agli occhi
degli uomini, è vissuta pochi anni e la sua pura maternità si estende a tutte le Missioni. Pensate alle vostre Sante; esse esercitano su tutta la Chiesa una missione di grazia per la quale, in qualche misura,
la vita delle anime dipende dalla loro preghiera e dalla loro carità.
Come dunque vivere questa maternità divina? Si tratta di sgombrare il terreno perché la vostra anima accolga soltanto la Parola di Dio. Non avete bisogno di altre
parole, solo la Parola di Dio viva in voi. Questa Parola ha tale potere da trarre a sé tutta la vostra vita, tutto l'essere vostro; ha bisogno, per nutrirsi e vivere in voi, di tutto quello che siete, di ogni vostro
pensiero, di ogni vostro affetto, di ogni vostro sentimento. Non vi può essere sentimento, pensiero, non vi può essere affetto di cui egli non voglia nutrirsi: tutto dovete riservare a lui. Ecco l'esigenza
viva di una divina maternità, che vi fa in qualche misura partecipi del privilegio stesso della Vergine pura: riservare a Dio tutta la vostra forza, riservare a Dio ogni vostro amore, ogni vostro pensiero. Tutto quello
che sottraete a Dio, lo sottraete all'amore! Tutto quello che sottraete a Dio vi fa in qualche misura colpevoli di adulterio, rende impossibile in voi una divina maternità.
don Divo Barsotti
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