La Battaglia Finale del Diavolo
Così come il tentativo di riconciliare i principi della Rivoluzione Francese con quelli della la Chiesa avrebbe portato alla neutralizzazione dell’opposizione, un tempo feroce, contro gli errori dell’epoca moderna, allo stesso modo ”l’avventura ecumenica” lanciata dal Concilio avrebbe portato presto all’abbandono de facto di tutti i tentativi di convertire gli eretici (cioè i protestanti) alla Fede Cattolica – come avverrebbe invece con la conversione della Russia.
Mentre il Concilio abbracciava il “movimento ecumenico” – a soli 35 anni di distanza dalla condanna dei suoi principi da parte di Papa Pio XI, nella sua enciclica Mortalium Animos – il documento Conciliare Lumen Gentium mise in dubbio l’intera dottrina della Chiesa Cattolica sul fatto d’essere l’unica vera Chiesa. Secondo la Lumen Gentium “la Chiesa di Cristo ... sussiste nella Chiesa Cattolica”. (Enfasi aggiunta) Quest’affermazione destò molte perplessità. Il documento, infatti, non affermava semplicemente quello che la Chiesa Cattolica aveva insegnato da sempre, come si può leggere nelle encicliche di Papa Pio XII – ovvero che l’unica vera Chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica.174 Perché usare un termine favorevole ai progressisti, secondo i quali la Chiesa di Cristo è fondamentalmente più grande della Chiesa Cattolica, facendo sì che gli scismatici e gli eretici (come i protestanti) possano far parte “misteriosamente” della Chiesa Cattolica, o comunque esserne in comunione in qualche modo? Questo errore, basato sull’erroneo utilizzo, da parte del Vaticano II, della parola “sussiste”, venne ulteriormente rilanciato da Padre Avery Dulles, nominato cardinale da Papa Giovanni Paolo II:
La Chiesa di Gesù Cristo non si identifica esclusivamente colla Chiesa Cattolica Romana. Essa sussiste nel Cattolicesimo Romano, ma è anche presente in vari modi e gradazioni in altre comunità cristiane nella misura in cui anch’esse sono ciò che fu principiato da Dio attraverso Gesù e sono fedeli alle ispirazioni dello Spirito di Cristo. Come risultato di questa parte in comunanza con la realtà dell’unica Chiesa, le varie comunità Cristiane hanno una vera e propria comunione, per quanto imperfetta, tra loro.175
Anche l’allora Cardinale Ratzinger sembrò sposare le tesi della “nuova teologia”. In un’intervista rilasciata al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, il Cardinale fece le seguenti dichiarazioni:
Quando i Padri conciliari sostituirono la parola “è” con la parola “subsistit” (sussistere) lo fecero con uno scopo ben preciso.
Il concetto espresso da “è” (essere) è più ampio di quello espresso da “sussistere”. “Sussistere” è un modo ben preciso di essere, ossia essere come soggetto che esiste in sé. I Padri conciliari dunque intendevano dire che l’essere della Chiesa in quanto tale è un’entità più ampia della Chiesa Cattolica Romana, ma in quest’ultima acquista, in maniera incomparabile, il carattere di soggetto vero e proprio.176
Il Cardinale Ratzinger affermò che i Padri Conciliari intendevano dire che l’“essere” della Chiesa è più ampio della sola Chiesa Cattolica, ma questo concetto è sbagliato. La maggioranza dei Padri Conciliari non aveva alcuna intenzione di contraddire gli insegnamenti di Papa Pio XII, secondo i quali la Chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica, non certo una vaga “entità” che risulta essere “più ampia” della Chiesa Cattolica.
In verità, quest’ambiguità mina alle fondamenta l’insegnamento tradizionale, secondo il quale l’unica e sola Chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica – un’intenzione condivisa dai fedeli sostenitori della “nuova teologia” al Vaticano II. Lo sappiamo perché fu proprio padre Ratzinger in persona, in veste di perito al Concilio, ad introdurre il termine “sussistere”, nella stesura del documento conciliare Lumen Gentium. Egli inserì questo termine su suggerimento del Pastore Schmidt, un ministro protestante tedesco.
La spiegazione data dal Cardinale Ratzinger al Frankfurter Allgemeine Zeitung sull’uso della parola “sussistere” è confusionaria, proprio come il termine che cerca di spiegare. “Sussistere” ed “essere” possono, infatti, voler dire la stessa cosa, contrariamente a quanto suggerì all’epoca il Cardinale Ratzinger. Per quella ricerca della verità e della precisione che dovrebbe caratterizzare qualsiasi documento conciliare, il Concilio avrebbe dovuto affermare chiaramente che “La Chiesa di Cristo sussiste unicamente nella Chiesa Cattolica”. Ma come ammise Padre Edward Schillebeeckx, un altro perito conciliare, i suoi confratelli progressisti avevano deliberatamente inserito alcune ambiguità, nei testi conciliari,177 sapendo bene che avrebbero potuto successivamente interpretarle in modo eterodosso e a proprio vantaggio, dopo il Concilio. Si tratta, obiettivamente, di ciò che aveva fatto il Cardinale Ratzinger al Concilio, quando aveva introdotto la parola “sussistere”. In effetti, il testo originale dell’intervista in tedesco rilasciata dal Cardinale Ratzinger al Frankfurter Allgemeine Zeitung ci mostra che l’uso di quel termine fu un abbandono voluto rispetto agli insegnamenti di Papa Pio XII: “... die Konzilsväter das von Pius XII gebrauchte Wort ‘ist’ durch ‘subsistit’ ersetzten” – letteralmente: “... i Padri Conciliari rimpiazzarono la parola è, usata da Pio XII, con ‘sussiste’”. Il Cardinale Ratzinger quindi ammise che il Vaticano II aveva rimpiazzato la terminologia stabilita da Papa Pio XII. Peggio ancora, nel testo originale dell’intervista, si legge: “So wollten die Väter sagen: Das Sein der Kirche als solches reicht viel weiter als die römisch-katholische Kirche” – letteralmente: “Così i Padri volevano dire che l’essere della Chiesa, in quanto tale, è un’entità assai più ampia della Chiesa Cattolica Romana”.178 Così, Dulles e Padre Ratzinger contraddicevano esplicitamente l’eterno insegnamento del Cattolicesimo, secondo il quale la Chiesa di Cristo esiste esclusivamente nella Chiesa Cattolica. Ciò nonostante, la loro opinione divenne quella ufficiale del Vaticano II. Ecco quindi i primi esempi di come questi “nuovi teologi” del Vaticano II si siano in realtà passati la “palla” teologica da soli, mentre pretendevano di averla ricevuta dal “Concilio”.
Anche in merito a questo, alcuni eventi accaduti dopo la prima edizione del nostro libro hanno confermato un problema che avevamo già identificato. Proprio l’ex Cardinale Ratzinger, adesso divenuto Papa Benedetto XVI, ha cercato di fare chiarezza sulla profonda confusione causata nella Chiesa dall’uso della frase “sussiste nella Chiesa Cattolica” invece di quella molto più semplice “è la Chiesa Cattolica.” Il 29 giugno 2007, la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha pubblicato un documento intitolato “Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa”, che presentavano alcune risposte formali a delle domande sugli insegnamenti Conciliari in materia. Il documento inizia con questa sorprendente ammissione, riguardo a queste domande: “La Congregazione intende rispondervi precisando il significato autentico di talune espressioni ecclesiologiche magisteriali, che nel dibattito teologico rischiano di essere fraintese.” In altre parole, le “espressioni ecclesiologiche” del Concilio Vaticano II adesso rischiano “di essere fraintese”, e devono essere pertanto chiarite – a più di quarant’anni di distanza dalla fine del Concilio!
Una delle domande a cui è stata fornita una risposta è la seguente: “Perché viene adoperata l’espressione “sussiste nella” e non semplicemente la forma verbale “è”? Per rispondere, la CDF afferma: “L’uso di questa espressione, che indica la piena identità della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica, non cambia la dottrina sulla Chiesa; trova, tuttavia, la sua vera motivazione nel fatto che esprime più chiaramente come al di fuori della sua compagine si trovino “numerosi elementi di santificazione e di verità”, che in quanto doni propri della Chiesa di Cristo spingono all’unità cattolica.”179
Questa risposta, per lo meno, confuta l’interpretazione data dal Concilio – e promossa dall’ex Cardinale Ratzinger in persona – che negava che la Chiesa di Cristo e la Chiesa Cattolica fossero “la stessa cosa”. Dobbiamo ricordare che l’insegnamento della Chiesa Cattolica, come quello di Pio XII nella Humani Generis, è sempre stato che essa è la Chiesa di Gesù Cristo. Eppure, anche se viene risolto il problema della parola “sussiste”, rimane tuttavia assai oscura l’altra nuova espressione usata, e cioè che si trovino “numerosi elementi di santificazione e di verità” al di fuori della compagine della Chiesa. L’espressione riguarda solo sacramenti, come i matrimoni celebrati da un sacerdote Ortodosso o un Battesimo celebrato da un ministro Protestante, che la Chiesa riconosce validi e in quanto tali “elementi di santificazione”, che possono quindi trovarsi al di fuori della Sua struttura visibile? Oppure essa si estende alla predicazione di ministri non-Cattolici, che talvolta possono avere ragione su questo o quell’argomento (per quanto possa avere importanza una simile “ragione”, nel contesto di una predicazione piena di eresie oggettive)?
Quanto sia problematica quest’espressione risulta evidente dallo stesso commento della CDF sull’interpretazione del Vaticano II, secondo la quale questi “elementi” al di fuori della Chiesa implicano che la Chiesa è “presente” in essi, ovunque essi si trovino. Riportiamo le parole usate dalla CDF: “Secondo la dottrina cattolica, mentre si può rettamente affermare che la Chiesa di Cristo è presente e operante nelle Chiese e nelle Comunità ecclesiali non ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica grazie agli elementi di santificazione e di verità che sono presenti in esse, la parola ‘sussiste’, invece, può essere attribuita esclusivamente alla sola Chiesa cattolica.”180
Attenzione: quest’affermazione è assai importante, perché essa concede che si può affermare che questa è la lettura del Concilio in accordo con la Dottrina Cattolica, laddove i Modernisti del Concilio avevano insistito in uno “sviluppo” della dottrina che costituiva oramai un obbligo per tutti i Cattolici, che dovevano quindi credere che la Chiesa è in qualche strano modo “presente ed operativa” al di fuori di Se stessa. Non è assurdo che la CDF si debba ridurre a dire che “si può affermare” che sia in accordo con la dottrina, ciò che un Concilio Ecumenico aveva specificamente insegnato?
La grave ambiguità del Concilio in merito alla Dottrina della Chiesa non finisce certo qui, malgrado questa chiarificazione. Anzi, il bisogno stesso di pubblicare delle chiarificazioni sull’insegnamento del Concilio è il primo indicatore di un problema assolutamente senza precedenti con queste nuove ed ambigue espressioni. Si tratta di un inquietante “segno dei tempi” che andrebbe letto alla luce di Fatima. Non può non tornarci alla mente la lettura degli eventi compiuta da Pio XII alla luce di Fatima, nel 1931, che lo spinse a denunciare quegli “innovatori” che avrebbero presto cercato un vero e proprio “suicidio” per la Chiesa, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la sua stessa anima.181
Padre Paul Kramer
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