lunedì 23 novembre 2020

VIGANÒ: COME IL VATICANO II SERVE AL NUOVO ORDINE MONDIALE.

 


L’abbandono della dimensione soprannaturale

Il tema di questo mio intervento verte sul rapporto tra la rivoluzione del Vaticano II e l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. L’elemento focale di questa analisi consiste nell’evidenziare l’abbandono da parte della Gerarchia ecclesiastica, sin dai suoi vertici, della dimensione soprannaturale della Chiesa e del suo ruolo escatologico. Con il Concilio, i Novatori hanno completamente cancellato dal proprio orizzonte teologico l’origine divina della Chiesa, creando un’entità di origine umana simile ad un’organizzazione filantropica. Questo sovvertimento ontologico ha avuto come prima conseguenza la necessaria negazione del fatto che la Sposa di Cristo non è né può essere soggetta a cambiamenti da parte di chi esercita un’autorità vicaria in nome del Signore. Essa non è proprietà né del Papa né tantomeno dei Vescovi o dei teologi, e come tale ogni tentativo di “Aggiornamento” la precipita al livello di un’azienda che per garantirsi il profitto rinnova la propria offerta commerciale, svende gli avanzi di magazzino e segue la moda del momento. La Chiesa è invece una realtà soprannaturale, divina, ultraterrena: essa adegua sì il modo di predicare il Vangelo alle nazioni, ma non potrà mai cambiarne il contenuto di un solo iota (Mt 5, 18), né negare il suo slancio trascendente con l’abbassarsi alla mera rivendicazione sociale. Sul versante opposto, l’anti-chiesa rivendica orgogliosamente il diritto di operare un paradigm shift non solo mutando il modo di esposizione della dottrina, ma la dottrina stessa; lo confermano le parole di Massimo Fagggioli a commento dell’Enciclica appena pubblicata, Fratelli Tutti:

«Il pontificato di papa Francesco è come uno standard innalzato davanti agli integralisti cattolici e a coloro che equiparano continuità materiale e tradizione: la dottrina cattolica non si limita a svilupparsi. A volte cambia davvero: per esempio sulla pena di morte, sulla guerra.»[2]

Inutile insistere su ciò che insegna il Magistero: la rivendicazione sfrontata dei Novatori al diritto di mutare la Fede segue ostinatamente l’impostazione modernista.

L’errore iniziale del Concilio consiste principalmente nella mancanza di una prospettiva trascendente, frutto evidente di una crisi spirituale che era già latente; e nel tentativo di instaurare il paradiso sulla terra, con un orizzonte sterilmente umano. In continuità con questa impostazione, Fratelli tutti identifica nella fratellanza umana, nella pax œcumenicatra le religioni e nell’accoglienza dei migranti il compimento dell’utopia terrena e della redenzione sociale.

 Continua

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