Diamo qui quest'altro Saggio degli scritti di Maria Lataste (V. Vol. 2. p. 206, 2.° ediz. 1869
« Un giorno del mese di Maggio Maria mi disse: Si è con ragione, o mia figlia, che mi chiamano la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori, la salute degli infermi. » Io sono la consolazione degli afflitti. Vi sono delle afflizioni che sovente ab battono il cuore dell'uomo e gli levano tutta la forza. » Beati quelli che rivolgono i loro sguardi verso di me, perchè essi vengono consolati ! Per consolare un afflitto, bisogna essere stati essi stessi nell'afflizione, perchè allora si compatisce al suo dolore; e la compassione è la chiave della consolazione: bisogna pure trovare un oggetto od una parola, che sia capace di fare non sola mente diversione dal motivo dell'afflizione, ma che porti via interamente l'afflizione stessa. » Ora, o mia figlia, tutte le afflizioni sono state in me, fuori di quella del peccato; e benchè questa non sia stata in me personalmente, il peccato altrui è stata un'afflizione per me, perchè esso offende Dio, ed ha fatto morire mio Figlio. Io sono stata esiliata dalla mia patria; io ho perduto il poco che io avea; io ho veduto mio Figlio morire sulla croce, ed in questo momento io ho ricevute in me tutte le afflizioni che un cuore possa provare, e soffrire. Io saprò dunque compatire al dolore degli amici che la morte separa, di quelli che la persecuzione perseguita, di quelli che conservano secretamente la loro afflizione nel proprio cuore sen za manifestarla: io saprò compatire tutti i dolori. Io saprò far scomparire l'afflizione donando la sottomissione alla volontà di Dio, rischiarando lo spirito e mostrando che tutte le cose passano e spariscono, che le prove, lungi dall'essere un soggetto di afflizione, sono invece un soggetto di gloria e di felicità. E la mia parola sarà così dolce, materna, e affettuòsa, che nulla vi sarà da poterlesi paragonare, e calmerà ogni pena ed ogni dolore : sarà come un balsamo salutare di una efficaccia istantanea, che non solo sanerà la piaga, ma fortificherà colui che la soffre. » lo gli parlerò, io gli darò anche il mio Figliuolo sorgente d'ogni gioia e principio d'ogni felicità sulla terra e nel cielo. » Io sono la salute degli infermi. Vi sono due sorta di infermità ; quelle dell'anima, e quelle del corpo. Io guarisco egualmente le une e le altre. Queste due infermità hanno avuto per principio il peccato dell'uomo. Il peccato ha assoggettato l'uomo alla morte ed alle diverse malattie, che tormentano il suo corpo nel corso della vita; esso ha tristemente inclinato l'anima verso il male, e questa inclinazione » dell'anima pel male si chiama infermità dell'anima. » Io non ho mai commesso peccato; il peccato non ha mai avuto accesso nel mio cuore. Io ho dato invece nascimento a Colui che si appella Santo: » Egli è venuto in me; Egli si è fatto carne nel mio seno, e questa abitazione mi ha accordato immense prerogative, quella, a mo' di esempio, di sanare ciò che l' opposto della santità avea portato nell'uomo. Io ho dato al mondo il suo Salvatore, Colui, che l'ha redento dal peccato, ed io ho serbato il potere di guarire tutte le conseguenze del peccato. » Io risano i corpi infermi. – Guardate nel mondo dopo diciotto secoli, quanti infermi, disperando della salute di loro vita, hanno ricuperato la sanità col ricorrere a me. Non vi è giorno, nel quale la mia bontà per gli uomini non operi anzi fra essi dei prodigi nei loro corpi; ma io amo sopratutto far risplendere la mia potenza sull'anima. Quanti giovani e quante donzelle, quanti uomini maturi ed avanzati in età sentono in sè l'infermità della loro anima. e la inclinazione che li porta al male! Essi implorano il mio soccorso, la mia assistenza, la mia protezione, il mio appoggio, e rompendo questa inclinazione perversa, io li inclino invece, verso il bene. In luogo di riguardare la terra, essi riguardano il cielo, in vece di ascoltare Satanasso, essi ascoltano Gesù: invece di porgere l'orecchio al mondo, essi odono la mia voce, essi camminano nel bene. » Io sono il Rifugio dei peccatori. – Gli uomini avevano stabilito altra volta delle città dove i rei potevano ritirarsi, e la entrata in queste città li rendeva in violabili. Io sono altresì una Città di rifugio. Tutti i peccatori, anche i più grandi peccatori, possono venire a me. lo non ne rigetto alcuno; io permetto a tutti di abitare in questa città, la quale sono io stessa, » Costà, o mia figlia, essi vengono al tresi messi al coperto non soltanto da gli uomini, ma da Dio stesso; costà possono spogliarsi e completamente si spogliano dei loro vizii, dei loro de litti, di tutto ciò che vi è di lordato in essi. Anche Iddio, che non vuole la morte dei peccatori, ma la loro vita, li rispetta; perchè essi sono sotto la mia protezione. La sua giustizia non li ferisce; invece Egli abbassa sovressi degli sguardi di misericordia, e, vedendo che ritornano a Lui nella sincerità della loro anima, Egli li ama di nuovo come suoi figliuoli, e li colma di benedizioni. »
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